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Juventus, il nuovo Miretti corteggiato da Totti, ha fatto 450.000 Km per inseguire Ronaldo

In bianconero da quando aveva 7 anni, la doppietta con l'Italia Under 19 svela un altro giovane talento 'di casa' pronto al grande salto

Juventus, il nuovo Miretti ha già fatto 450.000 Km e 11 anni di sacrifici da quando era Pulcino

Luis Hasa, centrocampista offensivo classe 2004, alla Juve da quando era Pulcino, 'scoperto' ad Asti da Marco Burbello

La doppietta firmata con l’Italia Under 19 contro l’Ungheria ha messo sotto i riflettori un nuovo grande talento tutto ‘fatto in casa Juventus’: il centrocampista offensivo Luis Hasa, classe 2004 e con la maglia bianconera addosso da quando aveva 7 anni ed era un Pulcino. Una storia tutta da raccontare quella di Luis Hasa, della sua famiglia, dei suoi inizi all’inseguimento del pallone nel campo sotto casa e quel pizzico di ‘destino’ che ha portato un talent-scout, Marco Burbello, a capitare ‘per caso’ vicino a quel campetto dove Hasa muoveva i primi passi a sei anni ma che rimase folgorato dalle sue capacità innate, tanto da contattare subito la Juventus e da lì cominciare un’avventura che sembra, e ci si augura, possa ripetere quella dell’altro talento sbocciato in casa bianconera come Fabio Miretti.

Luis Hasa, numero 11, nell'amichevole dell'Italia U19 in cui il bianconero ha siglato la sua doppietta (foto: www.figc.it)


Nato il 6 gennaio del 2004 a Sora, in provincia di Frosinone, Luis Hasa è un giovane e talentuoso centrocampista offensivo di origini albanesi, con papà Arben, mamma Naiada e il fratello classe 2001 Alessio, sotto contratto con la Juventus e sotto l’ala protettiva e attenta dell’agenzia di procuratori P&P Sport Management S.A.M. di Federico Pastorello (che ha vinto la concorrenza addirittura di Francesco Totti e che ha in ‘scuderia’ Romelu Lukaku e Stefan de Vrij e che se ha deciso fortemente di accogliere fin dalla tenera età un giocatore come Hasa un motivo ci sarà…).

Il classe 2004 nasce come centrocampista offensivo di fascia, ma nel corso degli anni ha imparato anche a disimpegnarsi bene da trequartista o come attaccante aggiunto sull’esterno. Dotato di un’ottima tecnica individuale e soprattutto di un’ottima capacità nel saltare l’avversario e creare la tanto preziosa ‘superiorità numerica’, oltre a possedere grandi capacità balistiche nel calcio. Hasa che, in questa stagione, oltre alla doppietta con l’Italia Under 19 contro l’Ungheria, ha già messo a segno un gol pesantissimo per la stagione della Primavera bianconera di Paolo Montero. Suo infatti il gol in Youth League (la Champions League dei giovani), contro il Benfica di qualche settimana fa, che ha permesso alla Juventus di accedere al turno successivo del massimo torneo europeo giovanile. Un viaggio cominciato però tanti anni fa, grazie alle sue qualità ma anche e soprattutto con l’incontro col destino e del destino.

I numeri in questa stagione in campionato Primavera 1 di Luis Hasa dall'App di SprinteSport


CHI LO SCOPRI’ A 6 ANNI E LO PORTO’ SUBITO ALLA JUVENTUS...

Mauro Burbello: «Ragazzo dalle qualità uniche dentro e fuori dal campo. Doti speciali e una famiglia speciale»

Il lungo viaggio di Luis Hasa con la maglia bianconera, comincia quando Luis ha appena 7 anni. Giusto il tempo di giocare qualche partita nella società che ha il campo sotto casa, il San Domenico Savio di Asti, che un incontro ‘casuale’ diventa la chiave del suo destino. «In quel periodo facevo l’osservatore per la Juventus - racconta Marco Burbello, attuale responsabile del settore giovanile dell’Asti -. Ero sempre in giro a vedere partite e un giorno capitai vicino al campo del San Domenico Savio. Vidi un gruppo di bambini che giocava liberamente, calciavano in porta e facendo allenamento. Rimasi folgorato e impressionato subito dalle qualità e dalle doti di Luis. Aveva qualità tecniche naturali fuori dalla norma, calciava con potenza, precisione e semplicità. Tanta forza nelle gambe e facilità nel saltare l’avversario. Tutte doti e qualità che nessuno può insegnare e soprattutto a quell’età si esprimono in modo assolutamente naturale».

Mauro Burbello, attuale resp. settore giovanile dell'Asti che scoprì e portò Luis Hasa alla Juventus


Tanto da convincere subito Mauro Burbello a chiamare ‘casa Juventus’: «Chiamai subito Milani, lo chiamarono per un primo provino e poi un altro… Fino a che decisero di prenderlo subito e da allora è rimasto sempre in Juventus facendo tutta la trafila fino alla Primavera». Marco Burbello che aveva già fatto un grande ‘regalo’ alla Juventus e al calcio italiano già in passato: «Prima di Hasa mi era capitata la fortuna di vedere all’opera Matteo Paro anni prima e di averlo portato alla Juventus. Un altro grande ragazzo prima che grande calciatore, così come Luis Hasa e la sua famiglia. Sono persone davvero speciali, umili, che sorreggono e hanno sorretto Luis in tutto ma sempre mantenendo la giusta visione della realtà. Sono felicissimo di vedere Luis continuare il suo percorso, ci sentiamo ancora spesso e gli auguro tutto il meglio possibile perchè lo merita, come detto come giocatore ma soprattuto come ragazzo che da quando aveva 7 anni ha fatto grandissimi sacrifici. A livello personale invece, bello essersi trovato al posto giusto nel momento giusto ma poi il merito è tutto del ragazzo. A livello personale la cosa più gratificante è vedere ragazzi che approdano alla Juventus e cominciano il loro cammino. Come è capitato anche lo scorso anno ad Asti col 2009 Bosco approdato in bianconero».

Mauro Burbello con una storia nella storia da raccontare: «Sono nato in Libia e poi a 7 anni con la mia famiglia siamo venuti in Italia. Sono stato giocatore e poi allenatore. Ho avuto il piacere di allenare nelle giovanili della Juventus per 7 anni nel periodo di Perinetti e Sacco, dal 1998 al 2005. Poi smisi ma due anni dopo mi chiamò Marchio, allora responsabile dell’attività di base bianconera, proponendomi di fare l’osservatore per loro. E da due anni sono responsabile del settore giovanile dell’Asti. E, come detto, la cosa più bella è avere la fortuna di poter allenare e segnalare giocatori come Luis, a cui auguro di proseguire al meglio la sua avventura». Chiamata sogno…

La carriera e il percorso da quando era Pulcino di Luis Hasa, nei vari campionati, dai Pulcini alla Primavera


LA STORIA E IL RACCONTO DI UNA FAVOLA E UNA FAMIGLIA SPECIALE

40.000 Km all’anno da 11 anni: i sacrifici non contano per la felicità’. A Roma da Totti ma poi…

Nella favola tutta ancora da raccontare di Luis Hasa, il film a cui dare palcoscenico di una storia personale e familiare da rivivere. Con papà Arben originario di Pecin in Albania, arrivato in Italia nel 1993, a Sora, vicino Frosinone dove c’erano i suoi fratelli in una famiglia numerosa, fatta di 6 fratelli e due sorelle, e poco dopo la nascita di Luis arrivati ad Asti dove c'era un altro fratello di Arben, con la moglie Naiada e Alessio, fratello di Luis ma nato nel 2001, proprio vicinissimi al campo del San Domenico Savio. Il più grande, Alessio, cominciò a giocare lì e, quando ebbe l’età, anche Luis cominciò proprio sul campo vicino a casa a giocare a pallone. Lì lo vide Marco Burbello e di lì a poco Luis cominciò - accompagnato da papà Arben - ad andare tutte le settimane a Vinovo alla Juventus per le prove. Un doppio viaggio Ast-Torino-Asti fatto per quasi un anno, poi la Juventus decise di tesserarlo e da allora...

Papà Arben e mamma Naiada Hasa: dietro un grande ragazzo una grande famiglia


Impegno non semplice per Luis e la sua famiglia ma affrontato con grande serenità e serietà da tutti. Un grande impegno, per tutta la famiglia e per Luis. Tanti sacrifici, fatica e non solo per far conciliare tutto: il lavoro, la scuola e il calcio. Luis partiva poco prima delle 7 del mattino e tornava alla sera ma sempre col sorriso e, negli anni, insieme ad altri ragazzi della Juventus della zona, prendeva il pulmino della società che partita e tornava al casello dell’autostrada di Asti. Ogni anno, per 11 anni, Luis e la famiglia fatto e ha fatto più di 40.000 km all’anno solo per andare agli allenamenti, alle partite e ai tornei.

Felicità e soddisfazioni che non hanno cambiato la famiglia nè Luis che ancora oggi va e viene da Torino ad Asti. Un piacere, nonostante i sacrifici, vedere la felicità di un figlio. Il calcio fa parte della famiglia visto che anche Alessio, il 2001, ha giocato per anni al San Domenico e dintorni. La cosa più bella per papà, mamma e famiglia però, è vedere che Luis è rimasto ed è sempre lo stesso ragazzo, umile e determinato. Che chiama sempre a casa dovunque sia e che ha chiamato anche dopo la doppietta con l’Italia. Felicissimo come tutta la famiglia Hasa. Era la prima doppietta con la maglia Azzurra ma Luis Hasa aveva già segnato in questa stagione un gol importante con la sua Primavera contro il Benfica in Youth League e anche allora arrivò la chiamata a casa. Felice per lui e per la sua Juventus di cui si sente ormai davvero la maglia addosso. Il suo idolo? Cristiano Ronaldo che nel periodo in bianconero del portoghese ha anche incrociato in qualche allenamento e rifinitura.

Luis Hasa e un talento notato da molti, anche da Francesco Totti, che ha corteggiato il ragazzo con la sua agenzia di procura ma che ha visto ricevere un no. Prima di decidere di entrare a far parte dell’agenzia di Federico Pastorello, infatti, Luis Hasa e famiglia, erano stati contattati anche da Francesco Totti (che da poco aveva avviato la sua avventura come agenzia di procura, ndr). Viaggio a Roma e l'incontro con piacevole chiacchierata con Francesco Totti in persona, con cui però non si andò oltre la chiacchierata per un’esperienza comunque bella da ricordare e un incontro da raccontare.

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