Risorto dalle ceneri un anno fa, una stagione di assestamento (condita comunque da una salvezza agevole) e poi il salto di qualità, l’annata da protagonista, il colore granata che torna a colorare il calcio dilettantistico lombardo. E ancora, scendere in campo al “Travaglia”, l’affetto della gente ritrovato e in generale, il ritorno di una piazza importante nel calcio come Corsico. Un sogno, riuscito a metà, almeno per adesso, perché si scrive Corsico, ma per ora si legge Quinto Romano (impianto utilizzato nelle gare interne), perché la squadra sta annaspando nelle zone basse della classifica, dimostrando che forse, la Promozione, in un momento come questo, è troppo. Dispiace, perché come si diceva le premesse erano diverse, ma troppe cose sono andate storte, problemi burocratici, problemi col Comune, ma soprattutto, problemi nella costruzione di una squadra all’altezza. Gli addii di Luongo, Joderi, Stocchi, Lasi solo per citarne alcuni erano un’avvisaglia di quello che poi, almeno in queste prime giornate, si è palesato in campo. Dopo la batosta con l’Assago infatti è arrivato anche il 5-0 col Varzi, pesante, pesantissimo per una piazza abituata a ben altro, con una squadra chiamata ora al classico moto d’orgoglio. Basi dal quale ripartire? La coppia Varricchione-De Lillo intanto, nonostante i risultati ha dimostrato di avere idee, coraggio, che però, ovviamente, con il materiale umano a disposizione non possono sviluppare più di tanto. Necessaria una svolta quindi, magari nella sessione invernale con qualche innesto, anche se la situazione è molto delicata, ma questo Corsico ha un nome da difendere, un blasone da rispettare.
Andrea Zoccolan
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