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Cultura in Piemonte: 11,5 milioni di euro per 20 bandi, ma Chiarelli resta sotto esame

Festival, biblioteche, cinema e rievocazioni storiche al centro dei nuovi finanziamenti regionali. L’assessore prova a riconquistare credibilità dopo il rimpasto di Giunta e le polemiche sulla gestione delle risorse

Cultura in Piemonte: 11,5 milioni di euro per 20 bandi, ma Chiarelli resta sotto esame

Venti bandi, per un totale di 11,5 milioni di euro, sono pronti a essere pubblicati nelle prossime settimane dalla Regione Piemonte nell’ambito del nuovo Programma triennale della cultura. Un pacchetto importante, che dovrebbe dare ossigeno a festival, rassegne, biblioteche, librerie indipendenti, cinema, residenze artistiche e alla tutela del patrimonio linguistico e dialettale. Ma dietro i numeri, la partita politica è tutta interna alla Giunta Cirio e ruota intorno a una domanda: Marina Chiarelli è davvero all’altezza di guidare la cultura piemontese?

Dopo mesi di polemiche e un evidente ridimensionamento, l’assessore Chiarelli prova a riprendere fiato con l’annuncio dei bandi, che – come lei stessa afferma – «premiano chi porta la cultura dove ce n’è più bisogno, rendendo il Piemonte un modello di inclusione». Dichiarazioni roboanti, ma che suonano come un tentativo di uscire dall’angolo in cui è stata spinta da una serie di vicende politiche e giudiziarie: dai ritardi nei pagamenti alle associazioni culturali, fino alla questione del contributo elettorale irregolare da 2.500 euro, emersa grazie a un’inchiesta e ora sotto la lente della magistratura.

Il presidente Alberto Cirio, lo scorso giugno, ha deciso di toglierle le deleghe a Turismo e Sport, affidandole a Paolo Bongioanni. Ufficialmente, una riorganizzazione per “rendere più efficiente” la Giunta. In realtà, un segnale politico inequivocabile: Chiarelli ha perso peso. Ora le resta la Cultura, le Pari Opportunità e le Politiche Giovanili, ma il suo ruolo appare sempre più fragile.

Gli 11,5 milioni di euro sono una cifra significativa, ma il vero nodo sarà capire come verranno gestiti. La Chiarelli parla di “sistema culturale più forte e inclusivo”, promettendo attenzione ai territori periferici, alle iniziative di accessibilità e alla sostenibilità ambientale. Parole condivisibili, ma che richiedono una gestione solida e trasparente.

I bandi sono un’opportunità reale per dare fiato alla cultura piemontese, ma non bastano da soli a riscattare un assessore la cui credibilità è oggi in discussione. Se Chiarelli vuole dimostrare di essere all’altezza, dovrà passare dai proclami ai fatti concreti, mostrando trasparenza, rapidità e risultati. In caso contrario, questi 11,5 milioni rischiano di sembrare più un’operazione di facciata che una vera strategia culturale per il Piemonte.

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