Dante Alighieri, il ricordo del grande poeta in tutta
Italia. Proprio a 700 anni esatti dalla sua morte, l'intera nazione festeggia in modo davvero degno uno dei suoi maggiori letterati e padri della lingua italiana nella giornata del
25 marzo. La sua rilevanza storica nel nostro paese è forse paragonabile a quella di
Napoleone in
Francia.

Monumento di Dante a Firenze, Piazza Santa Croce
L'autore
Nato a
Firenze nel 1265 con il nome di
Durante in una famiglia agiata sul piano economico, il giovane
Dante Alighieri ebbe come maestro, tra gli altri,
Brunetto Latini. I suoi studi nelle "
arti liberali" del
basso medioevo comprendevano numerose materie, come da tradizione per l'epoca. Oltre alla
letteratura,
Dante ebbe, infatti, una formazione in
filosofia,
teologia nonché nelle allora limitate conoscenze in
fisica ed
astronomia. In ambito letterario lui studiò la lingua latina, e soprattutto rimase influenzato dal vivace clima culturale del tardo
XIII secolo nella nascente letteratura "volgare".
Dante diede un enorme contributo a fissare la lingua dell'attuale capoluogo della
Toscana come quella nazionale. Ci sarebbero comunque voluti ancora vari secoli prima di arrivare all'unità politica, tra il
Risorgimento e la
Prima Guerra Mondiale. Ad ogni modo,
Dante dovette subire l'esilio. Questo giunse per gli scontri tra
guelfi, in particolare tra i bianchi suoi amici ed i neri sostenitori dell'allora pontefice
Bonifacio VIII, e
ghibellini filo-imperiali dell'epoca. Il suo esilio durò dal 1301 fino all'ultimo dei suoi giorni, appunto nel 1321. I suoi soggiorni più lunghi furono a
Verona ed a
Ravenna, dove morì.

La tomba di Dante a Ravenna
I libri
Le sue opere risentono dell'influsso di numerosi modelli letterali. Tra questi c'è quello classico, derivante da
Virgilio, quello del cristianesimo medievale, in particolare
San Tommaso d'Aquino, con influenze filosofiche di
Aristotele ed in parte di
Platone. Tra la sua produzione letteraria bisogna ricordare il trattato di linguistica
De vulgari eloquentia, quello di politica
De Monarchia, entrambe in latino. Di contro, la
Vita Nova, un'autobiografia in romanzo d'amore, incentrato sulla figura dell'amata
Beatrice e modellato sul
Dolce Stil Novo all'epoca imperante, ed il
Convivio, un'enciclopedia di tutte le conoscenze del periodo, sono opere poetiche in volgare. Tutti questi lavori, tuttavia, costituiscono soltanto una piccola parte della fortuna postuma di
Dante Alighieri, dovuta invece al suo capolavoro assoluto. Questo lavoro è la
Commedia, in seguito conosciuta come
Divina Commedia, scritta durante circa 15 anni, fin quasi alla sua morte. Fu
Giovanni Boccaccio ad aggiungere l'aggettivo all'opera somma di
Dante. Poema allegorico e didascalico, l'autore racconta del suo viaggio nell'oltretomba. In contemporanea
Dante narra della sua risalita spirituale dopo l'iniziale smarrimento avuto, fino alla visione conclusiva di
Dio. A guidarlo in questo lungo viaggio fisico, mentale e religioso ci sono
Virgilio stesso e
Beatrice. I cento canti, composti da un totale 14.233 versi di undici sillabe unite in
terzine incatenate nello schema
ABA BCB CDC --- UVU VZV Z, si distribuiscono in tre cantiche, composte appunto dai tre regni dell'aldilà:
Inferno,
Purgatorio e
Paradiso.

Dante Alighieri in un affresco di Andrea del Castagno alla Galleria degli Uffizi a Firenze
La fortuna postuma e la ricorrenza
Dante ispirò tantissime persone di cultura già pochi anni dopo la sua scomparsa, in
Italia ed in gran parte del pianeta. Poeti, religiosi, critici letterari, musicisti, pittori, scultori, autori teatrali nonché cinematografici e televisivi, persino fumettisti e creatori di videogiochi si confrontarono con il più celebre dei fiorentini del mondo durante i secoli. Alcuni astronomi contemporanei hanno preso individui e luoghi dell'
Inferno dantesco per nomare alcune zone di
Io, un satellite del pianeta
Giove. Sul retro delle monete di 2 euro, nel lato dedicato alle facce nazionali, c'è proprio lui,
Dante.

Moneta di 2 euro italiani che raffigura Dante Alighieri
In molte manifestazioni pubbliche, molte personalità nazionali hanno declamato i versi della Divina Commedia: in ordine di tempo, gli ultimi sono Vittorio Gassman, Vittorio Sermonti e Roberto Benigni. Nel gennaio 2020 il governo italiano ha fissato il 25 marzo come data per ricordare, ogni anno, il sommo letterato. Tale data ha preso il nome di Dantedì. Il giorno non è casuale, in quanto corrisponde all'inizio del viaggio esposto del letterato nella sua Commedia. Istituzioni culturali, scuole si sono attivate per ricordare questo fortissimo simbolo dell'identità nazionale, con il beneplacito del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Quest'anno, davanti a lui ed al ministro della Cultura, Dario Franceschini, nel Salone dei Corazzieri al Quirinale, Benigni legge il canto XXV del Paradiso.