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Dalla scuola calcio pavese un nuovo e inclusivo modello: «Tecnici, dirigenti e genitori protagonisti sullo stesso piano»

Staff e famiglie insieme per rafforzare pedagogia e psicologia oltre ai metodi sportivi. Il responsabile Ivan Piccolo racconta

Dal la scuola calcio un nuovo e inclusivo modello: «Tecnici, dirigenti e genitori protagonisti sullo stesso piano»

A Landriano si è fatto di necessità virtù. La mancanza di figure addette ai lavori sul territorio ha avviato un programma di formazione per dirigenti che coinvolge in prima persona anche i genitori. Alla guida dell'iniziativa c’è Ivan Piccolo, responsabile tecnico della sezione preagonistica che racconta la forte risposta da parte della comunità del comune pavese.

Tra i dirigenti che hanno accolto l’iniziativa con grande entusiasmo non ci sono soltanto papà di bambini tesserati, ma anche genitori del comune: «Le motivazioni che ci hanno spinto ad avviare questo programma di formazione sono essenzialmente due. La prima più critica: nella situazione attuale condividiamo, purtroppo, un problema comune ad altre società: l’assenza di tecnici.

L’urgenza di offrire ai bambini una formazione degna, ci ha spinti a considerare questa soluzione. La seconda motivazione invece è più profonda. Bisogna fornire una preparazione di base a tutte le persone che svolgono un ruolo attivo in società, e non solo ai tecnici, in quanto l’intera metodologia sta cambiando. Bisogna dare una formazione che abbia come primo obbiettivo la pedagogia, lo sviluppo sano dei bambini, e poi il buon gioco. Sono ormai lontani i tempi in cui per far stimolare il gioco di un bambino gli si urlava addosso, lo si metteva in castigo, come nel mio caso - sorride -».

«È chiaro che sia sbagliato - prosegue Piccolo - ed è qualcosa che in futuro non dovremo mai più sentire né accettare, ma erano altri tempi ed altre mentalità. L’allenatore di cui sto parlando, è rimasto tutt’ora il mio punto di riferimento. All’epoca il grande Panzero, allenava nel Centro Schuster. Come in verso un cammino sacro, quasi come se andassimo in pellegrinaggio, tutt’oggi porto i miei bambini da lui, voglio che lo conoscano».

Scavando più nel vivo del progetto si capisce che l’attenzione data ai dirigenti è la medesima che si rivolge ai tecnici: «Agli incontri partecipano entrambi simultaneamente, forniamo loro la programmazione delle squadre, le linee tecniche da seguire a seconda della categoria con cui ci si relaziona; coi piccolini ad esempio ci si concentra molto di più su attività coordinativa e affrontiamo incontri teorici in cui discutiamo di nuove metodologie».

A Landriano il cambio di rotta vuole essere il più inclusivo possibile; lavorare a nuovi approcci relazionali più psicologici sarà efficace soltanto se tutte le figure che ruotano attorno ai bambini vengono conformate. Ultimo tassello, i genitori: «Anche se non siamo una Scuola Calcio Élite e dunque nell’organico non è prevista la presenza di psicologi, stiamo cercando di avviare un percorso dedicato a loro. L’intenzione è quella di creare delle riunioni cadenzate in cui uno psicologo aiuti i genitori a sostenere nel modo corretto i bambini. Questo perché la figura del genitore è fondamentale per la crescita sana dei ragazzi. Un genitore troppo presente può soffocare la libertà del bambino, mentre un genitore assente, può demoralizzare la sua crescita. Per alcuni vedere i figli giocare a calcio rappresenta la realizzazione di un sogno, per altri invece una cosa come un’altra. Trovare i giusti approcci e stimoli corretti da infondere per fare la differenza».

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