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Il Pulcino di nuovo in campo a neanche quattro mesi dal gravissimo incidente: «Il calcio è stato la sua forza»

Papà Pietro: «Mentre aspettavamo i soccorsi era lui a darmi la forza. Ce la faremo - mi diceva - vedrai...»

Andrea Cerra, Pro Novate

Pro Novate 2013 • Il piccolo Andrea Cerra

Questa è la storia di un bambino e di suo papà; una storia che fa capire, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il calcio non è solo un gioco, o uno sport, ma che può diventare una parte essenziale della vita, e risollevarla in un momento di grande difficoltà. 

Pietro Cerra è l'allenatore dei Pulcini 2013 della Pro Novate. Dopo aver giocato fin oltre i quarant'anni sceglie di cominciare ad allenare i più più piccoli mettendo a disposizione la sua grande esperienza. Inizia come secondo di Alessandro Anselmi (attuale tecnico dei 2010 del Torriani). Bruzzano, Pro Novate, Osal Novate le tappe durante le quali diventa tecnico titolare, prima di tornare nuovamente alla casa base rossoblù dove oggi è responsabile della categoria Pulcini. Nel frattempo inizia a giocare anche suo figlio, Andrea Cerra: già nei primi calci mostra una velocità al di sopra della media, e oltre a questo è instancabile. Corre, gioca, sempre, coi 2013 - la sua annata - ma anche coi 2012. Lo cerca il Renate, lo studiano società di livello regionale come l'Aldini. Andrea è solo all'inizio, ovviamente, ma le qualità si intravedono. A gennaio di quest'anno, però, la sua piccola carriera subisce una battuta d'arresto; il racconto di quanto è accaduto arriva dalla testimonianza diretta di papà Pietro.

L'INCIDENTE

«Era il 5 gennaio, combinazione la sera del compleanno di mia moglie. Dopo cena stavamo guardando un film sul divano, in quel periodo ristrutturavamo e in casa utilizzavamo un caminetto portatile. A un certo punto il caminetto si stava spegnendo così mi sono alzato per aggiungere un po' di liquido. Non mi sono accorto che Andrea era sceso anche lui dal divano e mi aveva seguito - è sempre stato molto attaccato a me -. Come mi sono avvicinato è partita una fiammata che lo ha preso in pieno, alle gambe. Il fuoco gli è divampato addosso, nella parte bassa del corpo, abbiamo provato a spegnerlo con delle coperte ma non c'è stato verso; sono stati attimi in cui ho pensato davvero di perderlo. L'ho preso di peso e l'ho portato nella vasca da bagno, abbiamo aperto l'acqua e finalmente le fiamme si sono spente. Lì ho pensato che il peggio fosse passato, ma in realtà non era che l'inizio di un lungo percorso. Mia figlia ha chiamato il 118, sono arrivate due ambulanze, i carabinieri. In quel momento era lui a fare coraggio a me. Uno scricciolo di nove anni, che non ha versato una lacrima. - Dai papà che ce la facciamo! -, mi diceva. Fortunatamente a Niguarda c'erano ancora due posti su dieci nel reparto grandi ustionati. Ci hanno ricoverato subito, aveva ancora il pigiama attaccato alle bruciature.

IL PERCORSO DI GUARIGIONE

«È iniziata una vera battaglia - prosegue Pietro Cerra -. Andrea aveva ustioni di terzo grado e ha fatto due mesi di centro con tre interventi di ricostruzione, andati tutti alla grande, poi siamo usciti dal reparto e ce ne sono stati altri due di fisioterapia per tutto il tempo in cui era rimasto immobilizzato, attaccato a una macchina e agli antidolorifici. Quando lo portavo via in sedia a rotelle ho chiesto al dottore se sarebbe tornato a camminare, e lui mi ha detto "assolutamente sì".

LA RINASCITA

«Il resto lo ha fatto lui, con il suo carattere fortissimo. I fisioterapisti ci hanno detto che avrebbe potuto tornare ad allenarsi verso settembre-ottobre, ma il 24 aprile lui era già ritornato in campo. Ovviamente era un po' come un robottino, si muoveva poco o niente. Però era lì, il calcio in tutto quel tempo era stata la sua forza, la voglia di ritornare al più presto il suo più grande stimolo».

Come sta Andrea oggi? «Ha recuperato quasi completamente. Nello scatto mi accorgo che ha ancora qualche problema nei cambi di direzione. È un po' più macchinoso, ma gioca con delle calze speciali, delle guaine contenitive che sono ancora necessarie. Per le grandi cicatrici da ustioni il tempo di recupero è stimato in 24 mesi. Potremo considerare tutto questo finito ad aprile del 2024». 

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