Scuola Calcio
09 Febbraio 2023
È una Patrizia Colciago “nel chilling” quella che, al timone della sua Suprema, si appresta a vivere la seconda parte di stagione. Fortificata dall’esperienza, soddisfatta per i frutti della partnership con lo Schiaffino, animata dalla solita inesauribile passione. L’idea di unire le forze con il club di Calderara è stata proprio sua: «Io avevo bisogno di supporto, nel tempo ci sono state figure che si sono avvicinate alla nostra società, ma senza che poi se ne facesse nulla di concreto. Il Centro Schiaffino ha un’immagine, oltre che una struttura importante, così gli ho chiesto di incontrarci per parlare di cosa si poteva fare assieme, ed è nata questa collaborazione che ci dà una mano sotto tanti aspetti. Loro hanno la conduzione tecnica, io mantengo i miei istruttori che vengono coinvolti anche nelle attività con il Monza. Con Alessandro Buschi, poi, abbiamo un ottimo rapporto, capita spesso di confrontarci». Proprio Buschi in estate aveva fatto riferimento a «Realtà amiche nelle quali far proseguire un percorso a ragazzi magari più “indietro”».
Ma non è detto che tale percorso non possa riservare sorprese e nuove scoperte: «I ragazzi possono cambiare molto da un anno con l’altro. Abbiamo avuto casi di giocatori che, con costanza e applicazione, hanno fatto registrare grandi progressi, magari sperimentando dei nuovi ruoli. Al tempo stesso potremmo avere noi dei ragazzi particolarmente dotati, che potranno misurarsi su livelli più alti senza doversi spostare in altri bacini territoriali». E in effetti i 2010 della Suprema hanno giocato un’invernale eccellente, secondi dietro allo Scarioni: «Sono cresciuti tanto anche caratterialmente. Un gruppo fantastico, ma come del resto anche i 2011 e i 2012».
L’attenzione si allarga sullo staff: «Ho tanta bella gente intorno, anche per la prima squadra. Io sono sempre a disposizione, H24, ma è quest’armonia che mi fa andare avanti e dimenticare tutto il resto quando sono nella mia società. E l’armonia la creano i tecnici. Se sono bravi loro a gestire le situazioni, anche il rapporto con le famiglie (con le quali cerchiamo di essere chiari dall’inizio), diventa più semplice. Non ho bisogno di avere tremila squadre, perché trovare dei buoni tecnici non è facile. Da un lato è positivo che sia stato introdotto l’obbligo della qualifica, ma dall’altro ho visto in giro molti allenatori patentati, eppure del tutto inadeguati». Il Covid non ha spezzato una società come la Suprema, anzi: «Avevamo tantissima voglia di tornare, e da noi non è mai stato registrato neanche un contagio. Abbiamo avuto qualche problema finanziario il secondo anno, le nostre quote sono basse e tutto quello che entra viene reinvestito». Una società che ora guarda avanti, senza fretta, ma senza sosta: la ricetta di Goethe per raggiungere ogni obiettivo.