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Primavera 4

16 gol in 12 partite, l'ex Inter ha trovato la sua dimensione: ora è il capocannoniere della categoria

Una rete ogni 62 minuti, così Emanuele Zanaboni sta trascinando la Pro Patria al secondo posto

Emanuele Zanaboni

Emanuele Zanaboni, attaccante della Pro Patria

Sta vivendo una vera stagione da sogno, di quelle che danno adito a nuove prospettive ed ambizioni Emanuele Alessandro Zanaboni, attaccante classe 2005 della Pro Patria sotto la guida di Giuliano Gentilini. Il numero 9 dei Tigrotti ha all'attivo ben 16 gol in 12 presenze nel girone d'andata di Primavera 4, reti che gli valgono il titolo di capocannoniere del Girone A con la straordinaria media di un gol ogni ora. Una forma strabiliante che sta permettendo a lui e alla sua squadra di essere al secondo posto in classifica a 5 punti dal Rimini capolista, con i suoi gol che pesano quasi per il 50% su quelli totalizzati dalla formazione milanese (16 su 33) e che hanno portato più di un terzo dei punti totali conquistati (9 su 26). Decisivo è dire poco.

L'INIZIO DELLA SCALATA

La storia di Emanuele parte il 5 febbraio 2005 dalla provincia di Milano, esattamente dal comune di Vighignolo. È lì che inizia a dare i primi calci ad un pallone, del quale s'innamora subito. Dopo un anno passato nei Pulcini della squadra del suo paese è notato e preso subito dall'Alcione, sempre attento quando si tratta di piccoli fenomeni, dove presto viene nominato capitano della squadra A dei 2005 per poi imporsi l'anno successivo contro le prime squadre professionistiche senza perdere neanche una partita. 

"Zana" in maglia Alcione

GLI OCCHI DELLE BIG

Le prestazioni dell'Alcione e del suo capitano non passano inosservate agli osservatori delle più grandi squadre lombarde. È l'Atalanta che manifesta il primo interesse per Zanaboni, ma è troppo presto: dopo mesi di provini ed allenamenti con i bergamaschi il passaggio a Zingonia non si conclude. Dopo qualche mese ci prova ancora una nerazzurra, questa volta l'Inter, e dopo un solo provino la risposta è «Sì, lo vogliamo». L'inizio tra i professionisti non è mai semplice ed Emanuele, vista anche la tenera età, ha bisogno di tempo per ingranare. In quattro anni e mezzo di Inter si esprime a tratti, decidendo di lasciare i nerazzurri nel gennaio del 2019 per trovare la continuità che stava pian piano perdendo, ma senza riserve: «L'ambiente Inter mi ha responsabilizzato e mi ha permesso di fare esperienze indimenticabili sia dal punto calcistico che umano, non ho mai pensato di mollare nonostante le difficoltà, se vuoi arrivare lontano devi fare dei sacrifici»

RICOMINCIO DA TE

Una volta finita l'esperienza nerazzurra decide di sposare la causa Pro Patria. Da settembre 2019 gioca per i biancoblù di Corso Sempione, dove viene subito aggregato all'Under 15 Nazionale e fa tutta la trafila delle giovanili dei Tigrotti dove nel 2020-2021 - anno interrotto poi dal Covid - conosce per la prima volta il suo attuale allenatore Giuliano Gentilini, allora all'Under 16. L'impatto di Zanaboni non è sorprendente e tra pandemia e infortuni non riesce a lasciare il segno come vorrebbe, ma poi ecco la svolta: «La squadra non stava andando bene e mi sono stirato il legamento della caviglia, sono stato fuori tre mesi, al mio rientro ho cambiato il mio modo di giocare: nel girone di ritorno ho fatto 5 gol in 8 partite». Numeri che gli valgono le attenzioni del Milan, che lo chiama per vederlo da vicino.

Emanuele Zanaboni ai tempi dell'Under 15 della Pro Patria

LA CONSACRAZIONE

Con i rossoneri le strade non si uniscono, e allora per Emanuele c'è il salto in Primavera 4 con Gentilini (2022/23) e la definitiva consacrazione: segna 16 gol in 12 partite e porta i Tigrotti all'attuale secondo posto in classifica, timbrando il cartellino in 10 partite diverse. Sul suo periodo di forma dichiara: «Mi aspettavo di far bene, ma non così tanto. Mi sono allenato duramente durante la preparazione e sono stato aiutato dai miei compagni, nell'ultimo periodo stiamo acquisendo consapevolezza per puntare a vincere il campionato». Sui suoi gol più importanti non ha dubbi: «La doppietta realizzata contro il Mantova: eravamo sotto a due minuti dalla fine e ho fatto i gol che hanno ribaltato il risultato».

E SUL SUO IDOLO...

«Fin da bambino il mio idolo è stato Diego Milito, ero molto piccolo nell'anno del Triplete (2010) ma quello è stato il momento in cui ricordo di essermi innamorato del pallone e del ruolo dell'attaccante». Mentre su un calciatore a lui simile risponde: «Con le dovute proporzioni, Haaland e Vlahovic sono quelli che guardo con più attenzione: mancini, veloci nel lungo e decisivi sotto porta».

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