Teo Spinelli del Chieri non è solo un istruttore. Teo Spinelli è per prima cosa un insegnante. «Per me come prima cosa l'allenatore deve essere un educatore, è molto importante. L'educazione avviene per prima cosa ad un livello verbale, bisogna avere rispetto dei compagni e degli avversari, rispetto delle regole» ci conferma il tecnico. Il rispetto di quelle regole che ora come non mai sentiamo presenti, ci ricorda che non si smette mai di imparare, anche dalla lezione più buia: «Come i loro genitori, abbiamo spiegato ai ragazzi che la situazione è abbastanza critica» racconta Spinelli, alla guida dei pulcini 2010 insieme a Francesco Fabiano e Angelo Gandolfo. E proprio dalla stretta collaborazione tra istruttori è nata l'esigenza di tenere unita la squadra, soprattutto in questo momento delicato: «Ci siamo mossi per mantenere la nostra presenza con delle riunioni online collettive. La chiamiamo “merenda con i mister”, ci troviamo tutti insieme dandoci un tema diverso ogni volta: può essere la partita più bella, il gol più bello... l'argomento viene scelto dai ragazzi». I giovani calciatori sono anche motivati e monitorati negli allenamenti, con un metodo di lavoro alternativo ma efficace: «Ho fatto dei video con degli esercizi chiedendo ai ragazzi di farsi filmare e di inviarceli a loro volta. Ogni allenamento è spiegato lentamente in modo da essere ben chiaro». Un'attitudine a seguire i ragazzi a 360 gradi anche in ambito scolastico, che ci conferma la vocazione da insegnante del tecnico: «Noi mister abbiamo chiesto le pagelle del primo quadrimestre in modo da verificare che i genitori non avessero messo in punizione nessuno impedendogli di tornare in campo». Un metodo che ha portato sin da subito ottimi risultati: «Sono soddisfatto delle loro pagelle, hanno risposto bene alla mia richiesta» ci confessa un orgoglioso Spinelli «Io ho sempre detto che la scuola è più importante del calcio. Quest'anno i ragazzi hanno dimostrato di essere molto maturi». E anche se purtroppo la scuola, come lo sport, è fermo, si ricomincia a lavorare: «Sono stato a casa un mese volontariamente, ma poi ho deciso di tornare a lavorare. Mi occupo di alimenti. Mi sono detto che bisogna cercare di andare avanti in questo momento, dobbiamo avere il coraggio di uscire convivendo con questa situazione». Lo stesso coraggio che chiede di non perdere ai suoi ragazzi, insieme ad una raccomandazione: «Continuate a lavorare sulla tecnica individuale, che è il primo passo per potere giocare col resto della squadra». Di una cosa infatti Spinelli
è certo: «Appena potranno ritornare a toccare il pallone insieme ci sarà un'esplosione di gioia e di voglia di giocare, e noi di allenare».
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