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Il benvenuto a Davide Nicola, l'uomo e l'allenatore granata da Vigone

Davide Nicola

Davide Nicola

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo racconto che ha come protagonista Davide Nicola, neo tecnico del Torino e nativo di Luserna San Giovanni e residente a Vigone. Pinerolo. Centro storico. Passo con la macchina nella ZTL. Vedo davanti a me un uomo distinto che passeggia. Guido una semplice e umile Panda e la mia mente viene stuzzicata da questo pensiero: «Questo ha talmente le gambe storte che potrei passarci in mezzo!». Di sicuro ha giocato a calcio. Lo affianco per sorpassarlo e il capello lungo e stranamente ordinato conferma le mie supposizioni. Certo che è un calciatore: è Davide Nicola! Gente del posto dice saperlo solito a concedersi passeggiate nel centro della cittadina vicina alla sua Vigone.

Davide Nicola (foto wikipedia.org)
Davide Nicola (foto wikipedia.org)

Lo avevo fissato nel mio immaginario con la banda da Rambo in testa e i capelli al vento nell'urlo di gioia sotto la Maratona di quel Torino-Mantova da cardio palma. In quell'occasione l'avevo visto di nuovo dal vivo. Da un po' più distante. E, giuro, che delle sue gambe così storte non me ne ero di certo accorto. Mi ero calcisticamente innamorato di quel Rambo granata. Vederlo dal vivo, spogliato di toro, era come incontrare Clark Kent in versione giacca e cravatta. L'ho seguito con trepidazione nell'impresa del suo Crotone e con ammirazione l'ho seguito nella sua impresa ciclistica Calabria-Fila. Mi è sembrato in versione supereroe anche se di granata, in quell'impresa, c'era "solo" il colore della meta. Il coraggio di percorrere l'Italia in bici, nonostante la bici fosse la stessa ad avergli offerto la tragedia di Alessandro, suo figlio. Li mi sono reso conto che il calcio è davvero solo un gioco e non può certo essere il granata a farci supereroi. È l'essere uomo, uomo vero, prima fuori e poi, forse dentro il campo. Mettere testa e cuore al momento giusto al posto giusto in mezzo all'area di rigore è, forse, bravura. Forse classe. Forse un colpo di culo. Compiere un'impresa sportiva è una faticaccia, ma pur sempre una figata! Quando invece la vita ti toglie ciò che di più bello e prezioso ti ha dato, non ci sono santi: o sei un supereroe, o non ti rialzi. Con le tue gambe, dritte o storte che siano. E Davide l'ha fatto. Perché cuore toro, forse. Perché grande uomo, sicuramente. Sono davvero felice che un grande uomo possa essere il "mio" allenatore. Resta il rammarico di avere un piccolo uomo come presidente. Ma sfrecciando con la mia panda, forse, non posso chiedere tutto alla vita.

LETTERA FIRMATA

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