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Fanfulla, ufficiale: Nicola Aschieri resterà in bianconero anche la prossima stagione

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La stagione sulla panchina del Fanfulla, che ha visto il suo ritorno in bianconero dopo cinque anni passati al Sant'Angelo, è stata decisamente incompleta per Nicola Aschieri. Le ottime premesse dei primi mesi di stagione hanno portato il tecnico a credere nel progetto portato avanti dalla dirigenza Lodigiana. Aschieri deve solo concordare la dirigenza quale sarà la categoria che allenerà nella prossima stagione. Dopo essersi preso un anno sabbatico, il tecnico era tornato a fare ciò che lo appassiona di più, ossia lavorare e crescere con i ragazzi. Aschieri ha espresso le sue speranze e le sue perplessità riguardo il periodo attuale. Il ritorno. Nicola Aschieri nasce calcisticamente nel Fanfulla, svolgendo attività di base per sette anni. Il sant'Angelo gli offre la possibilità di allenare i giovanissimi e questi anni sono fondamentali per crescere ed imparare a gestire lo spogliatoio. Dopo un anno passato come osservatore all'Inter ed il conseguimento del patentino Uefa C nel 2019, il giovane ed esperto tecnico ha fatto il suo ritorno a casa per allenare la formazione Under 15: «Il progetto del responsabile del settore giovanile Vittorio Sabbioni è stato fondamentale affinché potessi avere tra le mani una squadra competitiva con la quale provare diversi sistemi di gioco. Il Fanfulla ha ottime squadre di diverse annate, questa società crescerà molto nei prossimi anni». Grande amarezza. Il Fanfulla aveva iniziato la stagione in maniera ottimale con grande entusiasmo e partecipazione, conquistando tre vittorie nelle prime quattro giornate di campionato: «I ragazzi dopo uno stop lunghissimo avevano tanta voglia di rimettersi in gioco e me lo hanno dimostrato sin dal primo allenamento. Ad Agosto abbiamo lavorato praticamente tutti i giorni e non ci è voluto molto per ritrovare lo smalto per affrontare il campionato, questo fa vedere come loro avessero lavorato individualmente nei mesi precedenti». Aschieri ha portato al Fanfulla idee nuove e dinamiche che stavano dando i loro frutti sin dalle prime partite ed esprime il suo rammarico per aver potuto metterle in pratica: «A quest'età i ragazzi, secondo me, non hanno un ruolo ben definito, è giusto provarli in posizioni diverse ed adattarli ai compagni di reparto. Ho impostato un 4-4-1-1 molto offensivo con i terzini molto alti, ma nel corso della stagione avrei sicuramente cambiato sistema per insegnare ai ragazzi ad adattarsi, in modo da poter trovare soluzioni alternative nelle partite più difficili». Il tecnico bianconero sottolinea infine l'aspetto più critico di questi mesi di stop per il calcio giovanile soffermandosi sulla sfera extracalcistica:  «Gli allenamenti individuali sono stati certamente un toccasana per tutti noi, ma manca terribilmente l'ambiente spogliatoio. Il pre ed il post-partita sono essenziali per diventare un vero gruppo. Si può allenare la tecnica ed il fisico ma a livello sociale questi ragazzi stanno perdendo tanto e loro in primis ne sono consapevoli».  
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