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Viaggio nelle più gloriose società italiane tra mito e storia: il Vicenza

Lanerossi Vicenza 1977-1978

Lanerossi Vicenza 1977-1978

Il Vicenza  porta con sé una storia fatta di alti e bassi, determinazione ed orgoglio. Oggi la vediamo militare in una sudata Serie B, ma può sorprendere come una piccola società di provincia abbia potuto negli anni caratterizzare la storia del calcio italiano. Il Vicenza è il più antico club calcistico del Veneto ancora in attività. Avendo partecipato in tutta la sua storia a trenta campionati di Serie A, venti dei quali consecutivi fra il 1955 ed il 1975, vanta il diciannovesimo posto nella classifica dei club che più hanno presenziato nella massima serie italiana. La squadra dei Berici aveva un preciso obiettivo: scalare le vette delle classifiche e trovare il proprio ruolo tra le maggiori realtà del calcio.   «Dubitate che un piccolo team di provincia possa cambiare la storia del calcio italiano? Sbagliate. Un grande gruppo, una grande tifoseria e un grande allenatore hanno raggiunto un traguardo unico ed indelebile». Luca Mondini (Ex calciatore Vicenza nel ruolo di portiere)  

IL VICENZA TRA SOGNO E REALTÀ


Associazione del Calcio in Vicenza 1902 (foto wikipedia.org)

Il sogno del Vicenza comincia nel 1902 sotto il nome di Associazione calcio in Vicenza. A seguito di anni dedicati a partite provinciali e regionali, si è andata maturando l'idea di poter aspirare a qualcosa di più grande, pur non essendo ancora una squadra professionista. Successivamente a varie messe in prova in vari campionati confrontandosi con le compagini più grosse come: Bologna, Juventus, Genoa, Milan ed alcune squadre estere, riuscirono a distinguersi nel bene e nel male come una squadra potenzialmente forte. Tra i primi risultati positivi ottenuti anche senza precise vittorie di campionato, è simpatico ricordare un accadimento che fece marcare fin da subito al Vicenza un record a dir poco particolare. La leggenda di quel record narra infatti che i vicentini durante una partita subirono ben 16 reti, segnando il peggior record fino a quel momento. Il motivo? Potrebbe e dovrebbe sbalordire sapere che i vicentini entrarono in campo ancora provati dalla precedente serata passata in festa. Esattamente come recita un simpatico proverbio veneto: «Quando xe finio el vin, va ben anca l'acqua - Quando è finito il vino va bene anche l'acqua», i Berici dopo quella bella figura goliardica si rimboccarono le maniche ed entrarono in un'ottica di gioco più professionale. Nonostante questo primo biglietto da visita, i Biancorossi giocarono alla grande le partite successive e per la prima volta raggiunsero la Serie A. Ben presto però si dovettero rendere conto di non essere ancora pronti a mantenere con stabilità la loro posizione.

Formazione del Vicenza nel 1913
Formazione del Vicenza nel 1913 (foto wikipedia.org)

Il mondo del calcio stava cambiando e tra regolamenti in evoluzione ed investimenti sempre maggiori, il Vicenza faticò a rimanere dietro alle altre realtà calcistiche più professionali. L'avvento delle due grandi guerre inoltre provò ulteriormente sia le casse della società che i giocatori stessi. Molti infatti a causa della leva obbligatoria furono chiamati a combattere e perirono. A loro è stato dedicato, postumo alla seconda guerra mondiale, un memoriale all'interno dello stadio. Malgrado queste difficoltà, come squadra poté ugualmente in quegli anni annoverare molti giocatori talentuosi: i fratelli Umberto, Romeo Menti scomparso nel 1949 a seguito della tragedia di Superga (a lui sarà dedicato lo stadio del Vicenza inaugurato nel 1935), il capitano “Neno” Rossi, Bruno Camolese, Luigi Chiodi, Giovanni Costa ed il giovane giocatore Piero Spinato che detiene il record di reti con la maglia biancorossa.

IL PERIODO D'ORO E LA NASCITA DEI LANEROSSI


Vicenza Lanerossi-Milan 2-0 nel 1958 in Campionato di Serie A (foto wikipedia.org)

Nel 1935 fu inaugurato lo stadio ufficiale del Vicenza e nel 1943 conquisterà la massima divisione nazionale grazie alla vittoria salvifica sulla Juventus in campionato. Passerà anche alla storia la formazione biancorossa di quell'occasione composta da: Osvaldo Fattori, Alfonso Santagiuliana e Luigi Abeni, risultata una tra le migliori dell'epoca. Il simbolo storico di riconoscimento del Vicenza invece, la famosa “R” posta sulla maglia dei giocatori, che ha caratterizzato i Berici negli anni d'oro, arriva dal 1953. In quel periodo il colosso laniero del territorio Lanerossi, decise di acquistare e sponsorizzare (anche se ancora non era un atto propriamente legale nel mondo del calcio) la società calcistica vicentina. Questo infuse alla squadra uno sprint di fiducia e denaro liquido per risollevarsi dalla posizione in Serie B raggiunta negli anni '50. Come primo frutto di questa novità, ci fu la vittoria per due anni consecutivi del Torneo di Viareggio nel 1954-55. Inoltre in quel periodo dalla squadra dei biancorossi uscirono giocatori del calibro di: Azeglio Vicini, Sergio Campana, Renzo Cappellaro, Mario David, Mirko David, Mirko Pavinato, Luigi Menti e nel 1962 Luis Vinicio, che vinse poi la classifica marcatori della Serie A nel 1965/66. In quegli anni il Vicenza si guadagnò il rispetto che andava cercando da parte delle altre grandi squadre. Da piccola realtà provinciale si era ormai affermata tra i grandi nomi, sfornando campioni e fungendo da polo per le grandi figure del calcio che allora erano a fine carriera.  

PAOLO ROSSI E IL SECONDO POSTO IN A


Paolo Rossi e Giovanni Fabbri al Vicenza (foto wikipedia)

Il personaggio che maggiormente ha fatto la storia del Vicenza sotto più punti di vista è stato Paolo Rossi. Dopo un ulteriore periodo di incertezza che fece nuovamente vacillare l'equilibrio da sempre precario dei Berici, Giovanni Battista Fabbri come nuovo allenatore decise di provare un elemento giovane e nuovo nella squadra, proveniente dalla Juventus. Il Vicenza decise in azzardo di puntare tutto sul suo talento investendo al 50% con la rivale piemontese sulla sua proprietà. Paolo Rossi vantò diversi record con la maglia biancorossa tanto da diventare un fenomeno nel calcio italiano. Venne convocato all'interno della nazionale nei Mondiali del 1978, nell'anno in cui si laurea capocannoniere della Serie A, in Argentina dove non mancò di riconfermare la sua abilità con 3 reti segnate, e dal successo di quell'occasione venne soprannominato Pablito. Detenne il record italiano di marcature durante quel mondiale che nella storia verrà eguagliato solo da Ronaldo, Roberto Baggio e Christian Vieri.

Lanerossi Vicenza 1977-78
Lanerossi Vicenza in Serie A 1977-78 (foto wikipedia.org)

Grazie anche a lui quindi il Vicenza raggiunse il secondo posto in classifica, miglior risultato della storia berica in Serie A, al termine della stagione 1977/78. Un piazzamento che valse così la prima partecipazione alla Coppa Uefa, dove i biancorossi affrontare ai trentaduesimi di finale i cecoslovacchi del Dukla Praga venendo eliminati. Curiosa poi è anche la vicenda dello scandalo delle famigerate buste per Paolo Rossi nel 1978. L'allora presidente del Vicenza Giussy Farina, per assicurarsi la presenza di Paolo Rossi in vista dell'ottenimento dello scudetto in Serie A, si contese a suon di buste ed avvocati il giocatore in comproprietà con la Juventus. Dopo un periodo di contesa legale passato alle buste, il Vicenza sborsò una cifra nettamente superiore a quella dalla Juventus, segnando il nuovo record di trasferimento più costoso di un giocatore. Dirà Farina: «Mi vergogno ma non potevo farne a meno. Lo sport è come l'arte e Paolo Rossi è la Gioconda del nostro calcio».


Un giovane Roberto Baggio in azione per i Lanerossi Vicenza (foto wikipedia.org)

Il risultato di questa dispendiosità però fu solo l'indignazione della Federazione. La Juventus infatti conquistò lo scudetto lasciando ai Lanerossi il loro idolo e la caduta in classifica. Il fato che sempre ha voltato faccia ai biancorossi li riportò negli anni successivi alla Serie C. Il Vicenza fece da trampolino di lancio anche ad un altro dei nostri grandi idoli: Roberto Baggio. Dal 1982 al 1985 Baggio giocò nel Vicenza contribuendo alla risalita della squadra verso la Serie B. Prima di passare alla Fiorentina, concluse la sua esperienza vicentina contando la partecipazione a 29 campionati.      

LA COPPA ITALIA E LA SEMIFINALE DI COPPA DELLE COPPE


Il capitano Giovanni Lopez alla vittoria della coppa italia dei Lanerossi Vicenza del 1997 (foto wikipedia.org)

A guidare il Lanerossi nuovamente fuori dal proprio tunnel ed a salvarli dalla caduta libera, fu Francesco Guidolin nel 1995 con la squadra che tornò in A. In quel periodo fu creata la mascotte "Gatton Gattoni": portò così fortuna che la vediamo ancora oggi fare le passeggiate propiziatorie nello stadio prima di ogni partita casalinga. Siamo arrivati al 1996/97, l'anno del trionfo più importante: il Vicenza di Guidolin fu autore di una cavalcata straordinaria in Coppa Italia dove superò il Milan ai quarti di finale e il Bologna in semi. Nella doppia finale l'avversario fu il Napoli: all'andata al San Paolo i partenopei vinsero per 1-0, ma al ritorno al Menti il Vicenza pareggiò i conti grazie al gol di Gianpiero Maini e ai supplementari, le reti di Maurizio Rossi e Alessandro Iannuzzi regalarono il primo storico trionfo ai biancorossi. «Abbiamo vinto perché siamo prima uomini, poi amici e infine calciatori» dirà poi il centrocampista Daniele Amerini. Il successo in Coppa Italia permise al Vicenza di partecipare dunque alla Coppa delle Coppe della stagione successiva. I biancorossi eliminarono i polacchi del Legia Varsavia, gli ucraini dello Šachtar Donetsk e gli olandesi del Roda. In semifinale trovarono il Chelsea. All'andata un gol di Lamberto Zauli fece esplodere di gioia il Menti, ma allo Stamford Bridge, nonostante il vantaggio iniziale del 'toro di Sora' Pasquale Luiso, i blues vinsero 3-1 e raggiunsero la finale. Nella Supercoppa Italiana invece il Vicenza fu battuto dalla Juventus.

GLI ANNI RECENTI DELL' L.R. VICENZA VIRTUS

Dal 2004 fino al 2016 il Vicenza subì più passaggi di proprietà: dalle mani britanniche diventando la prima squadra italiana di proprietà estera al ritorno in quelle dei vicentini. Ma questi passaggi non servirono ne a far risanare le casse della società ne a far rinascere il vigore e la gloria dei biancorossi. Rimasero per molti anni a giostrarsi nel limbo tra la Serie B e C. Nel 2012 fu avviata a Vicenza la “Nobile Provinciale”, un'iniziativa che aveva l'intento di creare un azionariato popolare, in supporto al Vicenza Calcio. Nel 2018 la società venne rilevata attraverso una delega federale dalla provincia di Bassano in unione con un imprenditore di Vicenza. Da questa fusione si riformulò il nome in: L.R Vicenza Virtus e la società poté dichiararsi erede della storica tradizione calcistica del Lanerossi Vicenza. Dalla Serie D il Vicenza si è risollevato fino a raggiungere nuovamente la Serie B nel 2020.  

CURIOSITÀ TRA IL CINEMA E GLI SPALTI


Film "Ultimo Minuto" stadio Menti Vicenza (foto wikipedia.org)

Parlando di cinema, il film “Ultimo Minuto” al quale parteciparono Ugo Tognazzi e Diego Abatantuono, girato all'interno dello stadio Romeo Menti di Vicenza. La trama ritrae la storia delle difficoltà di una squadra provinciale nel mondo del calcio, molto simile a quella dei Lanerossi. Nelle inquadrature all'interno dello stadio, sullo sfondo si possono notare i colori bianco e rosso propri del Vicenza per rievocarne il passato e la memoria. All'interno dei titoli di coda inoltre sono accreditati i gruppi di tifosi della curva sud vicentina, il Vicenza stesso e lo stadio.


Curva sud Vicenza (foto wikipedia.org)

Per quanto riguarda la tifoseria vicentina, si possono annoverare diversi e particolari gruppi storici che la accompagnarono negli anni. Dai primi due gruppi originari del 1975 i Marines e gli Ultras risiedenti in curva sud, nacquero i Vigilantes nel 1978, che presenziarono per 34 anni di partite sugli spalti. Tra i gruppi nati negli anni '90 si ricordano i: Fabio Group, la Caneva Berica ed i Kapovolti. I Fabio Group, furono un gruppo fondato in memoria della morte di un vigilantes di nome Fabio, che portano come simbolo il Tao proveniente della cultura cinese. La Caneva Berica ebbe come simbolo una damigiana di vino, mentre i Kapovolti hanno come logo il volto di un uomo ubriaco con la lingua fuori molto simile al mostro di Frankenstein. Mai corse buon sangue tra le varie organizzazioni di tifoseria del Vicenza e dell'Hellas Verona, le squadre venete eterne rivali che hanno più delle altre ottenuto importanti risultati e posizioni nella storia del calcio veneto.

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