Supercoppa Primavera
26 Gennaio 2023
PRIMAVERA FIORENTINA: Alberto Aquilani con il trofeo conquistato a Monza ai danni dell'Inter
5 titoli in meno di tre anni: dalla Tim Cup vinta contro il Verona il 26 agosto 2020, poco più di un mese dopo la sua nomina da guida tecnica della Primavera, alla Supercoppa conquistata il 25 gennaio 2023 all'U-Power Stadium ai danni dell'Inter. Nel mezzo altre due Tim Cup e un'altra Supercoppa, che lo rendono l'allenatore più vincente della categoria dal suo insediamento sulla panchina della Viola fino ad oggi. Più di Alberto De Rossi, più di Massimo Brambilla, più di Cristian Chivu: signore e signori, questo è Alberto Aquilani. Ex calciatore cresciuto nella Roma e passato, tra le altre, da Liverpool (sponda reds), Lisbona (sponda Sporting), Torino (sponda Juventus) e Milano (sponda Milan), dal 2019 ha intrapreso la carriera da allenatore e sta riscrivendo la storia del settore giovanile della Fiorentina. In fin dei conti i numeri sono inequivocabili: su 13 titoli ottenuti Primavera Viola (3 Scudetti, 3 Supercoppe e 7 Coppe Italia) ben 5 sono firmati dall'ex centrocampista della Nazionale, che di anni ne ha appena 39 e da quando fa l'allenatore ha già vinto più di quanto fatto da giocatore (5 titoli contro i 4 con le maglie di Roma e Sporting Lisbona).
«Vincere cinque trofei in neanche tre anni è incredibile» il commento del tecnico viola in conferenza stampa dopo il 2-1 contro l'Inter. Una partita pressoché perfetta quella della Fiorentina: solida dietro, precisa a centrocampo e intraprendente in avanti. Avanti 2-0 già dopo appena 25 minuti grazie ad Amatucci e Berti, nel secondo tempo il sigillo di Owusu ha spaventato ma non feriti i fiorentini: bravi ad attutire il colpo nonostante il forcing nerazzurro, vicinissimi al tris con Di Stefano (destro a giro che si stampa sul palo), meritatamente in festa dopo il triplice fischio con capitan Toci ad alzare al cielo la coppa. «Stanchi di vincere? Non lo saremo mai. I ragazzi sono stati incredibili - spiega Alberto Aquilani - e un grazie va anche all'intera società che ci supporta». Società rappresentata All'U-Power Stadium da nientepopodimeno che Rocco Commisso, presente a Monza per sostenere i baby viola: «Il presidente è sempre stato vicino, con lui c'è un rapporto quasi familiare: non posso fare altro che ringraziarlo. Avrebbe potuto benissimo seguire la partite in tv, ma è venuto fino a qui per sostenerci e siamo contenti di questo».
A Firenze, complice una posizione tutt'altro che solida di Vincenzo Italiano, c'è chi parla già di un possibile salto in prima squadra. Pur mantenendo i piedi per terra, l'ex calciatore non nasconde l'ambizione di volersi cimentare nel calcio dei grandi: «Quando ho iniziato questo percorso la mia volontà era quella di fare esperienza. Ero consapevole che le mie idee avrebbero avuto bisogno di sperimentazioni, e così è stato. La scorsa estate avrei potuto allenare una prima squadra - spiega Aquilani - ma non credo fosse il momento giusto. In Seria A con la Fiorentina? Sono molto legato alla società. Lo ero da giocatore e lo sono ora da allenatore, dunque sarebbe una cosa che mi riempirebbe d'orgoglio ma non ho fretta: voglio crescere e migliorare ancora». Aquilani ma non solo, visto che il miracolo Fiorentina è anche opera dei vari Di Stefano, Kayode, Berti, Toci e Martinelli: cinque dei giocatori più rappresentativi che, chi più chi meno, hanno già attirato l'attenzione di Vincenzo italiano. In merito a ciò l'ex romanista non ha dubbi: «Questi ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario e stanno vincendo tantissimo, qualcosa vorrà pur dire. Credo vadano presi in considerazione e spero vivamente che i loro sforzi un giorno saranno ripagati».