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Giornata Mondiale della Radio: Libertà, espressione e comunicazione

Radio - studio radiofonico (foto da wikipedia.org)

Radio - studio radiofonico (foto da wikipedia.org)

La Giornata Mondiale della Radio celebra uno strumento che dal 1920 fa parte della nostra vita. Storicamente simbolo della libertà di espressione e di accessibilità all'informazione, la Radio è sopravvissuta nel tempo ad altre importanti innovazioni tecnologiche nel campo della comunicazione. Dalla scoperta delle onde elettromagnetiche di Heinrich Hertz nel 1887 e dai primi Radiotelegrafi di Guglielmo Marconi del 1901, la Radio ha fatto passi da gigante come tecnologia. Può essere ritenuta la seconda innovazione più di longeva e di successo tra i mezzi di comunicazione di massa dopo la Stampa. Ma qual è stata la sua evoluzione?  

L'ESORDIO NEGLI ANNI '20

Una volta trasformato il Radiotelegrafo che trasmetteva solo codici Morse in apparecchio Radiofonico, lo scarso numero di frequenze usufruibili lo rese destinato solo all'uso militare. Ma nel 1920 si pensò che la Radio potesse diventare anche mezzo per l'intrattenimento. Le prime stazioni radiofoniche del mondo presero vita in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. In questi due paesi il Broadcasting funzionò così bene che in un anno il Nord America contava già cinquecento stazioni radiofoniche indipendenti. La Gran Bretagna nel frattempo funse da modello per l'Europa nell'uso del monopolio di stato per finanziare la sua emittente BBC. In Italia, la prima emittente pubblica fu l'Unione Radiofonica Italiana (URI, attuale Rai) nata a Torino nel 1924. La trasmissione inaugurale riscosse un enorme successo. Si trattò semplicemente di un concerto di musica classica e del bollettino meteo per la durata totale di un'ora e mezza. Se la programmazione fosse durata oltre le valvole degli apparecchi accesi si sarebbero probabilmente bruciate. L'Impatto che questa nuova tecnologia ebbe sulla massa venne immediatamente sfruttato per la propaganda politica. In Italia, durante il regime fascista, la Radio riportava i discorsi di Mussolini in ogni dove della penisola. Nonostante fosse un prodotto costoso era piuttosto facile entrarvi in contatto. Nelle piazze era facile ci fossero altoparlanti a scopo di diffondere contenuti radiofonici di Stato. In entrambe le Guerre Mondiali la radio avrà infatti un ruolo fondamentale sia in battaglia che tra la gente comune. Per questo motivo la Giornata Mondiale della Radio è stata istituita facendo riferimento al 13 febbraio 1946. In tale data le Nazioni Unite trasmisero il primo messaggio di pace mondiale post guerra.  

IL BOOM E LA RADIO LIBERA


Minerva Radio 1940 (foto da wikipedia.org)

Il vero Boom arrivò però negli anni '50. A fronte del successo sempre maggiore della televisione, la Radio si fece più competitiva. Furono inventati apparecchi più piccoli, portabili ed economici come l'autoradio e gli stereo. Questa mossa geniale la portò a trovare sempre maggiore diffusione per via del basso costo ed accessibilità. Nel frattempo diventò anche più appetibile ai giovani nel suo formato portatile. Nacquero anche diversi programmi e formati di intrattenimento che in seguito diventeranno i Network. Tra questi programmi ricordiamo: La prima edizione del Festival di Sanremo del 1951 diffusa in frequenza AM e la trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” che ancora oggi possiamo sentire nelle nostre radio. La RAI (ex URI) venne ricostruita durante la ricrescita economica Italiana del dopo-guerra. In quegli anni vide il suo massimo periodo di successo tra gli Italiani. Come monopolio radiofonico e televisivo aveva stabilito l'esistenza di tre canali: Il Primo che verte sulla politica, Il Secondo dedicato all'arte ed Il Terzo alla cultura. Nel 1968 però la rivoluzione culturale portò in Italia al tracollo legale del monopolio radiofonico della RAI. Questo favorì l'immediata comparsa di numerose emittenti dette “Libere”. Queste nuove piccole realtà iniziarono a diffondere i loro contenuti utilizzando la poco sfruttata frequenza FM. La Radio per i giovani degli anni '70 divenne simbolo di libertà d'espressione. Trasmettendo programmi indipendenti di musica, religione e politica le emittenti libere trovarono nella diffusione di nuovi precetti culturali la propria fortuna. Avete presente quei film in cui si vedono giovani americani girare per le strade con lo stereo? Ed il famoso stereo Ghetto Blaster? Negli anni '80 era di gran moda avere lo stereo con radio e lettore di musicassette. Era diventato simbolo della cultura Underground, soprattutto per l'Hip-Hop.  

LA RADIO OGGI


Ghetto blaster (foto da wikipedia.org

Nel tempo molte delle emittenti libere nate in quegli anni in Italia diventarono alcuni dei colossi radiofonici privati che conosciamo oggi. Radio Deejay ad esempio, nata nel 1980, è diventata la seconda emittente più ascoltata d'Italia al giorno d'oggi. Negli anni '90 l'arrivo dei segnali digitali e satellitari mise ormai in contatto Radio e televisioni in più parti del mondo. Internet infatti non fece che assistere al rinnovato successo successo della sua antenata. Essa infatti si è nuovamente dimostrata in grado di adattarsi alle esigenze evolutive. Piattaforme digitali radiofoniche quali Web Radio, Podcast e Community rendono oggi usufruibili i programmi radiofonici direttamente da Internet e non solo. Attraverso di essi si può anche entrare in contatto con le voci protagoniste della Radio ed interagire anche sulle selezioni musicali dei vari programmi. Ancora oggi rimane uno dei mezzi di comunicazione più apprezzati dalla popolazione grazie alla sua grande varietà di programmi, la semplicità e la versatilità. Pensiamoci un attimo, sarebbe possibile fare un viaggio in auto senza la compagnia dalla radio?

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