Non capita tutti i giorni di parlare con uno dei giocatori più forti in circolazione di Futsal come Alex Merlim. Il giocatore vincitore dell'ultima Champions League con il suo Sporting Lisbona ha risposto alle domande di Edu Dias e degli spettatori della diretta pubblicata su Instagram dal profilo ufficiale dell'L84.
Alex Merlim: l'arrivo in Italia di uno dei giocatori di futsal più talentuosi al mondo
Chi vorrebbe scambiare due chiacchiere con Neymar e pubblicare il video sui social network? Tutti. Ecco che allora l'L84 ha deciso di scambiare due chiacchiere con Alex Merlim, uno dei giocatori di Futsal più forti in circolazione. E' l'alter ego dell'attaccante del PSG, non per comportamento e caratteristiche ma per l'importanza che ha nel proprio sport, e anche per le origini brasiliane. Alex Merlim infatti è originario del Brasile ma ha scelto di rappresentare la Nazionale italiana, con la quale ha vinto un Europeo, nel 2014. Inizialmente il giocatore dello Sporting Lisbona ha parlato proprio del suo trasferimento in Italia: «Prima di volare qui in Italia ho giocato per 3 squadre in patria. Mi divertivo ma guadagnavo poco, inoltre tutti ambiscono a partire per l'Europa in Brasile. Così grazie al mio allenatore che aveva conoscenze sono entrato a far parte dell'Augusta, dove eravamo praticamente tutti brasiliani. Mi sentivo a casa. Giocavo in un ottimo campionato e prendevo qualcosina in più di stipendio».
Alex Merlim: La mentalità di un campione
Alex Merlim rappresenta l'Italia, ma non ha mai dimenticato le sue origini: «Io adoro questo paese. Con la maglia azzurra do sempre il massimo e so quanta responsabilità ho quando la indosso. Non dimentico le mie origini, anche perché senza il Brasile probabilmente non sarei il giocatore che sono adesso. La mia arma migliore è il dribbling e l'ho migliorato soprattutto in patria, dove si giocava per strada e in spazi stretti». Successivamente Merlim ha parlato della mentalità che serve ad un giocatore del suo livello: «Giocare per vincere non è scontato, non tutti riescono a farlo. E' una cosa che non dipende dal talento. Molti giocatori più forti di me sono rimasti in piccole realtà per questo motivo. Per quanto mi riguarda invece è tutto iniziato una volta che ho cominciato a vincere. Non riuscivo più a smettere di pensarci, volevo calcare i grandi palcoscenici. Inoltre giocare con i campioni ti stimola a dare sempre il meglio. Tutto questo mi ha permesso di diventare un calciatore dello Sporting Lisbona».
Perdere due finali e reagire
Parlando proprio dello Sporting Lisbona, Edu Dias ha chiesto a Merlim cosa possa passare nella testa dei giocatori dopo aver perso due finali di fila di Champions League ed essere giunti per il terzo anno all'ultimo turno: «Perdere due finali di fila non è facile. Intraprendi un lungo percorso e vieni stroncato alla fine, proprio sul più bello. Il primo anno è stata durissima perché abbiamo perso 7-0 contro l'Inter (una squadra spagnola). L'anno dopo li abbiamo incontrati di nuovo e abbiamo ugualmente perso. Il terzo anno dovevamo vincere, era obbligatorio. Volevamo riscattarci dagli ultimi due anni. Ce l'abbiamo fatta, è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Ho segnato il gol più importante della mia carriera e in Portogallo ci hanno acclamato come dei supereroi».
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