30 Novembre 2020
Lascaris Pulcini 2011 di Antonio De Simone
Sanseverino direttore tecnico Lascaris
«Ho giocato a calcio fin da bambino, è sempre stata la mia passione. Ho iniziato al Victoria Ivest - racconta Sanseverino -, poi girando il Piemonte sono andato nelle prime squadre, passando anche per la Comacchiese in Emilia Romagna. Il mio ruolo era quello di difensore, ma purtroppo rompendomi per tre volte il crociato, mi sono dovuto allontanare dal calcio giocato». Nonostante la rottura dei crociati Sanseverino ha continuato a essere protagonista del mondo del pallone come istruttore: «Ho cominciato questo percorso all'Ivest, in cui ho trascorso due anni prima di essere chiamato alla Juventus Soccer School, anche qui la mia esperienza è durata un paio di anni. Poi sono stato al Caselle, al Lascaris e al Lucento (due anni davvero importanti per la cantera di corso Lombardia), infine sono tornato nuovamente al Lascaris. In tutte queste occasioni ho fatto l'allenatore, e anche se adesso sono il direttore tecnico e mi manca guidare la squadra durante le partite, la mia dimensione è quella dell'attività di base, dove trovo emozioni e soddisfazioni, come vedere un bambino che ha imparato un gesto tecnico durante l'allenamento, metterlo in pratica durante una partita».
«È stato un grandissimo dispiacere. Ho vissuto appieno l'era Maradona, era come il genio della lampada calcisticamente parlando. Lui è il calcio, unico e inarrivabile. Era quel giocatore che applaudivi indipendentemente da quale squadra tifavi» - Denis Sanseverino.
Quali sono i valori educativi e sportivi che Sanseverino ricerca in tutte le dimensioni in cui il calcio si esprime? «I valori che cerco sono l'educazione, il rispetto verso gli avversari, i compagni, gli arbitri e il pubblico. Un rispetto verso gli altri che si esprime non solo con le parole, ma anche attraverso l'abbigliamento, l'uso che si fa dell'impianto sportivo, per non dimenticare il saluto quando incontri una persona. Naturalmente aggiungo anche il fair play e l'onestà. Chiedo ai miei ragazzi agonismo allo stato puro, ma è anche giusto che si divertano, il calcio è un gioco. È importante dare il massimo durante l'allenamento, distinguendo i momenti di lavoro in cui serve concentrazione, da quelli in cui si può ridere e scherzare».
De Simone e Sanseverino alla premiazione dei Superoscar
Durante questo periodo di emergenza il Lascaris è rimasto attivo con tutti gli strumenti digitali disponibili, come Zoom e Google Meet: «Mandiamo esercizi video da fare a casa. Il nostro è un gruppo molto solare, in cui l'amicizia ricopre una parte fondamentale. Vedo tanta voglia di crescere e migliorare, per questo ringrazio anche l'allenatore Antonio De Simone, che sta facendo un ottimo lavoro».
Antonio De Simone
Antonio De Simone è l'allenatore del Lascaris, oltre a guidare la sua squadra con grande successo, è il fondatore della scuola calcio individuale che prende il suo nome, la De.Si.A, nata nell'oratorio San Felice di Torino, iniziata con 9 bambini iscritti e arrivata a 69 nel giro di pochi anni. «L’ho aperta cinque anni fa, quando dei genitori mi hanno contattato perché i loro figli avevano un'ora libera da trascorrere in oratorio. Mi faccio aiutare dai miei ex allievi, e trovo tutto molto gratificante perché è qualcosa che ho creato e che nel corso del tempo è cresciuto molto, arrivando ad avere diversi gruppi. Il nostro motto è "Distanti ma uniti"». «Cosa significa per me il calcio? La prima parola che mi viene in mente è passione - continua De Simone -, e trovo sia fondamentale continuare a formarsi, trovare nuove metodologie. Per me la parola istruttore prende diversi aspetti: un buon istruttore deve saper essere psicologo, animatore, educatore, organizzatore e tecnico. Se togli uno di questi componenti, diventa difficile seguire nella crescita i giocatori. Trovo infatti che essere un allenatore di calcio presenti la difficoltà tipica dei sport di gruppo, in cui devi far diventare la squadra un tutt'uno»
La De.Si.A Soccer School di De Simone, con il motto "Distanti ma uniti"
Per quanto riguarda Sanseverino, un allenatore a cui si ispira, fa diversi nomi di tecnici dalle diverse correnti di pensiero su come guidare una squadra: «Penso che il top degli allenatori sia Guardiola, sia per i modi, che per la gestione e l'atteggiamento che comunica in campo e negli spogliatoi. Poi anche Klopp è molto valido, mentre nel panorama nostrano un ottimo allenatore è Roberto De Zerbi. Penso che sarà il futuro del calcio perché porta nuove idee, è un analizzatore e non lascia mai nulla al caso». Prima che il campionato si interrompesse il gruppo dei Pulcini 2011 del Lascaris aveva disputato delle ottime gare, ecco le schede dei giocatori: Mattia Borlizzi e Tamburro Lorenzo: sono i portieri della squadra guidata da De Simone, con caratteristiche tecniche molto simili. Oltre a essere protagonisti di strepitose parate ai Superoscar e in occasione della partita con l'Alpignano, seguono la filosofia di casa del Lascaris, in cui un portiere deve avere una buona sensibilità del pallone per impostare l'azione, aiutando così i compagni di squadra. Alessandro Barbarossa: un difensore difficile da saltare in un duello, assume un ruolo molto importante quando si tratta di interrompere un'azione avversaria. I suoi anticipi per prendere palla sono fondamentali. Francesco Tamburro: un giocatore ben strutturato e con molta qualità tecnica. La personalità che dimostra in campo consente di far dare il massimo ai suoi compagni. La sua bravura dimostrata in campo non passa di certo inosservata. Riccardo Panariello: durante tutta la partita non perde il suo ottimo passo in progressione. È dotato di un tiro molto potente, valido sia quando si tratta di spazzare la palla in una situazione pericolosa, sia per far ripartire la squadra. Luca Riario: sempre attento in qualsiasi occasione, colpisce l'impegno che mette in ogni allenamento. Anche lui, come per Barbarossa, è molto difficile da superare nell'uno contro uno. Emanuel Campanale: molto bravo nel palleggio e quando si tratta della gestione della sua area, non perde mai le energie e chiude bene gli spazi. I suoi riflessi e agilità sono sorprendenti. Andrea Caputo: un giocatore che per caratteristiche tecniche ricorda Johan Jordi Cruijff, vede bene la porta anche durante situazioni molto complicate e adrenaliniche, come essere in mezzo alla mischia. Ha un'intelligenza calcistiche sopra le righe e non perde mai il sorriso. Cristiano Scaglia: giocatore esterno, molto predisposto per il ruolo. Di certo non mancano ottime prospettive di migliorarsi, nonostante le buone cose già mostrate in campo. Alessio Pisani: dotato di molta forza fisica, ha il giusto ardore agonistico per infiammare ogni partita. I suoi gol lasciano a bocca aperta tutto il pubblico, e dimostra già un'ottima coordinazione e controllo palla. Guglielmo Vercelli: appena giunto al Lascaris, è molto rapido nei movimenti e impara molto velocemente. Il suo è un tiro decisamente sorprendente, in qualsiasi situazione si possa trovare non manca il bersaglio. Lorenzo Panella: fondamentale per la squadra, dimostra molta forza fisica e attenzione ai movimenti, riuscendo a individuare subito l'occasione giusta in cui salire in una posizione interessante. Mette molto impegno sia durante gli allenamenti che nelle partite. Emanuele Tambone: come il suo compagno Panella anche lui dispone di molta forza fisica, vede bene la porta, diventando un elemento importante in fase offensiva. Questo, unito a una buona resistenza, lo rende uno giocatore fondamentale per De Simone. Soufiane Ledda: giocatore che si impegna molto, purtroppo durante il Superoscar si è infortunato, ma anziché abbattersi, ha reagito con la tenacia tipica dei campioni. Passato questo periodo non vede l'ora di tornare in campo.