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Proteggere la privacy è previsto dalla legge, attenzione alle sanzioni

La tutela della riservatezza dei dati personali degli atleti minorenni: obblighi e soluzioni pratiche per le associazioni sportive

Proteggere la privacy è previsto dalla legge, attenzione alle sanzioni

Nel mondo dello sport dilettantistico, la gestione dei dati personali degli atleti minorenni rappresenta una questione piuttosto delicata e complessa.

Per loro natura, difatti, le associazioni sportive possono quotidianamente trovarsi ad avere a che fare con i minori e con i loro dati personali (anche di natura “particolare”, una volta denominati “sensibili”) e in tali situazioni le medesime sono chiamate a bilanciare la necessità di raccogliere informazioni per finalità ricollegate al tesseramento o organizzative con il dovere di proteggere la privacy dei giovani atleti, nel rispetto della normativa vigente.

(I) Il quadro normativo di riferimento

Anche nei contesti sportivi, la protezione dei dati personali è regolata dal Regolamento UE 2016/679 (“GDPR”) e, in Italia, dal D.Lgs. 196/2003 (normativa preesistente), come modificato dal D.Lgs.101/2018.

Il GDPR, difatti, impone specifici obblighi a chiunque tratti dati personali, con particolare attenzione ai dati dei minori, considerati soggetti particolarmente vulnerabili i diritti dei quali possono essere messi a rischio in caso di violazione.

In particolare, le associazioni sportive dilettantistiche (A.S.D.) si trovano spesso a gestire dati come: dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita, residenza), dati di contatto (telefono, e-mail dei genitori), dati sanitari (certificati medici, cartelle cliniche) e immagini e video (pubblicazione sui social e siti web).

A fronte di ciò, i principali rischi derivano da una loro gestione non conforme, come la mancanza di adeguate informative, il mancato consenso dei genitori, la conservazione non sicura dei dati e la loro diffusione senza autorizzazione.

L'art.8 del GDPR stabilisce che, per il trattamento dei dati personali di un minore di 16 anni (o 14 anni in Italia), è necessario il consenso esplicito dei genitori o di chi ne esercita la responsabilità genitoriale.

Non sono infrequenti i casi di controversie legate proprio a questo aspetto.

In particolare, difatti, spesso le associazioni si limitano a far firmare le informative solo a uno dei due genitori (spesso, a quello più presente agli allenamenti), mentre sarebbe preferibile ottenere la firma di entrambi, ove presenti, al fine di evitare che eventuali contrasti familiari possano finire per coinvolgere anche l’associazione (soprattutto nel caso in cui in genitore acconsenta al trattamento dei dati e l’altro successivamente no).

Un altro tema è legato alle necessarie verifiche che un’associazione sportiva dilettantistica deve fare con riferimento all’idoneità sportiva degli atleti, le quali richiedono anche la raccolta di sanitari e biometrici e, considerata la loro natura "sensibile", richiedono ulteriori misure di sicurezza.

(II) Obblighi e soluzioni pratiche per le A.S.D.

A fronte di quanto sopra, risulta necessario minimizzare il più possibile i rischi relativi al trattamento dei dati (soprattutto) dei minori e volendo riassumere quelli che possono essere i punti principali di un processo di adeguamento interno di una A.S.D., si evidenzia la necessità di:

  • Redigere un’Informativa sulla privacy chiara e accessibile: sul punto, è necessario ribadire come l’informativa debba essere il più possibile trasparente e comprensibile per gli interessati, specificando:
  • Quali dati vengono raccolti e per quale finalità;
  • La base giuridica del trattamento (ad es. consenso o obbligo legale);
  • Le modalità di conservazione e protezione;
  • I diritti degli interessati (accesso, rettifica, cancellazione, opposizione);
  • I soggetti con cui vengono condivisi i dati (es. federazioni, enti assicurativi).

2) Raccogliere e archiviare correttamente i consensi: ad esempio, utilizzando moduli standard con firma cartacea o digitale, conservando i consensi in modo sicuro, evitando accessi non autorizzati e prevedendo una procedura per l’aggiornamento e la revoca del consenso.

3) Proteggere ed archiviare con maggiore attenzione e cura i dati sanitari: in particolare, elementi di buone pratiche che, caso per caso, potranno essere consigliati, sono: preoccuparsi di archiviare i dati in formato cartaceo (ad esempio, in armadi chiusi a chiave o in formato digitale con accesso limitato e cifratura), evitare la condivisione tramite e-mail non protette o eliminare i dati non più necessari o di conservarli oltre i termini previsti dalla legge per i singoli trattamenti.

4) Regolamentare la pubblicazione di immagini e video: la pubblicazione di foto e video sui social network o sui siti delle A.S.D. richiede un’autorizzazione specifica, separata dal consenso al trattamento dati generico. In particolare, rappresenta una buona prassi:

- fornire un modulo distinto per il consenso alla diffusione di immagini;

- specificare le finalità (uso promozionale, sito web, social media);

- permettere ai genitori di revocare il consenso in qualsiasi momento.

In conclusione, le A.S.D. hanno la responsabilità di garantire la protezione dei dati personali dei giovani atleti, adottando procedure chiare e conformi alla normativa nazionale ed internazionale vigente. Un'adeguata gestione della privacy non solo tutela i minori, ma evita il rischio di pesanti sanzioni e rafforza il legame di fiducia con le famiglie.

Investire nella formazione del personale, utilizzare strumenti digitali sicuri e redigere documenti chiari rappresentano elementi essenziali per assicurare un ambiente sportivo rispettoso della riservatezza di tutti i suoi protagonisti.

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