Pulcini
08 Novembre 2023
I Pulcini 2013 di Fabrizio Russo, da oltre 5 anni al seguito del gruppo con diversi ruoli fino alla panchina
L’Atletico CBL, società nel 2021 dalla fusione di Cafasse Balangero e Nuova Lanzese, si pone l’obiettivo di fornire ai propri ragazzi una preparazione tecnica con, però, un occhio di riguardo verso l’integrazione e il rispetto sociale, valori ritenuti fondanti non soltanto nello sport e rispetto alla cui diffusione la società vuole essere in prima linea.
«Ho giocato a calcio sin da quando avevo 5 anni, ho poi smesso in Juniores e ripreso in Seconda Categoria. Anche mio figlio, nato nel 2013, gioca da quando ha 5 anni e l’ho seguito prima nel Cafasse e poi, dopo la fusione, nell’Atletico CBL». Si presenta così Fabrizio Russo, allenatore dei Pulcini 2013, chiarendo subito come per lui il calcio sia quasi una questione "famigliare". È un legame forte quello che lo lega alla società, per cui è stato «tuttofare, poi dirigente» e che gli ha poi dato fiducia anche da allenatore. Russo ha le idee ben chiare quando si tratta di campo: «Abbiamo cominciato bene il campionato, con due vittorie nelle prime tre partite, ma per continuare così bisogna metterci impegno e grinta. In fase offensiva tendiamo a gettarci tutti all’attacco ma questo significa lasciare scoperta la difesa, e in questo dobbiamo migliorare per fare il salto di qualità definitivo. I ragazzi sono curati sia sul campo che come gruppo di amici, è una bella avventura e sono orgoglioso di rappresentare un punto di riferimento per loro». Per quanto riguarda il prosieguo del campionato, Russo conosce le squadre che i suoi Pulcini si troveranno di fronte: «Negli anni, ci si affronta e ci si conosce, nel nostro girone ci sono primi gruppi come quelli di Borgaro e Volpiano che sono ben attrezzati e favoriti nei pronostici, vedo i miei ragazzi immediatamente dietro ma pronti a lottare per ottenere grandi risultati. Ciò che voglio da loro è che se la giochino a testa alta contro tutti, senza demoralizzarsi per un gol subito o se si parte sfavoriti, cosa in cui sono già migliorati molto».
Se sul campo Fabrizio Russo guida la squadra dal punto di vista tecnico, la crescita a livello umano dei propri ragazzi e la presenza di suo figlio nel gruppo fanno sì che i suoi compiti si spingano ben oltre quelli di un allenatore: «La società ha pensato a me per via del rapporto che abbiamo da tanti anni, durante la scorsa stagione hanno visto l’aiuto che ho dato in campo e hanno pensato di continuare con me. Conosco questo gruppo da cinque, sei anni, li ho visti crescere prima da dirigente, poi da allenatore e quindi si è creato molto affiatamento. La presenza di mio figlio mi lega ancora di più a questa squadra, ma come tutti gli altri è giusto che anche lui si guadagni sul campo il proprio posto. Per i miei ragazzi devo fare anche un po’ da psicologo, si tratta di bambini che nel pieno della crescita hanno vissuto prima la pandemia e poi, sul campo, la fusione delle società. Devono progredire non solo come calciatori ma anche come persone, perché è solo grazie ad un gruppo unito, in cui ci si aiuta sempre l’un l’altro, che ognuno potrà sviluppare le proprie qualità sul campo, con i propri tempi. Il risultato è secondario, al primo posto c’è un’idea di gioco da sviluppare anche attraverso le sconfitte».