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Primavera 2

Il gol che illude, il rigore che fa tornare sulla terra: il Brescia cade col Frosinone

Le rondinelle di Gustavo Aragolaza escono sconfitte per 3-1 contro i ciociari: adesso serve l'impresa

Brescia-Frosinone Primavera 2

Credit foto: Ufficio Stampa Brescia

Undici rondinelle non fan primavera, ma altrettanti canarini sì! Sventola, accarezzato dalla brezza della ripresa sull’afa del San Filippo, il bandierone gialloblù dei sostenitori del Frosinone, giunti a Brescia per vedere i propri giocatori vincere e - perché no? - dominare. Così è stato, dopo il 3-1 dei laziali, perché il Brescia ha giocato solo un tempo, rimanendo attaccato alla partita finché ha potuto, e rischiando pure di passare in vantaggio in chiusura con Bertazzoli, se solo avesse concretizzato il rigore. Se solo… ma con i se o con i ma non si fa la storia e stavolta i ciociari si sono dimostrati più forti ed organizzati, determinati nel non dar profondità ai padroni di casa e più tecnici nel gestire il possesso palla. Il gol iniziale del bresciano Tomella ha solo illuso un po’ tutti, anche perché un po’ fortunoso vista la deviazione determinante di Bracaglia. Poi però il Frosinone ha saputo imporsi nella ripresa con un Peres in versione stratosferica, e altri suoi interpreti come Favale o lo stesso Cangianiello, tanto da far gridare ai propri sostenitori al termine delle ostilità: «Siete stati dei leoni». Per i ragazzi di Aragolaza, ora, servirà l’impresa. 

Manu Denis prova a districarsi dalla marcatura arcigna dei difensori del Frosinone

MIGRAZIONI VERSO LA FINALE

Al via, partiva il folle volo dei due stormi, quello fatto di rondini e quello di canarini. Il Frosinone, però, col suo giropalla, controllava bene la mediana il play Bruno, delegato allo smistamento, iniziava il suo costante lavorìo sulle zone di transizione bresciane. Brescia nella versione 4-3-3 così come il Frosinone, salvo trasformarsi rapidamente in 4-3-1-2 non appena le cose iniziavano a mettersi male. Il marchio di fabbrica, d’altronde, era quello, con Favale dietro ai terminali per scompaginare le ferree logiche del prepartita. La prima occasione di marca ciociara, Favale dalla bandierina, testata terrificante di Bracaglia e miracolo alla Schmeichel (padre) di Prandini, con palla messa in angolo d’istinto. Non ci credete? Guardate la parata del danese su Zamorano durante un Manchester United-Inter di fine anni ’90. Al quarto d’ora il gol del Brescia dopo grande incursione di Tomella che, recuperata palla, passava in un pertugio e provava la botta da fuori area, trovando così la deviazione decisiva di Bracaglia che mandava fuori causa l’incolpevole Palmisani (1-0). Brescia in vantaggio alla prima seria occasione

Nella foto: il centrale difensivo lombardo Alessio Castellini braccato da due giocatori del Frosinone, nel corso della semifinale playoff

CANARINI RAPACI

Sembrava l’inizio del sogno ma il palleggio era tutto di marca giallazzurra, così ecco il pari alla mezz’ora quando il Brescia si faceva sorprendere da una combinazione su calcio d’angolo con un pallone maligno di Bruno sul quale Maestrelli coglieva per infilare alle spalle di Prandini (1-1). Doccia fredda in casa biancazzurra, visto che la squadra di Aragolaza faticava ad imporre il suo solito gioco fra le mura amiche. Nel finale il Frosinone passava ancora con Jirillo ma l’assistente invalidava per un fuorigioco millimetrico. Brescia salvo almeno fino all’intervallo e anzi pronto a rimettere il naso avanti nuovamente, quando Boafo recuperava palla sulla trequarti con un gran contrasto su Cangianiello per innescare così Bertazzoli che in area veniva steso da dietro da Bruno. Dal dischetto lo stesso Bertazzoli prendeva una rincorsa particolarmente inappropriata per un gesto tecnico nel quale serve - se non la precisione - quantomeno la potenza: non a caso Palmisani intuiva e respingeva a destra su Bianchetti, che prontamente la rimetteva dentro per Tomella il quale veniva fermato sul più bello da Giordani, salvifico nell’intervenire all’ultimo. L’errore dal dischetto rimarrà una spada di Damocle sul 10 lombardo, da questo momento sarebbe rimasto fuori dalla gara mentalmente e difatti avrebbe poi mancato il piattone, un rigore in movimento in pratica, poco più tardi dopo grande discesa di Boafo sulla destra. Nella ripresa, invece, il Frosinone archiviava la pratica nel giro di 4 minuti poco prima dell’ora di gioco. Il sorpasso era da manuale, con i lombardi scoperti e Peres a prendersi il pallone e il campo, prima di scaricare su Favale che con un  tocco di prima intenzione gli metteva il pallone all’altezza dell’area piccola per il tap-in di giustezza (2-1). Qui Aragolaza ne cambiava tre ma l’impatto non era di quelli sperati e così ecco il 3-1, arrivato ancora con Peres che vedeva la difesa bresciana allargatasi proprio quel tanto per permettergli di infilarsi e si battere Prandini in uscita appena dentro l’area. Uno-due di fatto decisivo sul morale dei locali, e sul risultato finale. 

HEROICA

In Spagna la chiamano heroica, l’impossibile remuntada per ribaltare un risultato drasticamente a sfavore. Serviranno 3 gol, dunque, senza subirne alcuno, ovviamente, per prendere a schiaffi un destino troppo cinico e baro e poter accedere così alla finalissima contro colei che vincerà fra Monza e Parma (con alte probabilità i ducali vista la vittoria in Brianza per 2-0). Servirà un’impresa senza pari, un’eroica appunto, vista soprattuto la prova di forza dei ragazzi di Gorgone, bravi nel palleggio e nelle ripartenze. Ma ogni impresa ha sempre una sua componente d’imprevedibilità e di irrazionalità, e sarà su questo fattore che dovrà far leva Gustavo Aragolaza per poter continuare a far sognare i suoi ragazzi, almeno per una volta ancora, o forse per l’ultima volta nella carriera. In Ciociaria serviranno undici leoni come a Roma contro la Lazio, servirà la metamorfosi, da rondinelle a leonesse, visto che di leoni ci sono già i locali. Ma soprattutto servirà giocarla con la consapevolezza di non aver più nulla da perdere, solo così si potrà riscrivere un finale - all’apparenza - già scritto.

IL TABELLINO

BRESCIA-FROSINONE 1-3
RETI (1-0, 1-3): 15' Tomella (B), 32' Maestrelli (F), 10' st Peres (F), 13' st Peres (F).
BRESCIA (4-3-3): Prandini 6, Boafo 6.5, Danesi 6, Bertoni 5 (18' st Vasta 6), Castellini 5.5, Maccherini 5.5, Fogliata 5.5 (10' st Ferro 5.5), Tomella 6.5, Del Barba 5 (10' st Cappadonna 5.5), Bertazzoli 5 (10' st Manu Denis 6), Bianchetti 6 (34' st Scalmana sv). A disp. Sonzogni, Riviera, Mainardi, Mor. All. Aragolaza 5.5.
FROSINONE (4-3-3): Palmisani 6.5, Rosati 6 (23' st Benacquista sv), Giordani 7, Bruno 6.5 (15' st Battisti 6), Maestrelli 6.5, Bracaglia 6.5, Cangianiello 6.5, Peres 8, Stampete 6 (41' st Selvini sv), Favale 7.5 (41' st Di Palma sv), Jirillo 6.5. A disp. Vilardi, Kamensek, Bianchi, Milazzo, Recchiuti, Pittaccio, Scognamiglio, Barzanti. All. Gorgone 7.
ARBITRO: Ancora di Roma-1 6.5.
ASSISTENTI: Palla di Catania e Masciale di Molfetta.
AMMONITI: Bracaglia (F), Battisti (F).

LE PAGELLE

BRESCIA
Prandini 6.5 Un miracolo strepitoso su Bracaglia in apertura inaugura la sua giornata: purtroppo sul pareggio ha qualche responsabilità, mentre sul resto dei gol aveva già esaurito il suo credito con la fortuna. 
Boafo 7 Fa il suo senza esitazioni: controlla la corsia e sfrutta la sua grande velocità per mettere in mostra - quando ha campo libero - ottime progressioni: offre anche a Bertazzoli la possibilità di dimenticare il penalty, il migliore dei suoi.
Danesi 6 Bene l’aggressività in fase di non possesso, appena lo punta non tarda a mettergli il fiato sul collo. Si prende qualche rischio quando si scontra in ara area con Favale, per il resto soffre come tutta l’intera squadra. 
Bertoni 5.5 Fatica ad impostare, i canarini hanno il controllo della sua zona e lui si limita a schermare il dirimpettaio quando entra nel suo raggio d’azione. Inoltre perde qualche pallone di troppo, non al meglio.
18’ st Vasta 6 Entra e fa quel che può.
Castellini 5.5 Vigile anche nel presidio dello spazio aereo, di certo non fa malissimo però ovviamente pesano sulla prestazione le reti prese per vie centrali che pregiudicano la prova complessiva del pacchetto arretrato.
Maccherini 5.5 Buon giro palla all’inizio, poi naufraga con tutto il reparto ma dalla sua ha la scusante che in mezzo non hanno filtrato a dovere. 
Fogliata 5.5 Pochi spunti e tanta fatica nel mezzo, la sua gara dura poco più di un tempo e stavolta sembra provato dal caldo. 
10’ st Ferro 5.5 Si mette sulla destra e prova a fare qualcosa in un match incanalatosi male.
Tomella 6.5 Illude tutti col suo gol in apertura, sembrava l’inizio del grande sogno ma presto tutto diventa un sonno affannoso: di certo è tra i migliori dei suoi, purtroppo i ciociari quando iniziano a giocare prendono possesso della mediana.
Del Barba 5 Non è facile per lui trovare gli spazi in mezzo ai piloni difensivi ciociari, rimane una mina pronta ad esplodere in qualsiasi momento, peccato non arrivi mai l’innesto da parte dei compagni. Non sembra avere le caratteristiche da prima punta, è più un trequartista. 
10’ st Cappadonna 5.5 Entra nel momento peggiore dei suoi, difficile fare qualcosa. 
Bertazzoli 5 Rimane in ombra per tutta la prima frazione con la marcia del dribbling che faticava ad ingranarsi, trova però lo spunto in chiusura di prima frazione per guadagnarsi il penalty e sbagliarlo. Sbaglia anche un piattone poco dopo. Peccato, era la sua gara.
Bianchetti 6 Il fantasista bresciano più atteso, quando ha la palla può sempre succedere qualcosa e quindi si aspetta solo che sfreghi la lampada: buon assist per Tomella dopo il rigore sbagliato, però non arriva molto altro dalle sue zolle. (34’ st Scalmana sv).
All. Aragolaza 5.5 Prescindendo dal fatto che il Frosinone si è dimostrato più forte, rimane il dubbio che non abbia letto al meglio la gara. Ma difficile rimproveragli qualcosa, fermo restando che a Frosinone servirà l’impresa.

FROSINONE
Palmisani 6.5
Sul gol è ingannato da una deviazione ma poi si riscatta andando a prendere il rigore del possibile nuovo sorpasso: prova egregia dell’estremo difensore ciociaro.
Rosati 6 Prova pianamente sufficiente, nulla di trascendentale ma di certo non perde un colpo nei contrasti. (23’ st Benacquista sv).
Giordani 7 Salva subito dopo il rigore un gol fatto andando a chiudere su Tomella, il capitano è un concentrato di personalità e tecnica. Bene anche in costruzione anche se fatica un po’ quando puntato.
Bruno 6.5 Ha il compito di gestire le operazione e lo fa senza problemi, lui e i compagni prendono in mano il centrocampo e lo gestiscono con grande abilità. Unica macchia il rigore procurato ma partecipa ance alla prima rete.
15’ st Battisti 6 Entra e fa il suo.
Mestrelli 6.5 Gestisce alla grande il reparto difensivo senza concedere a Delbarba troppi metri a disposizione. Un autentico satanasso difficile da raggirare, che va pure a segno.
Bracaglia 6.5 Nel complesso una prova positiva, prima rischia il gol del vantaggio di testa ed è fermato solo da un miracolo, poi però partecipa, suo malgrado, deviando in rete il primo gol del Brescia: nel complesso solido e diligente.
Cangianiello 6.5 Si prodiga tanto nel mezzo per garantire pressione e allo stesso tempo creare occasioni. Prova complessiva niente male, ha solo qualcosa da rimproverassi quando il Brescia si procura il rigore (perde palla sulla trequarti) ma finisce bene.
Peres 8 Prova egregia del centrocampista canarino, muove tante palle e orchestra trame degne di notevole intelligenza tattica: nella ripresa il suo uno-due preclude definitivamente al Brescia il sogno Serie A.
Stampete 6 Anche lui svaria molto sul fronte offensivo ma di ghiotte occasioni a disposizione nemmeno l’ombra. Bene però i movimenti. (41’ st Selvini sv).
Favale 7.5 Parte un po’ in sordina ma quando torna nella sua zona favorita di campo inizia a prendere per mano i compagni per mettere le cose a posto. (41’ st Di Palma sv).
Jirillo 6 Va in rete ma in offside, non è pericolosissimo ma quando innescato non si fa pregare troppo per metterla dentro: osservato speciale.
All. Gorgone 7 Non era facile passare a Brescia ma lui lo fa ugualmente, inizialmente mascherando un po’ le carte in tavola con astruso tatticismo per poi passare al consueto 4-3-1-2 con Favale dietro alle punte, insieme alla sua licenza poetica: sarà la mossa decisiva e al diavolo gli schemi e tutti i maniaci della tattica esasperata, fantasia al potere.


ARBITRO
Ancora di Roma 6.5 Molto bravo nel gestire l’emotività del match, dirige senza tentennamenti e non cadendo nei tranelli in area di rigore. La sua autorevolezza non fa avvertire la sua presenza, perciò arbitra alla grande. 

LE INTERVISTE

Grande sportività per il tecnico lombardo Gustavo Aragolaza, andatosi a congratulare con i rivali, al triplice fischio, senza mancar di rincuorare ovviamente i suoi. Il suo commento a caldo però tradisce - com’è ovvio -  un pizzico d’amarezza per aver incassato una sconfitta pesantissima che nel bilancio complessivo dei 180 minuti potrebbe costare l’eliminazione. «Questo è il calcio - spiega il tecnico - dal potenziale 2-1 alla sofferenza della ripresa. Abbiamo sofferto troppo la loro fisicità, credo, anche perché in settimana li avevamo studiati e sapevamo che erano una squadra tosta e rognosa. Così è andata. Dovevamo vincere qualche contrasto in più per poter far nostra la partita, ma nel secondo tempo, secondo me, non abbiamo giocato molto e quindi contro una squadra come il Frosinone si fa dura». Il cambio di modulo del secondo tempo è spiegato in questi termini dall’argentino: «Nella ripresa vedevo Delbarba troppo solo e quindi abbiamo provato a metterci un uomo a supporto, loro giocavano senza il trequartista e quindi abbiamo cambiato per quello: abbiamo cercato di vincerla mettendo qualche persona in più davanti. Rischiando, ovviamente, i due gol subiti ne sono la testimonianza ma d’altronde questa è la squadra che ho. Il Brescia deve sempre provare di vincere e ogni tanto succede quello che è successo oggi. La sconfitta però non deve togliere i meriti ai miei ragazzi, mancano ancora 95 minuti». Il tecnico biancazzurro non si da per vinto e in questa settimana cercherà di recuperare il gruppo sul piano mentale per poter andare in Ciociaria a fare l’impresa, usando tutta la saggezza tipica di un uomo del Río de la Plata. «Prima di tutto - chiude Aragolaza - ho chiesto ai ragazzi se ci tenessero ad andare a Frosinone, e mi hanno detto di sì! Quindi andremo a giocarcela come abbiamo sempre fatto e proveremo a ribaltare il risultato, vada come vada. Nel calcio o si vince o si impara, sempre». 


Soddisfatto il tecnico del Frosinone Giorgio Gorgone, tornato ad allenare in gialloblù dopo le mitiche stagioni nello staff di Roberto Stellone, col quale visse in quattro anni due promozioni (dalla Lega Pro Prima Divisione alla Serie B e dalla Serie B alla Serie A), prima di lasciare nel 2016 la società laziale dopo le dimissioni dello stesso Stellone. «Complimenti al Brescia - il commento di Gorgone - una squadra tosta, con qualità, difficile da incontrare e contro la quale pure la Lazio ha fatto due ottime partite. Non è stato un match facile per noi, ma è andata bene, abbiamo fatto una partita di grande temperamento, di sacrificio, oltre a proporre tratti di grande qualità. Siamo una squadra a cui piace giocare ma stavolta ci abbiamo messo pure grande sacrificio. Complimenti a tutti quindi». A livello tattico, questo il suo commento: «Inizialmente abbiamo alternato l’utilizzo del trequartista durante la partita, a volte si vedeva altre meno perché saltando gli schemi è normale non si noti molto, però Favale girava dietro. Tornando alla gara, forse c’era anche un rigore per noi a fine primo tempo. Queste non sono partite facili - prosegue il tecnico - soprattuto con questo caldo, ma sono ragazzi che coltivano un sogno e quindi diventano molto importanti per tutti: spero che i ragazzi riescano a far diventare questo sogno in realtà. Anche perché per esperienza dico per che il calcio riserva tante sorprese e questa è soltanto l’andata. Saremo concentrati pure per il ritorno». Giustappunto, per il tecnico ciociaro, guai a parlare di gestione. «Gestire? Non lo faremo, non ne siamo in grado. Al ritorno proveremo a giocarla e so che loro verranno in maniera più spavalda perché proveranno a fare il massimo, quindi non so: il calcio è imprevedibile e quest’anno ne ho avuto la riprova, visto che era 10 anni che non facevo la Primavera. E nei ragazzi è ancora più imprevedibile, le partite cambiano in un modo clamoroso e quindi testa alla prossima».

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