17 Dicembre 2020
Atalanta 1987-1988 (foto wikipedia.org)
Atalanta raccoglie le mele lasciate cadere da Ippomene perdendo la gara di corsa
Quando il 17 ottobre 1907 cinque liceali di Bergamo fondarono, distaccandosi dalla Giovane Orobia, un'associazione sportiva nel capoluogo lombardo, questi trassero l'ispirazione proprio da tale eroina per costituire un nuovo club. Così nacque, in quel giorno nel primo decennio del XX secolo, la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta, chiamata anche la Dea.
Atalanta - il logo storico
Pur non essendo una vera divinità, tale soprannome ebbe da subito grande diffusione. Simbolo della società è, appunto, una donna abbozzata di profilo con i capelli sollevati, proprio nell'atto di correre. Alle olimpiadi di quei primi decenni parteciparono alcuni atleti della Società, soprattutto nelle discipline di nuoto, atletica e scherma. I colori sociali originari della Dea erano quelli bianconeri.
La squadra dell'Atalanta nel 1914
La Società Bergamasca risentì, ovviamente, dello scoppio della Grande Guerra, che coinvolse l'Italia dal maggio 1915 al novembre 1918. Il club bergamasco continuò, pur limitato per esigenze belliche, la sua attività nei tornei. A causa di esigenze economiche, la Società dovette vendere il suo campo.
Cesare Lovati
La prima parte degli anni '20 l'Atalanta ebbe risultati buoni, sebbene non coronati da grandi trionfi. Nel 1925 il club orobico assunse Cesare Lovati, il primo tecnico professionista della sua storia, oltre ai primi due calciatori stranieri. Dall'Ungheria giunsero Gedeon Eugen Lukács, di ruolo centravanti, e Jenő Hauser, mezzala. Hauser rimase a Bergamo una sola annata sportiva, mentre Lukács due: nella seconda lui siglò venti reti in diciotto gare. Al termine della stagione 1927-28, l'Atalanta termina prima il girone A di Prima Divisione. Promossa alle fasi finali, arriva di nuovo prima e sale nella Divisione Nazionale, un biennio prima che assumesse il nome attuale di Serie A. Nel 1928 la società costruì ed inaugurò il nuovo stadio, in Viale Giulio Cesare. Questo sorgeva sul preesistente ippodromo, poi utilizzato dal Foot-Ball Club Bergamo e dalla Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma. Al principio dedicato a Mario Brumana, lo stadio assunse in seguito i nomi di Comunale, Atleti Azzurri d'Italia, ed ai giorni nostri è ancora l'impianto casalingo dell'Atalanta, adesso denominato Gewiss Stadium.
Imre Payer
Sempre in quel 1928 giunse nel club orobico il primo allenatore non italiano, anche in questo caso di nazionalità magiara, di nome Imre Payer.
I giocatori bergamaschi nel campionato 1947-48
Negli anni '50, l'Atalanta stabilizzò la sua posizione nella parte centrale della classifica e, in data 15 ottobre 1955, è protagonista della prima diretta televisiva nazionale. In tale occasione i nerazzurri sconfissero la Triestina per 2-0. Accusata ingiustamente di gara combinata nell'ultima gara con il Padova per la salvezza nel campionato 1957-58, l'Atalanta finisce in B. La riabilitazione arrivò un anno più tardi, mentre la squadra aveva vinto con merito il campionato cadetto. Era, intanto, arrivato a Bergamo il capitano della nazionale svedese, Bengt Olof Emanuel Gustavsson, difensore, in forza all'Atalanta dal 1956 al 1961.
L'Atalanta con la Coppa Italia vinta nel 1963 a Milano
La partecipazione, nella successiva stagione 1963-64 alla Coppa delle Coppe, purtroppo si fermò al primo turno. Il resto del decennio, pur allietato dalla partecipazione di alcune importanti competizioni internazionali, quali la Coppa delle Alpi e la Coppa Piano Kark Rappan più altre due edizioni della Coppa Mitropa, non vide brillare particolarmente la Dea. Tra il 1965 ed il 1968 alla Dea militò l'attaccante Giuseppe Savoldi ad inizio carriera, tornandoci al suo termine nella stagione 1982-83. Nei due decenni seguenti i presidenti furono Achille Bortolotti, poi suo figlio Cesare, perito in un incidente stradale nel 1990 e quindi, per breve periodo, di nuovo il padre Achille.
Gaetano Scirea veste i colori orobici nell'annata 1972-73
Tra il 1969 ed i quasi successivi vent'anni, nonostante la presenza di promettenti elementi giovanili, tra i quali un certo Gaetano Scirea, l'Atalanta dovette subire alcune altre retrocessioni in B. Nell'annata 1981-82 il club subì anche la discesa in Serie C1. Durante gli anni '70 vestì, nel campionato 1975-76, la maglia nerazzurra il futuro juventino Antonio Cabrini. Nella stagione 1986-87, nonostante la caduta in Serie B, l'Atalanta di Nedo Sonetti riuscì a raggiungere la finale di Coppa Italia, dovendo lasciare la vittoria al Napoli campione d'Italia. L'annata seguente vide l'arrivo sulla panchina bergamasca di Emiliano Mondonico, che rimase fino al 1990.
Emiliano Mondonico quando era il tecnico dell'Atalanta
La promozione in Serie A fu centrata subito, e la Dea approdò anche alla semifinale di Coppa delle Coppe, competizione legata alla buona prestazione precedente in Coppa Italia, pur disputando la B. Il percorso dell'Atalanta era iniziato superando i gallesi del Merthyr Tydfil ai sedicesimi di finale per 3-2 complessivo, poi i greci dell'Ofi Creta agli ottavi per 2-1, quindi i portoghesi dello Sporting Lisbona ai quarti per 3-1. Nelle semifinali gli orobici dovettero arrendersi ai belgi del Malines per 4-2 (con identico risultato di 2-1 sia all'andata sia al ritorno). Nell'annata 1988-89, e nelle stagioni successive, l'Atalanta continuò a ottenere importanti risultati. Giunse semifinalista in Coppa Italia ed arrivò un nuovo sesto piazzamento in classifica. Ciò condusse alla prima esperienza, seppur breve perché conclusasi ai trentaduesimi di finale, in Coppa UEFA, nell'edizione seguente 1989-90, mentre in Italia la Dea finì settima in campionato. Con l'inizio degli anni '90 la Dea centrò un altro importante traguardo, raggiungendo i quarti di finale della Coppa UEFA dopo aver superato, nell'ordine, i croati della Dinamo Zagabria, i turchi del Fenerbahçe ed i tedeschi del Colonia, perdendo infine con i connazionali dell'Inter, poi vincitori del trofeo, per 2-0. Le prestazioni di quel decennio, all'inizio, proseguirono con un buon andamento fino all'annata 1993-94, quanto l'Atalanta retrocesse nuovamente in B.
Renzo Contratto veste la maglia dell'Atalanta
Dal 1989 al 1992 a Bergamo giocò anche l'attaccante Claudio Paul Caniggia di nazionalità argentina, che siglò 26 reti per i colori nerazzurri. Caniggia è ricordato per il gol del pareggio in Italia-Argentina, semifinale del mondiale di Italia 1990, che costrinse gli azzurri ai supplementari ed ai rigori, decretando la fine del sogno nazionale di conquistare il Trofeo Coppa del Mondo FIFA. Nell'annata 1992-93 il tecnico della squadra fu Marcello Lippi.
Il compianto Federico Pisani con i colori dell'Atalanta
Il 12 febbraio 1997 perì l'attaccante atalantino Federico Pisani in un incidente stradale sull'Autostrada dei Laghi. Il club orobico dedicò a Pisani la curva Nord dello stadio, nonché il campo principale a Zingonia. Nell'annata 1999-2000 la squadra passò il comando a Giovanni Vavassori, che lo mantenne fino al 2003. Vavassori aveva già militato, nel ruolo di difensore, nell'Atalanta dal 1970 al 1972 e dal 1977 al 1982. Il più prolifico marcatore della Dea è stato, finora, Cristiano Doni, in organico dal 1998 al 2003 e dal 2006 al 2012, per un totale di 112 gol. Autentica bandiera della società, con ben 435 presenze, è stato il difensore Gianpaolo Bellini, alle giovanili dell'Atalanta dal 1986, in prima squadra dal 1998 al 2016, ed in seguito allenatore nelle giovanili, sempre con i nerazzurri.
Gian Piero Gasperini
Dal 2016 ad oggi il tecnico della prima squadra è Gian Piero Gasperini, nato a Grugliasco, presso Torino, e cresciuto, con il ruolo di centrocampista, nelle giovanili della Juventus. Sempre con i bianconeri, Gasperini ha allenato, dal 1994 al 2003, le formazioni dei giovani talenti, Primavera compresa. Con tale team lui vinse il Torneo Mondiale Giovanile di calcio "Coppa Carnevale" a Viareggio, uno dei massimi eventi del calcio giovanile mondiale, proprio nel 2003. Dopo sette anni, non consecutivi, alla guida del Genoa, Gasperini arrivò a Bergamo, centrando subito un quarto posto in Serie A, il miglior piazzamento fino ad allora, e migliorando i record societari di vittorie e punti. Il tecnico piemontese ha lanciato alcuni giovani talenti, soprattutto il bergamasco centrocampista Roberto Gagliardini, ceduto nel 2017 all'Inter. In virtù del piazzamento raggiunto, la Dea ha potuto nuovamente disputare le competizioni europee, ossia, in questo caso, l'Europa League, nuovo nome della Coppa UEFA, la stagione seguente. Pur arrivando soltanto ai sedicesimi di finale, la Dea ha dato conferma dell'ottimo momento di tenuta del team. Nella stessa annata, l'Atalanta ha disputato le semifinali di Coppa Italia, perse per 2-0 contro la Juventus. Il grande trend degli orobici ha ottenuto conferma nel campionato 2018-19: terzo storico posto in classifica, finale di Coppa Italia, trofeo andato alla Lazio col punteggio di 2-0, e play-off di Europa League, uscendo ai rigori contro il Copenaghen.
El Papu Gómez con la maglia dell'Atalanta
Nella rosa odierna va evidenziato l'attaccante e capitano del team, l'argentino Alejandro Darío Gómez, chiamato El Papu, a Bergamo dal 2014 ed autore di 50 reti, destinato però a lasciare la Dea nel gennaio prossimo.