Scuola Calcio
15 Marzo 2023
Siamo arrivati alla giornata 4 di 9 della fase Primaverile dei campionati di Esordienti e Pulcini, e forse è giunto il momento di dirlo apertamente. I "Grassroots" Challenge e sopratutto gli "Small Sides Games", comunemente denominati "giochini prepartita", non piacciono a nessuno.
Noi non li sopportiamo più. Ogni settimana raccogliamo dai campi decine e decine e decine di pareggi "politici", pur sapendo che quel punteggio (potenzialmente rilevante da regolamento ai fini del risultato federale di una partita), è stato in realtà assegnato d'ufficio di comune accordo tra gli staff delle due squadre, le quali, in molti casi lo ammettono apertamente, con genuino candore. «Giochini mettiamo 1-1 a referto? Ma sì, va bene...». Il paradosso quindi è che nella sedimentata consuetudine di non farli (o comunque, se anche vengono fatti, di non conteggiarli), a "stonare" sia invece in qualche caso l'osservanza scrupolosa della norma. «Quella società ha voluto fare e contare i giochini, assurdo, è la prima volta da ottobre che ci capita». True story.
Qui non si tratta di giudicare se il momento tecnico prima di una partita abbia effettivamente una valenza formativa, ci deve pensare il settore giovanile scolastico della FIGC a capire quello e a scegliere la proposta migliore; quanto di constatare lo spietato e inesorabile distacco tra il mondo della teoria e la realtà quotidiana del campo, situazione che rende quei principi teorici semplicemente inapplicabili. Rimanendo nel territorio milanese il mondo delle società ha una superficie troppo "irregolare" per poter garantire tempi e spazi a qualcosa che si va ad aggiungere alle tempistiche della partita in sè; in una ricetta che sulla carta dovrebbe essere buona per tutti allo stesso modo. Anche le realtà più importanti di livello regionale (che poi sono quelle con più squadre da gestire) devono fare settimanalmente i conti con tempi e spazi da incastrare spesso in combinazione con gli impegni delle squadre di agonistica. Si possono perciò spendere per ogni squadra impegnata quei 15-20 minuti per organizzare qualcosa di cui a nessuno (e men che meno ai bambini) importa? La risposta è ovviamente no. E infatti nella maggior parte dei casi non vengono svolti.
I bambini vogliono solo una cosa: giocare e divertirsi il più possibile, e nessuno può negare che il momento più intenso e appagante per loro sia la partita. Non è un caso, quindi, che molto spesso invece del giochino gli istruttori facciano disputare il quarto tempo. Della serie: «Siamo anche disposti a dedicare più tempo al momento gara, ma per farli giocare, divertire e sfogare di più, non per riproporre situazioni in qualche modo assimilabili a ciò che si fa già durante la settimana in allenamento».
Gli Shootout, situazione di movimento attaccante contro portiere, erano sicuramente più snelli e apprezzati nella categoria Esordienti, oltre a ricreare uno fra i duelli di gioco più emozionanti nel gioco del calcio. Il 100% degli addetti lavori interpellati, li preferiva.