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Violenza e abusi in una società di calcio

Cosa si deve fare ora con la riforma dello sport entrata in vigore a luglio

Violenza  e abusi in una società di calcio

Un giovane calciatore subisce un atto di violenza all'interno della sua società, e adesso? Quali sono le conseguenze a cui va incontro il presidente? Quali sono le misure che la società, e quindi l'intero consiglio direttivo, avrebbero dovuto adottare? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Rebecca Valentino associata A.I.A.S (Associazione Italiana Avvocati dello Sport).

La Riforma dello Sport si è rivelata un tema di cruciale importanza, un catalizzatore per il cambiamento all'interno delle Società sportive. Ciò che fino a qualche anno fa poteva sembrare un obiettivo lontano e astratto, si è concretizzato in una serie di normative e direttive che richiedono alle Società un adattamento rapido e deciso. Un esempio tangibile è l'obbligo imposto alle Associazioni e Società sportive di adeguare il proprio Statuto e Atto costitutivo alle nuove disposizioni normative, già oggetto di trattazione nell’articolo precedente, oltre al recente Mansionario dei lavoratori sportivi pubblicato dal Dipartimento per lo Sport, che sancisce le figure "indispensabili per lo svolgimento dell'attività sportiva”.

Tra gli adempimenti previsti per le Associazioni e Società sportive dilettantistiche figura anche quello sancito all’art. 16 D.Lgs 39/2021 “Fattori di rischio e contrasto della violenza di genere nello sport  con cui il legislatore dispone la predisposizione e l’adozione, nel rispetto delle linee guida emanate dalle Federazioni, Associazioni Benemerite, Enti di Promozione e Discipline Sportive Associate, dei Modelli Organizzativi di Gestione e controllo (MOG), dei relativi Codici di condotta, nonché la nomina, a far data dal 1° luglio 2024, di un Responsabile contro abusi, bullismo, violenze e discriminazioni, quale soggetto di vigilanza, supporto e riferimento per gli atleti.

Nonostante l’assonanza con i MOG adottati dalle aziende, ossia quell’insieme di protocolli progettati in risposta a quanto disposto dal D.Lgs 231/2001 per prevenire reati interni commessi al fine di ottenere un vantaggio economico, i MOG sportivi si caratterizzano perlopiù per la prevenzione di illeciti commessi su minori e altri soggetti “fragili”.

Infatti, il mondo dello sport, tradizionalmente portatore di valori formativi ed educativi, ha sottolineato l’importanza di un’adeguata protezione dei giovani e degli altri soggetti meritevoli di particolare tutela contro abusi, violenze, anche psicologiche, e ogni forma di discriminazione, al fine di salvaguardare l'integrità fisica e morale e promuovere l’inclusione e la parità di genere nell'ambito sportivo. Questi sforzi sono coerenti con il D.Lgs 198/2006 e il progetto di “Safeguarding Policy” già attuato dal CONI, il quale ha imposto a tutte le Federazioni, Associazioni Benemerite, Enti di Promozione e Discipline Sportive Associate di dotarsi di apposite linee guida, ponendosi così quale supervisore delle procedure per prevenire la commissione di tali illeciti.

Tali linee guida sono state effettivamente emanate dai soggetti anzidetti alla fine del mese di agosto 2023, pertanto, secondo le attuali normative, i MOG andranno adottati dalle singole Associazioni e Società entro il 31 agosto 2024.

Dal punto di vista pratico non esistono modelli standard; questi dovranno essere redatti in relazione alla natura, alle dimensioni, alla complessità e al livello di rischio che caratterizza la singola Associazione o Società. Le procedure di nomina del soggetto responsabile del “Safeguarding”, invece, dovranno essere incluse all’interno degli stessi MOG. Questo soggetto può essere un professionista esterno o un tesserato di fiducia, purché abbia familiarità con gli atleti e gli altri membri della Società. Il Consiglio Direttivo avrà l’onere di individuare e redigere un verbale di nomina di tale figura, la quale dovrà essere resa nota all’interno della Società e alla propria Federazione o Lega di appartenenza.

Allo stato dell’arte, permangono alcune incertezze riguardo alla traduzione delle linee guida, alla stesura dei MOG e alle modalità di trasmissione e divulgazione di tali documenti. In qualità di Associazione Italiana Avvocati dello Sport, seguiremo attentamente l'evoluzione delle direttive emanate dalle Federazioni, considerando i tempi e le scadenze, al fine di fornire un supporto concreto e efficace alle Associazioni e alle Società coinvolte.

Ad ogni modo, tale transizione riflette un cambiamento culturale verso una gestione più responsabile delle attività sportive, che può condurre ad una maggiore efficienza, affinché gli interessi degli atleti non vengano trascurati nel perseguire interessi economici e sociali.

Al di là dalle opinioni positive o negative sulla rigidità degli adempimenti previsti dalla Riforma dello Sport, infatti, è evidente che le realtà sportive stiano andando sempre più incontro ad un processo di "aziendalizzazione".

Questo mutamento fa sì che si ponga maggiore attenzione alla gestione organizzativa e alla professionalizzazione dello sport, che mira a garantire standard elevati di sicurezza, etica e qualità nell'offerta di servizi sportivi. Se da un lato ciò rappresenta sicuramente un progresso nella tutela dei diritti degli atleti, dall'altro evidenzia la necessità di un'adeguata e costante formazione, con conseguenti oneri economici, per gli operatori del settore, ai quali sono richieste competenze sempre più specializzate per affrontare le sfide emergenti nel nuovo panorama sportivo.

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