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Torneo delle Regioni Under 17

«Ho un guasto d'amore quando vedo il Piemonte», uno Scudetto che vale come una Champions

Il cammino, i riti e i protagonisti di una squadra vincente che ha riportato il tricolore a Torino dopo 54 anni

«Ho un guasto d'amore quando vedo il Piemonte», uno Scudetto che vale come una Champions

È tutto vero. Il Piemonte, dopo 54 anni, torna sul tetto d'Italia. All'inizio un sogno, poi una speranza, poi, partita dopo partita, turno dopo turno, la crescita di una consapevolezza. Prima Marche, Basilicata, Sicilia. Poi Friuli, Lazio e ancora Marche. Sette giorni, sette partite, sette mattine di tensioni e riti pre partita che hanno condotto prima al Goia di Volpiano, poi al leggendario Silvio Piola di Vercelli.

Un percorso, però, non iniziato il 21 di aprile, ma a settembre con i raduni a Gassino, con le amichevoli in giro per il Piemonte. Dalla vittoria del test con il Chieri, alle polemiche per la nebbia di Novarello. La palestra del Maggioni-Righi, arena perfetta per misurarsi con i ritmi e l'intensità delle professioniste, un palcoscenico di lusso dove la Selezione ha potuto fare le prove generali e cementare la sua solidità difensiva. Ma anche il torneo vinto alla Cbs con la Rapp sperimentale 2006-2007, al termine del quale è stato convocato Andrea Tortorella come primo elemento della selezione piemontese. 

Claudio Frasca ci ha sempre creduto. Ci credeva quando cercava di trovare la quadra, ci credeva quando ha scelto di puntare sul "predestinato" Francesco Leone, ci credeva quando ha deciso di convocare Daniele Manfredi e Nicolò Pauliuc, non ancora al top della forma al rientro dai rispettivi infortuni, ma li ha aspettati, li ha voluti. E ha avuto ragione. Un gruppo solido, non solo in campo, ma formato da calciatori veri, con personalità forti, che non hanno paura di palcoscenici importanti nei quali la differenza la fa la testa. E una menzione speciale va fatta per chi ha indossato la fascia al braccio al comando della selezione: Christian Mancino. Un esempio su tutti: il primo pensiero dopo la vittoria in semifinale con il Lazio lo ha dedicato allo squalificato Davide Mammolenti, un compagno di squadra e un amico. Christian Mancino, capitano che ha sempre avuto la parola giusta per tutti tenendoli concentrati ma anche rincuorandoli. E le sue lacrime al termine della finale: "non svegliatemi", prima di essere  sommerso dai compagni, sono l'esempio più bello ed emozionante di cosa vuol dire essere leader vero.

Uno ad uno questi ragazzi hanno saputo soffrire, lottare e alla fine vincere. Una favola. E l'eroe di giornata, della finale, è stato Francesco Leone. L'unico sottoleva della selezione, classe 2007, che ha giocato il Maggioni in prova con la Juve. Leone è stato determinante nel 2-1 sulle Marche nel girone, procurando il rigore decisivo realizzato da Giacona e, sempre con le Marche, si è ripetuto in finale. Più che un ruggito, titolo che a lui non piace, a decidere la finale è stata la sua zampata, come quella in semifinale che aveva dato il via alla vittoria con il Lazio. "Da lassù mi guarda ed è fiero di quello che ho fatto", la dedica di Francesco al nonno.

Un Torneo delle Regioni fatto anche di riti e di scaramanzie. I reels registrati in spogliatoio alla fine di ogni gara, ai quali ci siamo appassionati più che a una serie Tv, guidati dalla sapiente regia di capitan Mancio. Il rifugio del campo di Volpiano, all'ombra sotto la tribuna, dove andava a nascondersi e a riposare il preparatore dei portieri Enrico Chiapale, dopo ogni gara, esausto per la tensione. Tutte le bottigliette di plastica che Claudio Frasca ha accartocciato durante le cene davanti al suo vice, Marco Pizzato, una per ogni regione battuta. E come loro, anche noi, ogni mattina, diretti verso il campo, abbiamo gioito e ci siamo emozionati con i nostri riti e le nostre scaramanzie. Su tutte, quella che è diventata l'inno di questa selezione, come ha detto anche Enrico Chiapale: un guasto d'amore, che siamo riusciti a trasmettere anche al Piola, nell'intervallo. 

Uno scudetto che vale tantissimo, come una Champions League, per tutti, e soprattuto per Claudio Frasca, selezionatore al settimo anno con la Rappresentativa, che finalmente si è tolto la meritatissima soddisfazione di arrivare sul tetto d'Italia. Frasca, questa volta, è davvero on fire. E da adesso in poi "Ho un guasto d'amore, non riesco a star bene perché non ti vedo per tutte ste mattine".

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