Pulcini Pinerolo
17 Aprile 2023
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Sono ormai parecchi mesi che tira aria nuova in casa Piobesi. A partire da questa stagione infatti i 2012 gialloblù, prima allenati da Gianfranco Eliseo, sono passati al suo ex allenatore in seconda, Michele Patruno, e all'istruttore Claudio Bellè, volto di certo non nuovo in società. «Avevo da tempo il forte desiderio di allenare - racconta Patruno -. Io ed Eliseo ci siamo conosciuti sul posto di lavoro ed è stato proprio lui ad introdurmi nel mondo della Scuola Calcio, inizialmente come allenatore in seconda. Mi ha insegnato davvero tanto di questo mestiere e, dopo aver terminato il suo biennio, ha passato direttamente il testimone a me».
Inizia dunque così l'avventura in panchina del nuovissimo e giovane allenatore, che nonostante i pochi mesi alla guida dei Pulcini, è giù riuscito a togliersi qualche soddisfazione. Tra un girone federale e l'altro, infatti, i piccoli giallobù si sono dilettati con alcuni tornei nel pinerolese e non solo. Primo fra tutti è di certo quello disputato sui campi del Garino, dove la squadra, qualificandosi eccellentemente al girone Argento, ha avuto modo di confrontarsi anche con formazioni della Delegazione di Torino. Poco dopo partono alla volta di Mirafiori, dove vincono un triangolare portando a casa ben quattro reti messe a segno e solo una subita, a prova di un'enorme crescita non solo individuale ma anche collettiva.
Per quanto riguarda l'imminente calcio a 9, i ragazzi di Patruno inizieranno a prenderci la mano verso il mese di maggio, poco dopo il termine del girone federale primaverile. «L'anno prossimo? Per ora è un'incognita. Mi sono accorto di essermi affezionato davvero tanto ai miei ragazzi, ma soprattutto sento di avere ancora moltissimo da dare. Il mio obbiettivo è quello di trasmettere loro non solo le nozioni base della Scuola Calcio, ma anche la mia passione e il mio immenso amore per questo sport. Non sono ancora riuscito a farlo del tutto durante questa stagione, dunque avrei piacere a rimanere». Parole importanti e sicuramente sentite da uno che di calcio e di passione ne sa parecchio. Il neo-allenatore infatti ha smesso di giocare a pallone precocemente, intorno ai 14 anni, e con qualche rimpianto cerca di insegnare ai suoi ragazzi ciò che lui pensa di aver sbagliato in passato. «Ho smesso troppo presto. Voglio trasmettere al mio gruppo tutta la passione per il calcio che mi porto dentro, così da non far commettere loro lo stesso errore».