Maurizio Sarri, rituali nel mondo del calcio (foto wikipedia.org)
Rituali nel mondo del calcio: Episodio 3
IL POTERE DEL PALLONE
Il pallone è dove tutta l’energia dell’azione si condensa, dove ogni giocatore, tecnico o spettatore pone le proprie aspettative. Quindi perché non tentare di soggiogare con la propria influenza uno strumento così potente e decisivo per la partita? In questo caso abbiamo due metodi come esempi, abbastanza opposti. Da un lato l’ex portiere svizzero Roman Bürki del Borussia Dortmund, che prima di ogni partita doveva assolutamente sottrarre il pallone all’arbitro o al bambino che lo aveva portato in campo per accarezzarlo con i guanti, forse a dimostrazione della sua benevolenza anche il pallone sarebbe stato clemente con la sua squadra. Dall’altro lato abbiamo invece il nostro allenatore nazionale Maurizio Sarri. Nel suo calcio, come regola ferrea, il pallone non sarebbe mai dovuto uscire dal campo. A testimonianza di ciò e di quanto per lui questa azione potesse influenzare il risultato della partita, si rifiutava categoricamente di toccare, sfiorare e passare un qualsiasi pallone uscito dalle linee nelle sue vicinanze. Potrebbe sembrare scortese come atteggiamento, ma se avesse avuto ragione? Di necessità virtù. Rituali nel mondo del calcio.
QUANDO CANTARE L’INNO FA LA DIFFERENZA
Mario Gomez (foto wikipedia.org)
Nel momento che dovrebbe essere parte dei rituali ufficiali in cui si esprime massimo orgoglio e raccoglimento, anche arrivare a non cantare più l'inno potrebbe essere la spinta che fa girare a proprio vantaggio la ruota della fortuna. Tomáš Rosický, ex calciatore ceco, ha smesso di cantare l’inno ad alta voce. Dopo essersi accorto ed aver addirittura verificato, prese coscienza che la sua squadra perdeva ogni volta che cantava l'inno ad inizio partita. Mario Gomez, ex calciatore tedesco, si accorse di creare il medesimo effetto con la sua voce. Da quando segnò un gol con la Germania giovanile dopo essere rimasto in silenzio durante il Deutschlandlied, decise di fare voto del silenzio durante gli inni successivi per il bene della sua squadra. Che alla dea bendata infastidisse il loro canto?
di Giulia Toninato
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