Un Alpignano #wearefamily ricco di spunti quello di venerdì 30 aprile – con anche Terzo Tempo presente alla diretta – in compagnia di Daniele Zini. Col Direttore tecnico del Settore giovanile del Cagliari sono infatti state toccate diverse tematiche interessanti.
Alpignano #wearefamily
Le esigenze prima di tutto
In primis una riflessone sulle metodologie di allenamento: «Normalmente i modelli di riferimento sono le prime squadre. Ma non andrebbe tutto rimodulato in base alle diverse età dei gruppi? E lo stesso per quanto riguarda la composizione degli staff. In un settore giovanile ogni annata è inevitabilmente una storia a sé». Zini ha fatto poi raccontato di come l’approdo in Sardegna nel 2018 – dopo aver fatto esperienza in diverse realtà della “sua” toscana – è stato per lui un piccolo shock. Sull’isola ha trovato abitudini calcistiche completamente diverse da quelle che aveva conosciuto fino a quel momento. Da lì l'obbligo di adattarsi alle esigenze dei propri nuovi calciatori. E proprio nei panni di quegli stessi calciatori bisogna mettersi, secondo lui, per riuscire a lavorare al meglio. Emblematiche in questo senso le sue parole: «Spesso noi allenatori crediamo di lavorare bene pensando “al posto” dei nostri giocatori. Ma non sarebbe molto importante anche sentire cosa pensano i giocatori in prima persona, al di là dell’età che hanno?».
Educare alla flessibilità
Secondo Daniele Zini, le migliore metodologie che l’allenatore può usare rimangono la leadership e la credibilità nei confronti dei giocatori. Dopodiché tutto il resto viene dopo e senza che sia necessario essere per forza “lineari”: «In questi hanno a Cagliari ho riscoperto l’importanza dell’essere imperfetto e dell’allenare nel disequilibrio. Sono fortunato perché mi è sempre piaciuto studiare e prendendo spunto da una materia come le neuroscienze, ho potuto rendermi conto di come l’apprendimento non sia lineare. Per questo ho cominciato a spostare la mia attenzione sul proporre in allenamento dei contesti in cui è il gioco che crea la situazione. In questo modo i ragazzi possono apprendere senza essere chiusi dentro dei binari prestabiliti. L’importante è che imparino a prendere delle scelte. Scelte che poi non vanno corrette, ma va dato un feedback per far vedere quali altre possibilità ci sono nei diversi contesti». Dunque una “educazione alla flessibilità”, perfettamente rappresentata da un’altra pratica introdotta dal Responsabile in quel di Cagliari: la “Cycle Week”. Partendo dal presupposto che le squadre non sono proprietà dell’allenatore ma della società, i vari gruppi cambiano guida tecnica per tutto l’arco di una settimana prestabilita. Questo favorisce la conoscenza delle diverse visioni sul gioco che ogni tecnico inevitabilmente ha. Una iniziativa peraltro messa in atto anche dal Responsabile della Scuola Calcio dell’Alpignano, Christian Bellanova. Infine non sono mancati i riferimenti all’importanza del territorio, con Daniele Zini che ha precisato come il Cagliari sia «un bene pubblico dell’isola», sottolineando anche gli ulteriori lati positivi del poter condividere il centro sportivo di Assemini con la prima squadra rossoblù. Un fantastico modo per alimentare i sogni dei più giovani e mantenere compatto tutto l’ambiente.
L'ultimo appuntamento
Un penultimo appuntamento con l'Alpignano #wearefamily veramente denso. Una degna anticipazione della chiusura col botto di venerdì 7 maggio, dedicata a “Il ruolo del portiere”. Ospite l’ex-estremo difensore del Torino, Lys Gomis. Assolutamente da non perdere!
Alpignano #wearefamily, ultimo appuntamento con Lys Gomis
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