Coccodrilli trovati recentemente nella cuneese
Valle Maira. Stiamo parlando di una tipica filastrocca del
Piemonte? No. Oppure stiamo parlando di animali importati in
Italia da qualche ammiratore di questi rettili esotici? Nemmeno. Quello che è successo, invece, è che alcuni
paleontologi, ossia studiosi di forme di vita esistite in un lontano passato sul pianeta, hanno rinvenuto un'impronta
fossile, lunga più di 30 centimetri, appunto di un tipo di
coccodrilli. O quantomeno di loro antichi antenati. Questi esperti del Dipartimento di
Scienze della Terra dell'
Università di Torino, in collaborazione con altri atenei nazionali e stranieri, hanno dunque fatto un'importante scoperta. Loro, a
2200 metri sull'
Altopiano della Gardetta,
Valle Maira nel comune di
Canosio, hanno trovato delle tracce, ben visibili, impresse nella roccia. Queste sono appartenenti ad un essere vissuto milioni e milioni di anni orsono. La datazione, almeno approssimativa, risale addirittura a
250 milioni di anni fa. In quella remota epoca la
Terra era appena uscita da una delle più grandi estinzioni di massa planetaria di forme viventi, chiamata
Great Dying. Questo evento coincise con il passaggio dal periodo
Permiano a quello
Triassico, che a sua volta aprì l'era secondaria o
Mesozoica, quella dei
dinosauri, tanto per intenderci.
L'impronta fossile
Tornando ai recenti ritrovamenti, sono davvero attribuibili ad una specie primitiva di
coccodrilli? Com'è possibile che siano esistiti tali esseri dopo la più enorme catastrofe naturale della
Terra? Intanto bisogna dire che, ricostruendo in grafica l'animale preistorico nominato
Isochirotherium gardettensis dal luogo del ritrovamento, questo doveva essere lungo circa
4 metri, e che ha lasciato una grossa impronta su quella che era, in tale lontana epoca, la linea marina della costa alla foce di un fiume, quasi sicuramente un delta. L'impronta si è impressa sul fondo pieno di fango dell'allora mare, solidificandosi ed aumentando di altitudine durante la successiva formazione delle
Alpi. Tale impronta, troppo differente da altre abbastanza simili, ha reso la scoperta, avvenuta in realtà alcuni anni fa, davvero sensazionale. Innanzitutto per questa parte del continente dell'
Europa. Oltre a ciò, soprattutto in quanto dimostra che, in questa parte della
Terra, allora la vita non fosse del tutto assente o comunque ridotta al minimo dei minimi come ipotizzato finora.
Il futuro
Cosa comporta questa scoperta per il territorio della
Valle Maira? Di certo, muovendosi alla ricerca di fondi economici adeguati, si può fare molto per questa parte della provincia di
Cuneo. Prima di ogni altra cosa, questi fondi futuri potranno servire per ampliare l'area di ricerca e trovare altri fossili di quelle lontane ere del pianeta. In secondo luogo sarà possibile creare un parco a tema per visitatori con
giardino geologico, compresa la necessaria divulgazione scientifica. Tutto questo sarà utilissimo per conservare nel tempo, per le future generazioni, tali arcaiche tracce di un lontanissimo passato. La
Valle Maira
potrà così beneficiare di un elevato grado di promozione culturale e di interesse turistico, da abbinare ovviamente alla conoscenza ed all'apprezzamento di quelle davvero splendide montagne circostanti.