Torneo delle Regioni Under 19
22 Aprile 2023
RAPPRESENTATIVA TRENTO UNDER 19 • Daniel Carotta e Jacopo Amorth, due dei migliori in campo
Per Trento e Veneto resta ancora tutto aperto a una giornata dalla fine. Il derby del Nord Italia finisce infatti con uno 0-0 che, visto il successo di misura dell'Umbria sulla Calabria, tiene entrambe sul filo per la qualificazione, con un passo in più per i blues, al momento secondi in classifica. Un pareggio senza gol, ma non senza brividi e protagonisti. La rapidità di Amorth e l'inventiva di Rubino, però, non bastano per decidere una sfida interrotta anche per l'infortunio di Froner, che lascia il campo a fine primo tempo per un problema alla caviglia.
Il Veneto per portarsi a un passo dalla qualificazione, o addirittura centrarla in caso di vittoria e contemporaneo pareggio dell'Umbria, il Trento per scrollarsi di dosso la rimonta subita proprio dalla regione del centro Italia nella sfida di ieri: alla seconda giornata le motivazioni già non mancano da entrambe le parti. Risultato? Un equilibrio perfetto, ma con dei ruoli. La capolista - in maglia blu - tiene più il pallino del gioco, mentre gli avversari in rosso coprono bene gli spazi e mantengono le giuste distanze tra i reparti, creando un reticolo che tiene ogni pericolo fuori dall'area di rigore. Gli unici due squilli dei veneti arrivano infatti tra il 15' e il 20', quando Rubino, ricevuta sempre palla Basso, cerca il mancino a giro dalla distanza, in entrambi i casi di facile presa per Froner. Come spesso accade quando una squadra gestisce il possesso, ma è sterile davanti, la prima buona occasione è per gli avversari: Amorth scatta su un lancio verso destra e appoggia alle sue spalle per Casagrande, che calcia forte sul primo palo, trovando la pronta risposta di Hrabar. L'intervento del portiere dei blues tiene così sullo 0-0 una sfida in equilibrio anche tatticamente, con entrambe le formazione schierate con il 4-2-3-1. Tra le fila del Veneto c'è però la mina vagante Rubino, che agisce da trequartista mobile scendendo o allargandosi - soprattutto a destra - per prendere palla. Mobile è proprio tutto il pacchetto offensivo dei blues, con Farias che a volte si sposta a sinistra e Guizzini che converge al centro. Nello schema del Trento, invece, l'asse caldo è quello del già citato Amorth, che dimostra un ottimo tocco del pallone, con il supporto alle spalle di Bortolotti, che non disdegna l'iniziativa sull'esterno. Le preoccupazioni principali, però, sono quelle che riguardano Froner, numero 1 della formazione in rosso, che verso la mezzora osservando una punizione non di molto alta del 19 avversario si infortuna alla caviglia in caduta. Il portiere trentino stringe i denti, salvo poi fare spazio ad Ambrosi a fine primo tempo. Prima di lasciare il terreno di gioco, però, l'estremo difensore riesce a osservare dai pali l'altra bella occasione del match, sempre di marca dei ragazzi di Maran. Al 43', infatti, il già citato Amorth si traveste da Theo Hernandez, brucia tutta la fascia destra partendo da metacampo e, una volta arrivato in area, sterza e calcia, trovando però nel rettangolo più piccolo la respinta di Cunico. È l'ultima chance dei primi 45 minuti di gioco, che vanno in archivio sullo 0-0.
L'incipit del Trento sembra propositivo, ma la prima chiamata è un tiro da dentro la sua area di rigore da parte di Basso, deviato in corner. Troppo poco per il tecnico Bedin, che all'11' spariglia le carte in cerca di un jolly. Là davanti dunque escono Farias e Colella, sostituiti da Spader - nuovo riferimento centrale - e Fedrighi, esterno sinistro subito chiamato all'azione. Due minuti dopo, infatti, il solito Rubino si incunea centralmente e appoggia per il numero 11, che da poco dentro l'area controlla e girandosi di mancino fa partire un tiro a incrociare rasoterra lento e fuori misura. L'ingresso di Fedrighi, tra l'altro, porta Guizzini a scendere a terzino, occupando il vuoto lasciato da Colella. Chi però crea quelle sporadiche chance è sempre Rubino, che al 22' da sinistra disegna un cross sporcato da Ambrosi, salvato poi sul secondo palo da Pietro Manfredi, tempestivo nel chiudere il tentativo di Basso. Se davanti manca ancora quel qualcosa per sbloccare il match, a livello di pericoli il Veneto riesce a non concedere più spazi o ripartenze al Trento, merito anche dell'ottima gestione della sfera. Per invertire il trend Maran, guida dei rossi, cambia allora l'impianto tattico dei suoi inserendo Jacopo Zeni per Sottovia e schierandolo al fianco di Devigili in un nuovo 4-4-2. La mossa sembra funzionare perché la retroguardia veneta si ritrova a dover riprendere le misure, e di punto in bianco non è semplice. La dimostrazione arriva infatti subito, al 30', quando Devigili sviluppa rapidamente per Amorth, che da destra si accentra e scaglia un mancino forte, ma fuori dallo specchio non di molto. Con più uomini a disposizione a ridosso dell'area avversaria, la bilancia del match, fin qui nelle mani del Veneto, sembra passare in quelle della squadra in rosso, che al 36' spaventa ancora Hrabar quando un tiro di Pietro Manfredi dalla lunetta viene deviato in calcio d'angolo. Occhio, però, a pensare che sia l'inizio di una fase di sofferenza per i ragazzi di Bedin, perché un minuto dopo i blues tornano a suonare la carica là davanti, costruendosi la chance migliore della ripresa: Rubino scambia a sinistra con Fedrighi, che chiude il triangolo con un tunnel e apparecchia per il mancino a incrociare del numero 19, a lato di poco. Per il Veneto, però, di nuovo niente da fare, e così la sfida termina con uno 0-0 che tiene entrambe ancora in gioco per la qualificazione.
VENETO-CP TRENTO 0-0
VENETO (4-2-3-1): Hrabar 6, Bellia 6, Cunico 7.5, Gobetti 7, Colella 6 (11' st Fedrighi 6.5), Cisse 6.5, Maragno 6 (38' st Prandini sv), Basso 6.5 (46' st Bonfà sv), Rubino 7 (38' st Pilotto sv), Guizzini 6.5, Farias 6 (11' st Spader 6). A disp. Yabre, Bertasini, Campesan, Giacchina. All. Bedin 6.5. Dir. Gastaldo - Furlan.
CP TRENTO (4-2-3-1): Froner 6 (45' Ambrosi 6), Bortolotti 6.5, Carotta 7, Manfredi A. 6.5, Anzelini 6.5, Casagrande 6.5, Rech 6.5 (30' st Pierro sv), Amorth 7.5 (47' st Carli sv), Sottovia 6.5 (28' st Zeni J. 6), Manfredi P. 7, Devigili 6 (40' st Maraner sv). A disp. Comper, Ferraresi, Pradini, Zeni N.. All. Maran 7.
ARBITRO: Cattaneo di Novara 6.5.
ASSISTENTI: Tivari di Novara e Bushaj di Novara.
AMMONITI: Anzelini (C), Bortolotti (C), Cunico (V).
La terna arbitrale
VENETO
Cunico 7.5 Nonostante a far la gara siano lui e i suoi compagni di squadra, il numero 9 risulta essere decisivo. Oltre all'ottima guardia in cooperazione con Gobetti sulla punta avversaria, aggiunge una respinta nell'area piccola su uno dei tentativi di Amorth e nel finale si rende protagonista di un paio di chiusure fondamentali per evitare guai peggiori.
Gobetti 7 Insieme al compagno di reparto gestisce perfettamente Devigili e, anche se non compie salvataggi clamorosi, difensivamente svolge un grande lavoro. È bravo negli anticipi, quando rompe la riga per rubare il tempo al 9 avversario, che con lui intorno fatica a incidere.
Rubino 7 La verve offensiva dei blues passa dalla sua indiscutibile qualità. Si muove tanto sul fronte offensivo, ci prova su punizione, da fuori, ma purtroppo con scarsi risultati. Anche senza il colpo vincente, però, risulta tra i migliori creando praticamente tutti i grattacapi del Trento.
L'undici di partenza del Veneto
TRENTO
Carotta 7 Il capitano è molto attento nelle retrovie, dove funge da direttore della perfetta orchestra rossa. A ciò aggiunge anche un paio di uscite palla al piede per vie centrali che sono degne di nota e spezzano un po' il ritmo dei blues.
Amorth 7.5 Una furia, a destra è un vero e proprio frecciarossa, ma non è solo corsa. Alla rapidità aggiunge un mancino che può essere ferro, quando c'è da calciare, o piuma, quando c'è da superare in dribbling l'avversario. Anche a lui, come a Rubino, manca il colpo decisivo, ma a parità di qualità risulta più determinante per la sua squadra, che grazie alle sue sgasate trova il modo di rendersi pericolosa in ripartenza.
Manfredi P. 7 La corsia preferenziale dei trentini è l'altra, ma anche quando si passa dalle sue parti la palla è in cassaforte. È meno pericoloso rispetto al collega del lato opposto, di fatti registra un solo tentativo deviato in corner, però risalta di più nelle retrovie, dove mette a referto una chiusura decisiva su Basso.
La formazione titolare del Trento
VENETO
Possesso e qualche spunto, ma senza riuscire a sfondare un muro solidissimo. Si potrebbe sintetizzare così il match del Veneto di Valter Bedin, che analizza così la partita: «Abbiamo cercato di fare noi la partita e penso che abbiamo avuto più occasioni del Trento. La gara è stata difficile, loro hanno fatto una linea Maginot dietro molto forte, giocando sulle palle lunghe e cercando di metterci in difficoltà con le spizzate del loro centravanti, e un paio di chance le hanno avute. Noi abbiamo cercato di giocarla, ma non siamo riusciti a scardinare la difesa. Purtroppo oggi rispetto a ieri qualche giocatore ha risentito la stanchezza di giocare una sfida dopo l'altra, tutte diverse. Una squadra come la loro non ci ha permesso di esprimerci al meglio, soprattutto in fase offensiva. Ci è mancato il gol, alla fine abbiamo avuto un'occasione in cui è uscita poco. Ci abbiamo provato, non siamo stati capaci di segnare, però questo è il calcio e un torneo di rapido svolgimento è così: da una partita all'altra non si è mai sicuri di ciò che si trova».
E il muro eretto dai vicini di casa dopo 90 minuti di gioco resta inscalfito, più per cause tecniche che tattiche, come spiega l'allenatore veneto: «Le nostre punte hanno tenuto poco palla, non sono riuscite a fare gli scambi che dovevano fare, gli inserimenti, quindi la difficoltà è stata lì. Tatticamente la partita era difficile, dovevi avere in campo Dybala piuttosto che Messi per poter scardinare una difesa così. Qualcosa siamo riusciti a farla quando abbiamo fatto girare la palla velocemente, quando non ci riuscivamo permettevamo loro di essere sempre coperti e di non permetterci di trovare gli spunti giusti, o che abbiamo trovato senza poi centrare la porta». Neanche 24 ore e si tornerà in campo per la partita decisiva, ovvero quella con l'Umbria. «Io sono tranquillo e sereno, i ragazzi hanno fatto quello che dovevano fare, ora ricarichiamo le energie. - prosegue Bedin - Cercheremo di trovare tra i 20 ragazzi delle valide alternative perché domani farà molta differenza la condizione fisica, quindi i cambi e quanti giocatori sono all'altezza, oltre alle energie mentali».
TRENTO
Difendere per poi attaccare in rapidità: un piano apparentemente semplice, ma difficile da mettere in pratica. Al Trento la prima parte viene molto bene, mentre nella seconda, nonostante delle buone occasioni, manca quel qualcosina in più per trasformare in vittoria un già ottimo pareggio. «Abbiamo giocato in contenimento sapendo che loro sono bravi per poi sperare nelle ripartenze, come nel primo tempo con l'Umbria, solo che di fronte avevamo una difesa diversa e ieri le occasioni sono andate tutte bene. - spiega il tecnico Florio Maran - Oggi forse abbiamo allungato un po' di più perché volevamo prendere più spazio tra i reparti e avere la possibilità di chiudere dando tempo per uscire. Nel secondo tempo ci siamo messi 4-4-2 per provare a vincerla».
L'impresa non riesce, però le risposte sono tutte positive, anche dal punto di vista mentale dopo la clamorosa rimonta subita nel debutto. «Ieri quando siamo usciti dallo spogliatoio e siamo andati in albergo sembrava che avessimo perso perché per come si era messa la partita il pareggio è stato come una sconfitta. - racconta l'allenatore dell'Under 19 - La paura era questa, invece i ragazzi sono stati bravi a tirare fuori il carattere e si è visto che l'atteggiamento nello spogliatoio tra primo e secondo tempo è cambiato. Forse inconsciamente loro sul 3-0 ieri pensavano di averla già vinta, anche se non me l'hanno mai detto, però ho rammentato loro che il Milan ha perso una Champions League così. Capita a quei livelli là, perciò ho detto ai ragazzi di stare tranquilli, e loro da ieri sera sono stati sereni. L'importante era fare squadra, e oggi l'hanno fatto».