Supercoppa Primavera
26 Gennaio 2023
PRIMAVERA INTER: Cristian Chivu in uno scatto della semifinale Scudetto Under 18 persa contro il Genoa nel 2021
L'Inter e la Supercoppa Primavera: un matrimonio che non s'ha proprio da fare. I numeri dei nerazzurri sono inequivocabili: su sette partecipazioni (2006, 2007, 2012, 2016, 2017, 2018 e 2022) hanno alzato il trofeo solamente una volta, il 7 gennaio 2018, quando a San Siro una doppietta di Facundo Colidio fece piangere la Roma di Alberto De Rossi. Sono invece ben sei le sconfitte, ultima in ordine di tempo quella dell'U-Power Stadium contro la Fiorentina. Sotto di due gol all'intervallo per mano di Amatucci e Berti, ai nerazzurri non basta il quarto sigillo stagionale del classe 2005 Owusu - gran destro da fuori area che s'insacca sotto l'incrocio dei pali - per rimettere in piedi la finalissima.
Eppure le carte in regola per sperare in un finale diverso c'erano tutte. In primis per l'avversario, quella Fiorentina battuta lo scorso 22 ottobre in quella che, oltre ad essere la prima gioia stagionale, è coincisa con la partita della svolta. Da quel momento, infatti, i nerazzurri sono stati capaci di inanellare una serie di ben 6 risultati utili in campionato, 7 contando la vittoria in Tim Cup contro il Verona. Serie interrotta solamente venerdì scorso nella trasferta ligure contro la Sampdoria dopo aver fermato la Juventus a Vinovo e aver battuto il Milan nel derby. Dopodiché per l'occasione capitata tra i piedi di Iliev dopo soli 120 secondi, ma questa volta l'eroe di Sesto Fiorentino - suo il sigillo che è valso il trionfo in campionato - si è fatto ipnotizzare da un ottimo Martinelli. Un episodio che, a detta di Chivu, avrebbe potuto chiaramente svoltare la partita: «Quell'occasione ci ha fatto capire che ce l'avremmo potuta fare, è un peccato non averla sfruttata. Poi c'è stato l'infortunio di Jan (Zuberek, ndr) e ci siamo ritrovati sotto di due gol su una palla inattiva e un errore nostro. Ma non cerco alibi: non siamo mai stati in partita, abbiamo sbagliato tutto e non meritavamo assolutamente qualcosa di più».
Dal modulo agli interpreti, quella scesa in campo all'U-Power Stadium di Monza è stata un'Inter piena zeppa di novità. Quella più evidente è la scelta di accantonare l'ormai collaudato 4-3-3 per puntare su un 4-2-3-1 con Carboni sulla trequarti alle spalle di Zuberek, Iliev a sinistra e Martini a destra. Una scelta tattica rivelatasi sbagliata, come affermato dallo stesso tecnico rumeno: «Ho preso questa decisione per mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili. Credo che cambiare modulo con un solo giorno a disposizione non sia stata una grande idea, è stato un mio errore. Tuttavia il gioco della Fiorentina non lo abbiamo subito, soprattutto nel primo tempo. Di contro, a livello mentale avremmo potuto e dovuto fare molto di più». Che sia una scelta figlia dell'impiego di Carboni? Chissà, certo è che l'apporto del fantasista classe 2005 e di Mattia Zanotti - entrambi in pianta stabile in prima squadra con Simone Inzaghi - non ha portato i frutti sperati. «Quando giochi poche partite ufficiali la paghi, rispetto all'allenamento cambia tutto. I ragazzi si devono adattare alla realtà della Primavera - prosegue Chivu - ma sotto questo punto di vista non ho nulla da rimproverargli, hanno avuto l'atteggiamento giusto». Dopo il doppio vantaggio firmato nel primo tempo da Amatucci e Berti, è stato Owusu a riaprire la partita alla mezz'ora del secondo tempo. Un gol pazzesco quello del classe 2005: un bolide di destro da fuori area che ha concluso la propria corsa sotto l'incrocio dei pali. Si tratta del quarto sigillo stagionale e conferma il suo ottimo momento di forma: «Sta crescendo davvero tanto - ammette Chivu - e sono molto felice per lui. Sta vivendo un ottimo momento ed è anche per lui che abbiamo cambiato modulo durante la sosta».
Il ko contro la viola è coinciso con il settimo stagionale, il secondo del 2023 dopo il 2-1 rimediato venerdì scorso contro la Sampdoria. Un andamento comunque in netta crescita rispetto a settembre e alla prima parta di ottobre, anche se Chivu ci tiene a precisare quali siano gli obiettivi stagionali: «Siamo l'Inter, è vero, ma quest'anno stiamo lottando per non retrocede: dobbiamo ammetterlo. Stiamo cercando di trovare stabilità di risultati - spiega Chivu - ma non è semplice visto che quest'anno abbiamo tre gruppi in uno e abbiamo completamente rivoluzionato la squadra. Nel passato ho allenato sia in Under 17 che in Under 18 e rispetto alla Primavera cambia tantissimo. All'inizio abbiamo pagato questo scotto ma sapevamo di avere una squadra non in grado di vincere, se avessimo voluto farlo avremmo dovuto tenere qualche fuoriquota di livello». Cosa che ha fatto la Fiorentina del suo amico e ex compagno di squadra Alberto Aquilani: «È un bravo allenatore perché le sue squadre seguono la sua idea di calcio e vince molto. Sta dando continuità al lavoro fatto negli anni scorsi come ho fatto io con i 2003 - ammette Chivu - e quando è così è più facile, tant'è che riesce a convincere i suoi capi a tenere i migliori fuoriquota».