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Settimo, addio alle quote! Per i 2013 sarà una stagione... omaggio

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Elio Ossino dice la sua anche in campo

Il Settimo annuncia una grande novità per la prossima stagione: per i nuovi iscritti al primo anno di Scuola Calcio, i 2013 per intenderci, non ci sarà da pagare nessuna quota. Zero iscrizione, zero mensilità, solo una grande offerta che permetta a tutti di avvicinarsi al calcio. Questo è il presupposto che si anela dietro ad una scelta che, per quanto nobile, potrebbe far comunque storcere il naso. Non chiamatelo marketing, però, perché nel farlo potreste lasciar intendere intenzioni negative che non rendono il giusto merito alla scelta della società.

Emiddio Ursillo, presidente del Settimo, commenta l'iniziativa dicendo che si tratta di «un'opportunità per tutti, uno stimolo, più che un regalo, per le famiglie della zona». Un'offerta per la collettività dunque, che mette il Settimo nella scomoda posizione di chiunque offra qualcosa a qualcuno: gratuità vuol dire efficenza? In tal proposito, risponde Elio Ossino, Responsabile della Scuola Calcio dei Viola, che a riguardo non ha dubbi: «Dobbiamo lavorare al nostro meglio perché i nuovi arrivati provino senso di appartenenza verso la società. A Smaldone, istruttore designato per i 2013, abbiamo già aggiunto Putignano, per garantire qualità a fronte dei numeri importanti che abbiamo messo in previsione. E qualora due istruttori non dovessero bastare, siamo pronti ad aggiungerne altri».

Più istruttori equivalgono a più allenamenti e, ancora Ossino, tende a precisare: «Siamo una delle poche società ad offrire ai 2013 la possibilità di un terzo allenamento settimanale, il sabato mattina. Non vogliamo caricare di lavoro i ragazzi, ma dare loro la possibilità di fare almeno due allenamenti nei sette giorni, al netto degli imprevisti. Tiro, passaggio e conduzione di palla non si imparano di certo con una sessione al mese». Il calcio non fa sconti, anche se la società sì. Eppure, per quanto l'iniziativa guardi a chi abbia voglia di giocare, ha un duplice aspetto da tenere in considerazione. Offre, infatti, anche la libertà di smettere per tutti coloro che non trovano nel calcio la propria strada. Spesso capita, nelle famiglie meno facoltose, che un bambino sia quasi costretto a finire la stagione per ammortizzare l'investimento dell'iscrizione: la gratuità, in questo caso, scioglie da ogni vincolo i genitori e premia la felicità del ragazzo.

«Il kit è l'unica cosa che facciamo pagare, prima però, parliamo con la famiglia. Vogliamo che la scelta di investire nella società, nel nostro progetto, sia riservata al desiderio di farne parte» aggiunge ancora Ossino, sottolineando come la continuità debba essere la parola d'ordine, soprattutto tra i più piccoli. «Se lavori bene, dopo un mese tutti i bambini vorranno avere la divisa» è più che uno spot per questa promozione, ma il segnale che questa scelta parta prima dal cuore che dalle tasche. «Abbiamo un obiettivo umano da far valere: se il calcio è lo sport "nazionale", è giusto che sia aperto a tutti. Senza fare esclusioni di sorta». Porte aperte senza discriminanti, di questi tempi sembrerebbe un insulto, ma al Settimo provano a dimostrare il contrario. Una controtendenza che può solo giovare.

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