«Ma poi nel calcio chissà cos’è questa cosa» dichiarava nel dopogara Lorenzo Simeoni, tecnico biancorosso, per spiegare una sconfitta che aveva dell’assurdo. Brescia-Vicenza, finita 3-2, è stata un’altalena di emozioni, un crogiolo di colpi di scena in cui solo il coraggio e la determinazione degli uni (i bresciani) hanno avuto la meglio sulla sbadataggine degli altri (i vicentini), ribaltando così un destino parso quasi già segnato.
Partita cruciale. Al San Filippo in scena il recupero della 12ª giornata - la prima di ritorno - del campionato di Primavera 2 rimandata il 6 marzo per Covid. In questo turno infrasettimanale Brescia e Vicenza si sono frapposte per contendersi i quartieri nobili della graduatoria, con i veneti in vantaggio di 4 lunghezze sui lombardi per effetto dei 26 punti maturati dopo i 13 turni disputati sino ad ora da entrambe. Ma se la squadra dell’argentino Aragolaza era chiamata a mettersi alle spalle la flessione di rendimento registrata nel ritorno (l’ultima vittoria bresciana il 20 febbraio a Cittadella), per la Lanerossi l’occasione era propizia per accodarsi al duo di testa in fuga (Hellas e Parma), al fine di creare di fatto terra bruciata fra il gruppetto playoff e il resto delle inseguitrici (Cremonese permettendo visti i suoi tanti recuperi). Partita quindi di cruciale importanza per le sorti del torneo e in particolar modo per i padroni di casa, viste anche le 2 gare casalinghe di fila a disposizione (la prossima il 2 aprile col Venezia). Anche se l’umore della vigilia era contrapposto, con un Brescia reduce dalla sconfitta di Udine e un Vicenza viceversa largamente vittorioso a Verona, sponda Chievo.
Sali e scendi. Aragolaza ha proposto il solito 4-2-3-1 con Canciani falso nueve davanti, vista l'efficacia in zona gol esibita ad Udine. Alle sue spalle Bianchetti, Manu e Barazzetta con quest’ultimo insidioso nella prima frazione per ben due volte, in una delle quali - soprattutto nella seconda - avrebbe potuto fare meglio in contropiede quando il Vicenza stava conducendo la gara. In mediana Bertoni e Vasta preposti a presidio del quartetto arretrato, in cui al centro Maccherini e Castellini saldavano le falle dei compagni più avanzati, mentre ai loro lati Boafo e Verzeni dovevano arginare i tornanti vicentini. Anche il Vicenza nel suo 4-2-3-1 è stato molto efficace nella prima mezz’ora, anche se poi è andato in calando dopo l’infortunio di Ouro, protagonista fin lì per il gol. Il forcing tornerà a quei livelli solamente negli ultimi minuti della gara. Comunque gli ospiti si sono portati subito in vantaggio grazie ad una svista difensiva della retroguardia locale che si è completamente dimenticata in piena area di Ouro sul secondo palo (10’). Quest’ultimo, sugli sviluppi del secondo angolo del match, è stato il più lesto a raccogliere la palla indirizzata in quella zona dal primo tentativo di Busatto. Il Vicenza ha ottimizzato al meglio l’ottima partenza. Nel suo momento migliore, però, ad un soffio dalla mezz’ora ecco il pari di Manu Denis, maturato ancora su palla inattiva e ancora sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Qui il bresciano si è fatto trovare pronto nel controllare in piena area e nel freddare a rete un incolpevole Zecchin. Grande la reazione dei locali dopo 30 minuti difficili, contrassegnati dal forcing vicentino. È una boccata d’ossigeno che molla tutti i freni inibitori e galvanizza al punto giusto Vasta e soci, almeno fino alla rete del nuovo svantaggio ad inizio ripresa.
La metamorfosi. Nella ripesa il Vicenza ha rimesso il muso avanti sfruttando un’altra incertezza della retroguardia locale con il giovane Mancini. Gran botta sotto la traversa dopo un parapiglia in area. Ma, paradossalmente, qui la svolta. I veneti anziché rimanere guardinghi e sfruttare il contropiede per chiudere i giochi hanno il demerito di abbassare incredibilmente la guardia, forse mossi nell’inconscio dal risultato dell’andata (5-0), ed eccedendo così in eccessiva sicumera. Ecco dunque poco dopo il nuovo pareggio del Brescia con l’inossidabile Manu Denis, severissimo nel punire l’erroraccio dell’estremo veneto che imperdonabilmente ha mancato una presa facile finendo per spalancare lo specchio della porta al piattone del bresciano. E l’errore del Vicenza è stato tutto qui, ovvero nel riaccendere le speranze dei biancazzurri, altrimenti contratti e un poco titubanti a momenti alterni. Il 2-2 però ha trasformato i bresciani da timida rondinella di primavera a feroce Leonessa agguerrita. E al San Filippo quando si ridà verve ai ragazzi di Aragolaza difficilmente poi la si sfanga. Anche perché la cattiveria, l’orgoglio e il coraggio sono tutte qualità di questa squadra, che anche stavolta ha gettato il cuore oltre l’ostacolo per superare i propri limiti. E poi si sa, la fortuna aiuta gli audaci: così ecco il subentrato Del Barba sfruttare i rimpalli dei contrasti e i rimbalzi dei ciuffi d’erba a favore per saltare in volata Zecchin (uscito a farfalle sulla trequarti) per ritrovarsi così tutta la porta libera per l’insperato vantaggio (3-2). Solo a quel punto, ad un quarto d’ora dalla fine, il Vicenza si è svegliato cercando disperatamente il pareggio ma per sua sfortuna era troppo tardi, il destino a quel punto aveva già deciso da che parte stare. Intanto, in quest’ultimo frangente, Rovelli completava la trasformazione diventando super saiyan e finendo per fare da parafulmine a tutte le conclusioni avversarie. Fino all’ultimo infatti non si contavano più le volte in cui il portiere bresciano era preso a pallate dai giocatori biancorossi, i quali hanno aumentato il forcing finale fino al punto di massima criticità. Ma è finita così, incredibilmente, con Aragolaza senza più corde vocali intento a sbracciarsi per spronare i suoi alla resistenza ad oltranza. «Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco» avrebbe detto il venerabile Giovanni Trapattoni, e questo motto mai fu più appropriato come stavolta, con questo Vicenza. Ora sì, il campionato non è ancora chiuso. [caption id="attachment_269653" align="aligncenter" width="900"]

Manu Denis: con questa strepitosa doppietta il fantasista bresciano è ora capocannoniere della squadra con 5 gol realizzati in 14 presenze[/caption]
IL TABELLINO
BRESCIA-VICENZA 3-2 RETI (0-1, 1-1, 1-2, 3-2): 10' Ouro Agouda (L), 29' Manu Denis (B), 5' st Mancini (L), 12' st Manu Denis (B), 27' st Del Barba (B).
BRESCIA (4-2-3-1): Rovelli 7, Boafo 6.5, Verzeni 6.5, Bertoni 6.5 (19' st Mor 6), Castellini 6, Maccherini 6, Bianchetti 6 (9' st Del Barba 8), Vasta 6.5 (9' st Magri 6), Barazzetta 6 (19' st Trezza 6), Canciani 6, Manu Denis 7.5 (29' st Parzajuk sv). A disp. Gallina, Bui, Cristini, Bacchin. All. Aragolaza 7.
L.R.VICENZA (4-2-3-1): Zecchin 5, Cariolato 6, Sandon 6 (37' st Spiller sv), Talarico 6.5 (21' st Ongaro sv), Barea 6 (1' st Cinel 6), Fantoni 6.5, Ouro Agouda 7 (23' Giacobbo 6), Tronchin 6, Mancini 7, Cester 5.5, Busatto 7 (37' st Grancara sv). A disp. Bresolin, Diomande, Firulesko, Rocco, Poliero, Fighera. All. Simeoni 6.
ARBITRO: Bitonti di Bologna 6.
ASSISTENTI: Galimberti di Seregno e Moroni di Treviglio. [caption id="attachment_269654" align="alignnone" width="900"]

La gioia per la rete di Del Barba ad un quarto d'ora dalla fine che ha di fatto consegnato la vittoria alle Rondinelle dopo un match tiratissimo[/caption]
LE PAGELLE
BRESCIA Rovelli 7 Al di là della prima rete sulla quale non può nulla, è sempre attento e concentrato: alla fine salva la vittoria con parate pazzesche nell’ultimo quarto d’ora.
Boafo 6.5 Più incisivo nell’apporto difensivo che in quello offensivo, di certo la sua velocità rimane supersonica. Si abnega per la causa.
Verzeni 6.5 Ottimi anticipi, dalla sua parte non ha vita facile per via dei tanti velocisti veneti ma dopo una fase d’assestamento torna ad alti livelli.
Bertoni 6.5 Parte in sordina e cresce alla distanza, prendendo sempre più confidenza col match e garantendo raddoppi a iosa nei recuperi e sulle secondo palle. (19’ st Mor 6).
Castellini 6 Solo un malinteso con il compagno sull’angolo del gol, poi l’anticipo a vuoto su Mancini in occasione del secondo gol che sembrava pregiudicare tutto. Fortunato.
Maccherini 6 Qualche rimpianto per la prima rete, potenzialmente evitabile col senno del poi. Per il resto garantisce la solita solidità a tutta la difesa anche se in ultimo non sa più a che santo votarsi.
Bianchetti 6 Perde qualche palla di troppo e sbaglia qualche dribbling, ma ci può stare vista la qualità degli avversari. Da premiare la perseveranza.
9' st Del Barba 8 Ancora una volta entra e ci mette lo zampino nel momento più importante: è lui il nuovo Montella?
Vasta 6.5 Insieme al compagno si ritrova, appena dopo la sfuriata veneta, ed inizia a quel punto a far sentire i tacchetti nel mezzo. Buona prova.
9’ st Magri 6 Entra e ci mette anima e cuore, prova positiva.
Barazzetta 6 Manca un buon contropiede che avrebbe di certo pesato nell’economia del match, ma al di là di quello è un aiuto prezioso davanti. (19’ st Trezza 6).
Canciani 6 Non ancora al top della forma ed un po’ in ombra nella prima frazione, fare il falso nueve è un ruolo che non sempre lo esalta.
Manu 7.5 Recupera tanti palloni alleggerendo la difesa e porta il pari nel momento critico, per ben 2 volte: è lui il salvatore della patria. (29’ st Parzajuk sv).
All. Aragolaza 7 Chiede ai suoi grande intensità e cattiveria, riuscendo così a spremere dal gruppo prestazioni incredibili alla vigilia. Ci ha messo il cuore.
VICENZA Zecchini 5 Non ha colpe sul primo gol, semmai dovrebbe prendersela con la difesa che ha permesso a Manu di girarsi in area. Sul secondo invece perde il pallone spalancando la rete all’avversario e sul terzo va a vuoto.
Cariolato 6 Non spinge moltissimo, rimane perlopiù guardingo nella sua zona per non lasciare campo libero allo scatenato Manu.
Sandon 6 Spinge bene sulla sinistra, portando soprattuto nella ripresa buoni palloni nelle zolle avanzate. (37’ st Spiller sv).
Talarico 6.5 Fa legna nel mezzo fin che può, poi nella ripesa lascia spazio al compagno perché senza più birra in corpo. (21’ st Ongaro sv).
Barea 6 Buona prestazione per tutta la prima frazione a parte sul gol di Manu, il cambio non è stata comunque una punizione.
1’ st Cinel 6 Entra nel quartetto arretrato mostrando subito grande autorevolezza nel richiamare i compagni.
Fantoni 6.5 Deve gestire la retroguardia, marcando i passi felpati di Canciani: se la cava senza troppi problemi.
Ouro 7 Gli bastano 23 minuti per mettere a ferro e fuoco la difesa lombarda e andare a segno, poi sente “crac” troppo presto.
23’ Giacobbo 6 Segue bene il gioco dalla sua parte, risultando sempre pericoloso per Boafo.
Tronchin 6 Nel mezzo fa il suo senza concedersi troppe distrazioni: prova di concretezza.
Mancini 7 Trova al rientro dagli spogliatoi il gol che sembrava spianare la strada alla vittoria. Non sarà così, ma buona prova.
Cester 5.5 Non al meglio della condizione, il suo dribbling spesso non sortisce grandi effetti: forse accusa la calura?
Busatto 7 Tra i migliori del Vicenza, alimenta sempre la manovra sulla destra facendo vedere i sorci verdi al dirimpettaio. (37’ st Grancara sv).
All. Simeoni 6 La squadra sciupa valanghe di gol e avrebbe potuto portare a casa la partita se solo fosse stata meno distratta. Ha poco da rimproverarsi.
ARBITRO Bitonti di Bologna 6 Nonostante il grande caldo non accusa colpi di calore e conduce una gara all’insegna dell’equilibrio e della precisione, sul pezzo. [caption id="attachment_269651" align="aligncenter" width="1024"]

Tripudio bresciano per il 3-2 di Del Barba dopo una gara passata ad inseguire il Vicenza[/caption]
LE INTERVISTE
LORENZO SIMEONI, ALLENATORE VICENZA Nel dopopartita il tecnico biancorosso ha cercato di motiva una partita cha ha francamente dell’assurdo. Le sue parole: «Dovevamo chiuderla subito sull’1-0, perché poi abbiamo fallito troppo occasioni importanti. Ad un certo punto la gara è cambiata, semplici episodi certo, ma comunque il Brescia ripartiva bene e con intelligenza. Noi abbiamo cercato di fare la gara per tutta la partita però quando si sbagliano così tanti gol e alla prima svista si viene puniti… va così». Nonostante il grande caldo (quasi 15°) l’allenatore non ha visto particolari difficoltà atletiche nei suoi giocatori, sottolineando anzi la prestazione dei suoi sotto questo profilo dicendo: «Comunque sono contento dei ragazzi perché fino al 95º abbiamo cercato il gol cercando di giocare la palla. Succede poi di perdere, soprattutto quando si concedono 3 gol in una partita; ma soprattutto bisogna farne più degli altri anche se ad un certo punto questa partita sembrava un tiro al bersaglio. Però se non si segna, onore e merito va a chi vince. Sabato abbiamo giocato una partita importante contro il Chievo, mentre oggi dopo 4 giorni ho riproposto lo stesso unici dall'inizio e con i con i cambi siamo arrivati fino alla fine correndo: per me stiamo bene fisicamente». Un pensiero finale sul responso del campo, tanto alla portata del Vicenza quanto alla fine rimasto in toto a Brescia: «Sfortunati? La fortuna bisogna andarsela a prendere, noi abbiamo sbagliato 3 gol a porta vuota nel finale e quindi bisogna essere più lucidi. Ma poi nel calcio chi sa cos'è questa cosa… sabato creando la metà abbiamo fatto 4 gol, mentre oggi abbiamo creato molto di più e non l'abbiamo messa dentro. Ripartiamo da qui anche se la prestazione me la tengo stretta». [caption id="attachment_269652" align="aligncenter" width="900"]
Barazzetta, contro il Vicenza titolare e vicino al gol in un paio di occasioni nella prima frazione di gioco[/caption]