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Pulcini Misti

Tante migliorie e cambio di nome: in alta valle soffia un vento che sa di nuovo corso

I delfini di Alberto Ambrosiani tra un grande esordio in campionato e prospettive per alzare l'asticella

Tante migliorie e cambio di nome: in alta valle soffia un vento che sa di nuovo corso

Alta Valle Susa Pulcini Misti Torino • La squadra di Alberto Ambrosiani che ha esordito alla grande con la vittoria sul Caselette

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Per i Pulcini Misti dell’Alta Valle Susa di Alberto Ambrosiani il campionato invernale è iniziato nel migliore dei modi, più precisamente con una vittoria incoraggiante contro i rivali del Caselette. Alla prima giornata infatti i “delfini” hanno messo a segno ben sette reti e mantenuta inviolata la propria porta.

METODO E STRATEGIE

«L’elemento chiave per questa prima vittoria - spiega l’allenatore - è stato l’aver lavorato molto con i ragazzi. Il tutto è iniziato con una preparazione pre-stagionale mirata e intensa. Oulx, oltre a godere di un’aria più salutare rispetto a quella che si respira in città ha la fortuna di essere circondata dai boschi e, pertanto, per migliorare la condizione fisica e atletica dei ragazzi abbiamo sfruttato le potenzialità del nostro territorio, ad esempio con scatti in salita lungo le strade sterrate. Altrettanto importante è stato il modo in cui abbiamo impostato la partita. In aggiunta ad un pressing alto, ho chiesto ai miei ragazzi di sviluppare le manovre d’attacco adoperando le vie di passaggio più facili.

Niente palloni lunghi in avanti ad attraversare tutto il campo. Anche il modulo che ho pensato per la squadra, 2-1-2-1, ha giocato un ruolo fondamentale per la conquista dei tre punti ed esprime a pieno la mia idea di calcio. Nella nostra categoria si gioca a sette, quindi il mio compito è stato ideare un modulo in grado di consentire alla squadra di attaccare e difendere tutti insieme. Il doppio triangolo di questo schema ci permette di eseguire il cosiddetto “movimento a fisarmonica” e cioè di essere molto fluidi nel passaggio da fase offensiva a difensiva. Ho insegnato ai miei giocatori a sfruttare tutte le potenzialità di questo schema e, muovendoci in armonia, riusciamo a difendere e ad attaccare con ben cinque uomini, senza correre il rischio di sbilanciarci o di concedere un contropiede.

Quest’anno dispongo anche di molti giocatori in gamba, come Ilyas El Harkati, che svolge un ruolo fondamentale a centrocampo, mio figlio Daniel, abile con entrambi i piedi e Andrea Maiani, che svolge molto bene il ruolo offensivo. A ravvivare l’ambiente sono stati anche i preziosi cambiamenti fatti dalla società che, oltre a cambiare il proprio nome da Sauze d’Oulx ad Alta Valle Susa, è riuscita anche ad ottenere un accordo con un’altra polisportiva di Oulx e dunque ora disponiamo di un campo sintetico a 11 e in generale di strutture più confortevoli, che facilitano allenamenti e partite».

A TUTTO TONDO

Allargando poi a 360° l’ambito della discussione, Ambrosiani offre una riflessione sul calcio e sul settore giovanile in Italia, partendo dai pronostici sulla Champions League e sugli Europei del 2024: «Per quel che riguarda la Champions League a parer mio il Manchester City di Guardiola resta anche quest’anno un gradino sopra alle altre. Passando agli Europei del 2024, in questa fase di qualificazione Portogallo e Francia mi sembrano per il momento nettamente superiori alle altre squadre. Sia per numero di talenti in campo che per stile e livello di gioco. Anche Spagna e Italia stanno dimostrando un buon potenziale, ma hanno bisogno ancora di molto lavoro. La Nazionale di calcio italiana e in generale i giovani talenti italiani che militano in Serie A non stanno vivendo la loro epoca d’oro. L’europeo vinto nel 2020 non è bastato a dare il via al cambiamento.

La forza di una nazionale la si può vedere osservando il suo principale campionato. Le squadre italiane, soprattutto le big, ingaggiano sempre più giocatori provenienti dall’estero invece di puntare sulle nuove leve del nostro territorio. Molti talenti o potenziali stelle del calcio sono nella maggior parte delle squadre condannati ad osservare dalla panchina giocatori stranieri che quasi sempre hanno dalla loro soltanto età ed esperienza. In Italia si è creata una grande esterofilia, al punto che associare un cognome italiano ad un top player del calcio attuale ci suona quasi "stonato". Dobbiamo imparare a valorizzare ciò che abbiamo perché molto spesso gli elementi di cui hanno bisogno le varie rose di Serie A si trovano proprio sotto al loro naso» conclude Ambrosiani. Per dirla con Hemingway: “Non pensare a quello che non hai, pensa a ciò che puoi fare con quello che hai”.

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