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Scuola Calcio

Il risultati sono un problema per gli adulti, non per i bambini

Alcune società e istruttori temono di essere identificati con essi, ma nascondere qualcosa non è mai una buona idea

Il risultati sono un problema per gli adulti, non per i bambini

Foto Real Milano

”Vorrei sapere qual’è il motivo per il quale pubblicate il punteggio indicando il numero dei gol fatti in partita invece che il punteggio finale corretto?? Pensate che l’umiliazione di un 17-0 possa giovare a qualcuno? Pulcini ed Esordienti sono ragazzi e spesso queste pubblicazioni spingono verso atteggiamenti che purtroppo non tutti i genitori sanno guidare. Anzi in molti non vedono l’ora di umiliare gli altri. Compito vostro dovrebbe essere anche quello di aiutare i bambini e ragazzi a crescere”.

Questa mail ricevuta ieri ci dà lo spunto e l’opportunità per chiarire, una volta di più, la nostra filosofia e le nostre scelte editoriali in merito alla Scuola Calcio. In tantissimi ormai la conoscono, ma ci sta che chi si è appena affacciato al mondo di Sprint e Sport abbia bisogno di qualche precisazione. Intanto possiamo cominciare sottolineando come il “nascondere” qualcosa, non sia mai una buona idea, in nessun contesto. Il risultato federale, quello promulgato dalla FIGC (peraltro con tante zone grigie che lo rendono spesso di complessa interpretazione, tema che abbiamo trattato più volte), di fatto fa questo: va nascondere, a edulcorare il numero dei gol segnati o subiti da una squadra, resettando il punteggio alla fine di ogni tempo.

Ma il calcio è lo sport più popolare al mondo perché è il più semplice di tutti. Due squadre, due porte, un pallone: chi ne fa di più vince. È talmente semplice che lo capiscono anche i bambini appunto. E i bambini lo sanno quanti gol hanno fatto o subito. Il punto però non è questo. I risultati ampi - e questo lo abbiamo constatato e imparato in trent’anni passati sui campi ogni fine settimana - non sono un problema così grande per i bambini. Lo sono semmai per società e istruttori che pensano di essere identificati con essi. Nella foto qui sotto ci sono delle ragazze che hanno appena subito un 31-0. È una foto ormai storica, di qualche anno fa, ma che custodiamo con grande affetto perché manda un messaggio chiaro e bellissimo.

La mail tocca un punto cruciale quando parla di “atteggiamenti che purtroppo non tutti i genitori sanno guidare”. C’è da lavorare sugli adulti, semmai, e sugli istruttori. Noi offriamo un dato che è utile per capire che tipo di avversario si andrà ad affrontare (molti istruttori ci ringraziano perché possono gestire meglio la propria rosa), ed è utile anche alla FIGC per comporre in primavera dei gironi più equilibrati. Non è la negazione la via. I bambini sono creature competitive per natura, quindi loro ci tengono a far gol, a vincere. Le emozioni che vivono sono reali e forti. È sbagliato fargli passare il concetto che in ogni caso quello che fanno in campo non conta niente. È importante educarli semmai al fatto che il risultato è conseguenza spesso della prestazione e dello spirito che ci mettono, e che la sconfitta può essere invece il primo momento per crescere. Concetti che in molti casi sono da spiegare forse più ai genitori, appunto. Se una squadra prende 20 gol a partita l'obiettivo non è più vincere. Diventa lottare per prenderne 15 la volta dopo, capendo assieme qual è il buco più grosso da tappare per primo. Quei 15 poi devono diventare 10, poi cinque 5, fino a che al primo pareggio ci si potrà abbracciare felici del percorso fatto. 

Per il resto la nostra missione in tantissime ore di lavoro ogni weekend, è quella di coltivare le emozioni di questi bambini e ragazzi, di raccogliere i loro ricordi e conservarli in una articolo, un titolo, una foto che scalderà loro l’anima oggi e tra tanti anni. E le squadre che prendono barcate di gol, chi ci conosce lo sa, sono quelle che ci stanno più a cuore.

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Commenti all'articolo

  • casasdemanolo

    06 Novembre 2023 - 10:09

    i gironi che le partite non possono finire 21-0 , chi vince e chi perde non imparano nulla

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  • casasdemanolo

    06 Novembre 2023 - 10:07

    Viviamo una nuova era dove a scuola non danno più i voti ma aggettivi come ''avanzato'' etc, questo per non umiliare il bambino. Io sono nato nell'epoca dei 3 e 4 in pagella e sono cresciuto bene , se prendevo 4 era perche non avevo studiato e non mi sentivo umiliato ma spronato a fare meglio. Riportare il risultato non vuol dire umiliare il prossimo, ma far capire a chi organizza

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