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Pulcini B

Il giovane tecnico pronto per una nuova avventura: «Grazie bambini, ho imparato tanto da voi»

Il ventunenne Jacopo Andreatta saluta i suoi Pulcini, fissando i suoi principi di istruttore: lavoro con il pallone e divertimento

Jacopo Andreatta

Jacopo Andreatta

Jacopo Andreatta, ventun'anni, nato a Merate, in provincia di Monza e Brianza, tifoso juventino, nella scorsa stagione è stato vice allenatore dei Pulcini 2013 e 2014 della Buraghese, e racconta come ha avuto origine il suo desiderio di avventura sulla panchina: «Questa passione mi crebbe subito dopo aver giocato nella Juniores del Verderio» poi prosegue cogliendo un aspetto importante in merito alla sua parentesi nella Buraghese: «Ho conosciuto dei bambini meravigliosi, un gruppo coeso come una famiglia, che amava il gioco del calcio. Per loro, più che l' esito delle partite, contava maggiormente il valore dell' amicizia, e ammetto che da loro ho appreso molte cose». Andreatta svolge una riflessione su di sé, e focalizza un suo principale e futuro obiettivo: «Per due anni ho seduto su due panchine diverse come vice-allenatore, e mi ritengo già pronto per allenare i Pulcini 2013-2014 o Misti sul campo a sette. Nel complesso, mi piace molto allenare questa categoria perché penso che esprima un gioco già piuttosto tecnico, favorito dalle dimensioni piccole del campo».

Il vice-allenatore uscente entra nello specifico: «Credo che a sette il sistema più consono sia il 2-3-1, poiché i due difensori potrebbero ben contenere l'attaccante avversario, uno con la marcatura a uomo e l' altro con quella a zona. In questo sistema, il centrocampo può gestire e far girare meglio il pallone, e l'unica punta si può raggiungere anche mediante la palla alta e lunga». Poi Andreatta propone anche un metodo per gli allenamenti: «Ritengo fondamentali gli esercizi con il pallone, i bambini devono per prima cosa imparare l'equilibrio, e poi i passaggi fra di loro».

Andreatta focalizza il suo ideale calcistico: «Credo le azioni dovrebbero sempre partire dalla difesa, poi in gara, vedendo come agiscono le squadre avversarie, deciderei se reagire mediante il gioco lungo o con quello corto». Infine, conclude con delle indicazioni da offrire ai bambini prima delle partite: «Direi loro di giocare con serenità, applicando sempre tutto ciò che insegno loro, ma soprattutto divertendosi».

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