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Pulcini B

Un consiglio di Daniele Massaro lo ha sbloccato, oggi è il piccolo bomber del club numero uno a Milano

Neppure una doppia frattura scomposta al braccio ha fermato il goleador in miniatura, che si sta prendendo l'Alcione a suon di gol

Mattia Verdoliva in maglia Orange

PULCINI B: Mattia Verdoliva, classe 2014

Definizione letterale di Campione: "Nel linguaggio sportivo, l'atleta vincitore di una gara o di un ciclo di competizioni o che eccelle su tutti gli altri". Ma dizionario alla mano, Campione può voler anche dire "Saggio prelevato da un insieme omogeneo più ampio a fini commerciali o tecnologici o di analisi". Il motivo per cui oggi parliamo di Mattia Verdoliva, classe 2014 dell'Alcione è principalmente il secondo, ma ci auguriamo (e soprattutto gli auguriamo), di tornare a parlare di lui molto presto anche per i futuri traguardi della sua giovane carriera da calciatore.
 
Campione come esempio fra molti come lui, dunque, come rappresentante di tanti piccoli calciatori che hanno un sogno nel cuore, nei piedi e nella testa. Campione come modello di una parabola di crescita corretta per un ragazzino che sta percorrendo la sua strada, segnando tanti gol, e avendo accanto le persone giuste che lo stimolano senza però perdere di vista le priorità di un bambino di 8 anni (la scuola sopra ogni cosa), né la sua delicata psicologia. Il tempo, il lavoro e gli sforzi diranno dove potrà arrivare, ma certo è che che se al primo anno di Pulcini sei il bomber in una società che oggi è la numero 1 a Milano, la prima piccola pietra è al posto giusto per provare a costruire qualcosa di importante. 

GLI INIZI ALL'ORATORIO

Mattia Verdoliva comincia da piccolo nell'oratorio sotto casa dove gioca già il fratello Riccardo, classe 2012, oggi il suo primo tifoso. Contro bambini di due anni più grandi comincia subito a segnare tantissimi gol. Poi arrivano il Covid e la sosta forzata, l'attività va a singhiozzo, e quando si torna a finalmente in campo il piccolo Verdoliva è più affamato che mai. Continua a giocare all'oratorio, ma segna anche 5 gol a partita e diventa evidente che ha bisogno di alzare il livello della sfida. Approda così all'Assago, e lì incontra un'istituzione in tema di bambini e di calcio di base: sotto la responsabilità di Andrea Nardozza, e affiancando al lavoro in gialloblù anche un percorso di perfezionamento individuale con l'ex Inter Roberto Gallo, il suo sviluppo calcistico è sensibile, tanto da guadagnarsi un posto tra le fila della società in questo momento storico top a Milano: l'Alcione.

UN GRUPPO TUTTO NUOVO

In via Olivieri Mattia Verdoliva, al suo primo anno di calcio a 7 nei Pulcini, viene inserito nel secondo gruppo di 2014, quello che comprende per la maggior parte bambini provenienti da altre società. L'istruttore della squadra è Gabriele Riviera, e l'impronta fortemente tecnica negli allenamenti dell'allenatore è tra i fattori che stanno consolidando a vista d'occhio le qualità di Mattia e di molti suoi compagni. Il fatto di essere tutti "nuovi" in squadra ne ha facilitato l'ambientamento, e Verdoliva è diventato in breve il goleador di una squadra che in campionato viaggia a vele spiegate (quattro vittorie in altrettante giornate), collezionando diverse esperienze - con figure sempre onorevoli - nei test match contro i professionisti. Quasi 30 i gol già segnati in questo primo scorcio di stagione, dei quali offriamo qui sotto alcuni assaggi.

LE CARATTERISTICHE TECNICHE

Nel calcio a 5 giocava da prima punta, ma anche da attaccante esterno, come il suo idolo Rafael Leao. Da quest'anno invece è impiegato stabilmente come terminale offensivo della baby "arancia meccanica" di Riviera. Mattia Verdoliva non è però una punta di stazionamento, un finalizzatore che gioca spalle alla porta. Parliamo invece di un giocatore che ama venire incontro e svariare su tutto il fronte. Un attaccante versatile che ha nella velocità, nella tecnica di base a in una certa furbizia - o fiuto - le sue qualità a oggi più evidenti. 

L'INFORTUNIO AL BRACCIO E I CONSIGLI DI DANIELE MASSARO

Lo scorso anno una banale caduta gli procurò una frattura scomposta di ulna e radio. Mattia fu costretto a portare il gesso al braccio per due mesi, vedendosi limitata la possibilità di giocare. E per un bambino che il pallone se lo porta anche a scuola, si può immaginare quanto sia stato spiacevole. Limitata, ma non sospesa, perché anche con il braccio bloccato Mattia ha continuato ad allenarsi da solo, a casa, per quello che poteva.

Quei giorni di astinenza forzata dal calcio hanno aumentato la sua voglia e la sua fame di pallone, ma ciò che gli ha fatto davvero scattare qualcosa di importante nella sue testa di bambino, è stato il consiglio di un certo Daniele Massaro, leggenda del Milan e grande protagonista anche con la Nazionale italiana. Amico di famiglia, Massaro vedendolo giocare gli ha confidato: «Sei bravo, ma davanti alla porta devi diventare più cattivo, più efficace». Il messaggio semplice, da attaccante ad attaccante, ha fatto breccia in Mattia, che da quel giorno si è trasformato, spalancando le fauci e diventando un piccolo grande prospetto del calcio di base milanese.

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