Legge dello Sport
30 Settembre 2024
Nello scorso appuntamento dedicato al tema del Safeguarding e della Tutela dei Minori ci eravamo lasciati con alcune incertezze in merito alla redazione e all’adozione dei Modelli di Organizzazione e Controllo ed alla nomina del Responsabile del Safeguarding quali obblighi imposti alle società e alle associazioni sportive dilettantistiche dal D.Lgs 39/2021.
Professionisti del settore, membri dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport – A.I.A.S. e i vari Comitati Regionali della Lega Nazionale Dilettanti, si sono fin da subito mobilitati per assistere le associazioni e le società dilettantistiche in questo ulteriore onere dettato dalla Riforma dello Sport.
Finalmente, ora possiamo fare maggiore chiarezza
Il termine del 31 agosto 2024 per l’adozione di Modelli di Organizzazione, Prevenzione, Gestione e Controllo (per brevità, MOC) è ormai passato. Pertanto, le società e le associazioni dovrebbero già avere emesso e approvato il proprio Modello, corredato del Codice di Condotta.
L’obbligo è stato ricordato alle associazioni e alle società di calcio dilettantistiche proprio dalla Lega Nazionale Dilettanti, Dipartimento Interregionale, che, con la Circolare n. 21 del 27 agosto 2024, ha invitato a prendere visione della nuova sezione del sito internet https://figc.it/it/federazione/politiche-di-safeguarding-figc dedicata interamente alle Politiche di Safeguarding.
Diamo uno sguardo
La pagina raccoglie, innanzitutto, il Comunicato Ufficiale n. 87 del 31 agosto 2023 contenente le Linee Guida FIGC, elaborate su Delibera n. 255 del 25 luglio 2023 della Giunta Nazionale del C.O.N.I., utili per la stesura del Modello, al fine di promuovere un ambiente inclusivo e sicuro per tutti i tesserati, con particolare attenzione ai minori, e definire in modo specifico le misure per prevenire e gestire abusi, violenze e discriminazioni di ogni genere. Riporta, poi, il Comunicato Ufficiale n. 68/A del 27 agosto 2024 sull’adozione del Regolamento FIGC per la Prevenzione e il Contrasto di Abusi, Violenze e Discriminazioni, in cui si trova un elenco dei comportamenti rilevanti e degli adempimenti richiesti alle società.
Ma dal punto di vista pratico, cosa deve contenere il Modello? E il Codice di Condotta? Chi sono i destinatari?
Il Modello è composto da una Parte Generale, avente ad oggetto la descrizione della disciplina contenuta nella Normativa Safeguarding, l’indicazione dei destinatari del Modello, la descrizione delle condotte vietate, i principi di comportamento, la previsione del Responsabile Safeguarding, la previsione di un sistema di Segnalazione, la definizione di un sistema sanzionatorio dedicato al presidio delle violazioni, l’indicazione degli obblighi di comunicazione del Modello e di formazione del personale sul tema. Si compone, inoltre, di una Parte Speciale, avente ad oggetto l’indicazione delle specifiche situazioni di rischio, cioè di quelle situazioni che sono state considerate dall’Affiliata a rischio di condotte lesive dei principi e delle norme di comportamento del Modello e del Codice di Condotta. In esito alle analisi dei rischi condotte, specifica quindi i principi generali di comportamento, gli elementi di prevenzione e le misure di controllo essenziali deputate alla prevenzione o alla mitigazione degli illeciti.
Nel Codice di Condotta, che costituisce parte integrante del MOC, vengono espressi i principi etici diretti ad improntare il comportamento di tutti i destinatari. Tra questi si annoverano: tutti i tesserati della Affiliata; tutti coloro che, con qualsiasi funzione e a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con l’Affiliata o comunque partecipino alla sua attività (ad es. dirigenti, atleti, tecnici, ecc.); genitori e tutori, o anche tifosi; il personale dipendente, i lavoratori autonomi, i collaboratori, i volontari e i tirocinanti (retribuiti e non retribuiti).
Il termine per l’individuazione e la nomina del Responsabile del Safeguarding, è stato, invece, prorogato al 31 dicembre 2024. I criteri per l’individuazione e la nomina devono essere riportate nel MOC. Nel dettaglio, il Responsabile deve essere nominato dal Consiglio Direttivo della società tra i soggetti che presentano i requisiti di competenza, autonomia e indipendenza rispetto all’organizzazione sociale e che non abbiano subito una condanna penale, anche non definitiva, per reati non colposi.
Tra i compiti del Responsabile figurano: l’attività di monitoraggio e consultiva, l’attività di impulso per l’aggiornamento del Modello e del Codice di Condotta, l’adozione di provvedimenti a risposta immediata, la gestione delle segnalazioni, dei flussi informativi in entrata e in uscita, dell’informazione, della formazione e del procedimento sanzionatorio, nonché la collaborazione con gli organi federali e le autorità esterne.
Una volta redatti e approvati il MOC e il Codice di Condotta, le società devono garantire un’adeguata diffusione degli stessi all’interno delle stesse, in modo tale che tutti i destinatari ne vengano a conoscenza. Infatti, ai sensi dell’art. 10, comma 7, del Regolamento FIGC, sia l’avvenuta adozione del Modello e del Codice di Condotta, sia la nomina del Responsabile del Safeguarding devono essere comunicati alla FIGC mediante l’invio a mezzo PEC all’indirizzo safeguarding@pec.figc.it di un’apposita autocertificazione sottoscritta dal Legale Rappresentante e predisposta secondo i moduli indicati come “Allegato A” e “Allegato B” riportati sul sito. Nell’allegato “A” va indicato il modo con cui la società ha deciso di diffondere il Modello ai destinatari, se tramite il proprio sito internet, oppure mediante affissione sulla bacheca della sede societaria, o con altri metodi, ad esempio attraverso i propri profili social o la distribuzione di una copia a ciascun tesserato; mentre, nell’allegato “B” bisogna indicare espressamente il nome del Responsabile del Safeguarding.
In caso di mancato adempimento di tali obblighi, il nuovo art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva FIGC prevede la sanzione di una multa non inferiore a € 3.000,00 per le società professionistiche e a € 300,00 per le società dilettantistiche.
L’obiettivo è creare un ambiente sportivo libero da discriminazioni e abusi, che valorizzi ogni individuo e rafforzi l’immagine di una società “pulita” e inclusiva, capace di attirare sempre più appassionati.