Cerca

Colo-Colo: le origini del Club Invencible e la leggenda di David Arellano

El Colo-Colo Invencible

El Colo-Colo Invencible

Ci sono storie che sono difficili da credere, quella delle origini del Colo-Colo è proprio una di queste.

Magallanes

Come per ogni storia di calcio di quegli anni a Santiago del Cile, tutto parte da un campo di terra battuta dove si incontrano tutte le compagini della capitale cilena. È il 27 ottobre 1897, e alle sparute squadre senza legge di Santiago si aggiunge anche il Club Atlético Escuela Normal, meglio nota più tardi con il nome di Magallanes in onore dello stretto di Magellano che nel 1922 era appena passato nelle veci cilene dall’Argentina. Ma il protagonista della storia non è il Magallanes, più simile anzi a un antagonista.

I vecchi

Sono i primi mesi del 1925 e David Arellano è uno dei giocatori più influenti del club nonostante i soli 24 anni. Insieme ad altri giovani del club santiageño, cerca di convincere la dirigenza ad effettuare alcune riforme manageriali e economiche tra cui l’esclusione da parte dei membri della prima squadra dai pagamenti mensili delle quote. All’epoca, infatti, i giocatori non venivano pagati, bensì erano spesso loro a dover pagare il club. Come da copione, il club respinge le riforme: i tesserati devono pagare. Qualcuno avrebbe abbassato la testa e accettato la marmorea immobilità del Magallanes, ancora troppo radicato alle tradizioni. Non David Arellano e la sua banda di giovani disertori. «Andiamo Quiñones, lasciamo giocare questi vecchi» furono le ultime parole da giocatore del Magallanes del Profesor, come veniva chiamato dai suoi compagni: Arellano era infatti anche un insegnante delle elementari.

Un nome


Il Cacique Colocolo (foto wikipedia.org)

Il gruppo di defezionisti si incontra al bar “El Quita Penas”, situato allora nel calle El Panteón della capitale, ponendo forti principi morali e sportivi scritti in maniera indelebile nell’atto di fondazione. Arellano non lo sa, e purtroppo non lo saprà mai, ma in quel bar è appena stato creato il club più titolato di tutto il Cile, nonché uno dei più gloriosi del continente sudamericano. L’ufficialità arriva però qualche tempo dopo, più precisamente il 19 aprile dello stesso anno dopo alcuni incontri nel calle Covadonga, nel barrio di Estación Central. Tutti i fondatori, tra cui Arellano, si vedono quindi all’Estadio El Llano per firmare le carte. Manca solo il nome per ufficializzare la cosa, Arellano ha un’idea. Quelli degli anni ‘20 sono anni duri per le tribù mapuche, che abitano la regione da prima dell’arrivo dei conquistadores. Gli indigeni soffrono costanti episodi di violenza e esclusione dalla società e a molti giovani, tra cui i defezionisti del Magallanes, questo non va giù. Per questo motivo quando Arellano propone Colo-Colo come nome del nuovo club tutti sembrano essere d’accordo. Sembrava calzare a pennello anche vista la situazione con il vecchio club: Colocolo era infatti il nome di un saggio cacique mapuche che si ribellò alle conquiste spagnole conducendo in battaglia i guerrieri autoctoni contro gli invasori. Ribellione. Ai giovani piace questa parola.


Il primo stemma del Colo-Colo

Una divisa e un logo

Ora il club c’è, manca la divisa e il logo. A Juan Quiñones viene affidato l’incarico di scegliere un completo, e così fu: maglia bianca a simboleggiare la purezza, calzoncini neri la serietà, calzettoni blue navy con una striscia bianca e, come proposto dal Profesor, scarpini neri con una striscia rossa. A proposito dei calzettoni, tradizionalmente quel modello fu adottato come tributo alla Marina Cilena, ma la verità è che la scelta è stata tale semplicemente perché Guillermo Cáceres, uno dei fondatori, conosceva alcuni rivenditori clandestini di prodotti militari a Valparaíso. Una chicca sugli scarpini invece: quelli proposti da Arellano e fabbricati da un calzolaio di nome Navarrete, sono i primi scarpini con tacchetti di tutto il Cile. Per il logo, niente di più semplice: stemma blu con una fascia rossa trasversale nella quale vi è stampato Colo-Colo in caratteri bianchi. Con i colori della bandiera cilena non si può sbagliare.

Il primo campionato e la coppa

È tutto pronto, giusto in tempo per iscriversi al campionato metropolitano di Santiago che sarebbe cominciato a maggio. Tra le altre squadre partecipanti anche i ‘vecchi’ del Magallanes e l’Audax Italiano, club fondato negli anni ‘10 da immigrati del Bel Paese. È solo il primo campionato per il Colo-Colo, ma i ragazzi di Arellano dominano ogni partita, corrono più di tutti forse anche grazie agli scarpini di Navarrete. Segnano a valanga: ben 67 gol subendone solo 5 in appena 11 partite vincendo così il loro primo titolo da imbattuti. Il Magallanes finisce quinto, cinque vittorie e sei sconfitte.


Le tribune dell'Estadio Policial de Santiago (foto wikipedia.org)

I Cacique si qualificano anche alla Coppa dei Campioni di Santiago, anche conosciuta come Copa Juan de Frutos, e vanno a giocare contro le migliori squadre di tutta la capitale. Il format del torneo è semplicissimo, semifinali e finale. Il Colo-Colo pesca il Brigada Central. Si gioca il 13 dicembre all’Estadio Policial davanti a circa 2.500 spettatori. Gli Albos sono messi a dura prova dal Brigada Central, nonostante le reti del Pelado Luis Contreras e Humberto Moreno stanno perdendo 3-4, ma la garra blanca viene fuori e la partita finisce 7-4 per i Cacique. Mattatore Humberto Moreno con quattro gol, doppietta del Pelado e sigillo finale di capitan David Arellano. È fatta, la finale è raggiunta. Si gioca il giorno dopo il Boxing Day inglese, il 27 dicembre, ad attenderli davanti ai 10.000 spettatori del Santa Laura c’è l’Unión Deportiva Española, club fondato da immigrati iberici nella fine del XIX secolo. L’analogia è immediata. Mapuche contro i conquistadores arrivati da oltreoceano. Non so come sia andata la partita nonostante le estenuanti ricerche, ma dev’essere stato un incontro epico culminato con la ‘vendetta’ di Colocolo contro quel Pedro de Valdivia che tanto aveva fatto penare la gente mapuche secoli addietro. A risolverla un’altra doppietta del Pelado Contreras. 2-0, il Colo-Colo è campione di Santiago a appena otto mesi di vita. È nato El Colo-Colo Invencible.


Un'azione di Necaxa - Colo-Colo (foto wikipedia.org)

Il Gira Internacional de Colo-Colo: Ecuador

Dire che il Colo-Colo sia un club ambizioso, a questo punto, è lapalissiano, non deve sorprendere quindi che nel ‘27 diventi la prima squadra di calcio cilena a giocare in Europa seguendo un lunghissimo tour di partite conosciuto come Gira internacional de Colo-Colo. Emulando quanto fatto da Nacional e Boca Juniors, i Cacique partono da Valparaiso a bordo del battello a vapore ‘León XIII’ a volta dell’Ecuador, dove giocano e vincono contro Córdova y Packard e Racing.

Il Gira Internacional de Colo-Colo: Cuba

Poi si attraversa il canale di Panama a bordo del ‘Venezuela’ verso L’Avana e qui arrivano una vittoria e una sconfitta rispettivamente contro Iberia y Juventud Asturias e Sport Fortuna. Quest’ultima partita da segnalare una polemica verso i due arbitri di gara Mr Campbell e ‘Kilómetro’ Perez come verrà ricordato il secondo, il motivo viene segnalato abbastanza chiaramente dal quotidiano cubano ‘El Sol y El Mundo’. Pare infatti che la coppia si sia inventata due rigori inesistenti per i locali poi vittoriosi per 3-2, basta rileggere il nomignolo dato a Perez per immaginarne il perché.

Il Gira Internacional de Colo-Colo: Messico

Poco importa però, il tour è lungo e bisogna fare le valigie per Città del Messico, dove ad aspettarli c’è un mese di marzo pieno di partite. Il match più atteso è quello contro i campioni di Copa México, i biancorossi del Necaxa, club di solo un anno più vecchio del Colo-Colo. A vincere sono i Cacique, demolendo i padroni di casa per 0-3 sotto gli occhi degli 8.000 spettatori del Campo España. Poi ancora, Club América, Atlante, Jalisco, addirittura una squadra mista di Nacaxa e México FC e una selezione dell’esercito e della marina. Dal Messico arrivano solo vittorie, sembra essere arrivato il tanto atteso giorno della partenza verso il vecchio continente.

Il Gira Internacional de Colo-Colo: Spagna


Arellano alle prese con il Deportivo. Il portiere spagnolo commentò: "Quando si avvicinano alla porta rischiano la vita". (foto wikipedia.org)

Inizialmente la banda di Arellano sarebbe dovuta approdare in Francia per l’inizio del tour europeo, ma alcuni ragazzi premono per visitare prima la Spagna, per conoscere la terra ancestrale. La nave transatlantica attracca al porto di La Coruña, in Galizia, alle 10:30 del 28 di marzo. I giocatori si prendono qualche giorno di svago visti i 14 estenuanti giorni di navigazione, ma già per il 4 aprile viene fissata la prima storica partita di una squadra cilena in Europa. È Eiriña de Pontevedra - Colo-Colo. I padroni di casa hanno però problemi di numero. Mancano molti giocatori, per questo a dare una mano ai propri connazionali per rimpinguare la rosa pontevedrense ci pensano l’Alfonso XII e il Celta de Vigo. A raccontare l’esito della partita lascio l’edizione di mercoledì 6 aprile del Mundo Deportivo:


L'articolo del Mundo Deportivo

Coruña, 3 (per telegrafo). La squadra di Riazor si è giocata oggi la partita di presentazione della squadra cilena “Colo-Colo” che ha giocato con l’Eiriña de Pontevedra, con i cileni a vincere per quattro goals a tre. L’Eiriña ha giocato una partita superba di entusiasmo e avidità e avrebbe meritato il pari. I cileni hanno un attacco di enorme mobilità; i mediani sono buoni e la difesa è debole. Un arbitro parziale cileno ha agito. Giovedì e domenica giocheranno contro il Deportivo.

Il Gira Internacional de Colo-Colo: Portogallo

Difficile sapere se effettivamente la partita è stata condizionata dall’arbitro o se il corrispondente del Mundo fosse semplicemente amareggiato per la sconfitta, fatto sta che la prima partita dei Cacique in Spagna finisce con la vittoria cilena. Ora la doppia sfida col Deportivo La Coruña, con i blanquiazules arrivano però una sconfitta e un pareggio, per 2-0 e 2-2, ma il giornale locale La Voz de Galicia loderà con belle parole il gioco degli Albos, raccontando di un bel gioco fatto di passaggi corti e giocate preparate. Finito il tour galiziano il Colo-Colo parte verso Porto. Qui giocano contro una squadra mista delle due squadre locali più forti, il Porto e il Salgueiros, perdendo per 2-1. Due giorni dopo a Lisbona i Cacique vincono per 2-4 contro una selezione della capitale portoghese, con giocatori provenienti, tra le altre, da Benfica e Sporting. La parte portoghese del viaggio santiageño termina con una sconfitta contro il Vitoria Setubal, il miglior club lusitano di quegli anni. Il Colo-Colo si appresta a partire per Madrid.

Il Gira Internacional de Colo-Colo: Spagna 2

Al ritorno in Spagna succede di tutto, ma la storia ha un senso solo, quindi partiamo da Madrid, ad aspettarli c’è l’Atletico. Per la prima volta non c’è David Arellano, il peso dell’assenza del giovane capitano si fa sentire. I Cacique giocano male, non c’è coesione, i cileni perdono 3-1 contro i colossi madrileni. Ma l’opportunità per rifarsi con la stampa spagnola c’è subito, il 1 maggio: a Valladolid ecco il Real Unión Deportiva, club campione della Copa e Galicia y León.

La tragedia

David Arellano stavolta gioca, e segna pure nella sestina rifilata ai locali. 6-2, il Colo-Colo per le stampe è di nuovo fortissimo, ma quelli della Real Unión non ci stanno, chiedono una rivincita. Gli Albos accettano, senza sapere della tragedia che li travolgerà per questa decisione. Si gioca subito, il giorno dopo. La partita finisce con un incredibile 3-3, con la squadra spagnola rinforzata da altre compagini dei dintorni.


La prima pagina del settimanale 'Los Sports' del 10 maggio 1927

Ma il risultato finisce in secondo piano. C’è una palla vagante in aria, Arellano salta per colpirla di testa, ma su quel pallone non ci arriverà mai. Un intervento durissimo di un avversario sullo stomaco del Profesor lo costringe ad uscire immediatamente dal campo e viene subito mandato a riposare in albergo, non sembrerebbe niente di grave, ma viene comunque visitato da dei medici. Il giorno dopo, martedì 3 maggio del 1927 alle ore 18:45, David Alfonso Arellano Moraga lascia i suoi compagni per una peritonite non identificata dai dottori a soli 25 anni. Verrà sepolto lì, a Valladolid, di mercoledì.


Il Transatlantico Giulio Cesare (foto wikipedia.org)

Ritorno a casa

I dirigenti del Colo-Colo decidono comunque di continuare il tour. Le vittorie almeno inizialmente continuano ad arrivare, ma lo stress fisico e mentale dei giocatori comincia a farsi vedere e tra infortuni e defezioni i Cacique decidono di finire il tour anticipatamente. Il 17 giugno del 1927 il Colo-Colo riesce a ricavare abbastanza denaro grazie a donazioni spagnole per poter tornare in Cile a bordo del transatlantico italiano Giulio Cesare. Il bottino degli Albos alla fine è positivo: 22 partite giocate con 12 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte maturate nella penisola iberica, ma nulla può lenire ai ragazzi il dolore di aver perso il proprio capitano, fondatore, presidente, ma soprattutto amico.


Lo Stadio Monumentale David Arellano (foto wikipedia.org

El Colo-Colo Invencible

Oggi il nome di Arellano è ancora molto presente nella cultura di massa del popolo Cacique, ogni partita viene giocata al massimo dai giocatori che corrono e calpestano il terreno dell’Estadio Monumental David Arellano. Dalla morte del Profesor il Colo-Colo non si è mai fermato: 32 scudetti, 12 coppe nazionali, 2 supercoppe, 1 Libertadores e 1 coppa intercontinentale. Tutto questo a provare che dalle piccole cose, dai grandi rifiuti o da un’inaspettata tragedia è possibile costruire qualcosa di meraviglioso, di vincente. Il Colo-Colo è nato per protesta, da una banda di giovani ribelli con divise poco legali. Oggi è uno dei club più rinomati dell’intero continente sudamericano.
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter