Pensieri
02 Novembre 2022
Buongiorno,
sono la mamma di un ragazzo che ha una grande passione, il calcio, e oggi vorrei raccontarvi parte della sua storia.
Vi siete mai trovati nel luogo più bello e crudele del mondo?
La nostra macchina ha mangiato chilometri e chilometri di strade per allenamenti e partite che hanno visto un ragazzo protagonista di un sogno, quello di tanti ragazzi come lui: giocare a calcio. Gli anni si sono susseguiti seguendo il ritmo del pallone fino a un’estate in cui l’entusiasmo di tornare in campo, dopo un infortunio sofferto, era la ragione di giornate calde passate tra sudore e fatica.
Un’estate di riscatto dove la preparazione atletica avrebbe ravvivato lo spirito del calcio, soffocato dal covid che ha tenuto i ragazzi lontani dai campi. Un’estate in cui i sogni sarebbero diventati realtà. Una volta un uomo disse: «verrà anche il tuo momento» perché forse non voleva disilludere un sogno sincero. Il campionato inizia: sudore, fatica e tanta voglia di inseguire quel pallone che fa battere i cuori. Un altro uomo dice: «io voglio vincere». Le partite si susseguono e la panchina ha sempre lo stesso nome scritto sopra. Lì sta seduto un ragazzo che nutre ancora la speranza di un riscatto capace di scrivere nuove parole in un libro dalle pagine bianche.
Il motivo? «Gioca chi si allena meglio in settimana». Il ruolo è condiviso con un altro ragazzo ma questo non è il problema. Da queste parole capisci che il mister non ha fiducia in te, che non ti ritiene valido per far vincere la squadra e quindi l’unico posto che puoi occupare è quello di chi sta a guardare.
Le domeniche diventano infinite su quella panchina combattute tra il gioire per i compagni quando giocano bene e il chiedersi cosa di ciò che si è fatto non era "abbastanza". La speranza è sempre lì seduta su quella panchina perché ti ripeti che "la prossima domenica sarà diversa, entrerò in campo e avrò la possibilità di far vedere che anch’io valgo". Non sarebbe stato meglio parlare chiaramente dicendo che non era in rosa, lasciandolo libero da una falsa illusione?
Invito società, mister e tutti voi che amate lo sport a riflettere con una domanda: com'è possibile che il luogo più bello del mondo sia anche il più crudele?