Scuola Calcio
15 Novembre 2023
Foto Real Milano
L’argomento genitori è sempre tra i più caldi in ambito Scuola Calcio. Abbiamo trattato poco tempo fa il tema dei risultati, sottolineando come a volte l’imbarazzo di un punteggio dal divario troppo ampio sia degli adulti e non dei bambini, includendo ovviamente nella categoria dei “grandi” anche mamme e papà.
A volte però non significa sempre, e non significa neanche così spesso. È capitato a tutti nella vita: fai tante cose giuste e una sola sbagliata, e gli altri ti giudicheranno e ti condanneranno per quell’errore, dimenticandosi di tutto il buono. Allora cerchiamo di non puntare il dito anche in questo caso solo sulle persone che inquinano una categoria, ignorando tutti quelli che al sabato portano i figli al campo con lo spirito giusto. Si parla tanto di un “problema genitori”, forse troppo, perché parlandone continuamente il rischio è quello di cominciare a pensare che siano tutti lì a rompere le scatole e a fare casino.
La testimonianza del sottoscritto in questo caso può fare statistica. Sono più di 15 anni che giro per i campi di Esordienti e Pulcini. Ho visto centinaia e centinaia di partite, ho visitato ogni genere di campo e di società, ma quanti sono gli episodi realmente degenerati in situazioni gravi? Sono stato fortunato, senza dubbio, ma io non ne ricordo. Ho visto genitori alzare la voce, bambini darsi qualche spintone, istruttori litigare fra loro (ed è chiaro che su tutto questo si possa e debba migliorare), ma ho visto sempre altre persone - dentro e fuori dal campo - intervenire immediatamente facendo rientrare la cosa nei ranghi della normalità. Ho visto sempre prevalere il buonsenso e una forte componente di sportività tra gli addetti ai lavori. Ho visto papà nervosi riportati alla calma con un sorriso da altri papà. Non è questo un tentativo di negare l’evidenza di casi gravi accaduti (il primo che viene in mente è quello del dirigente di Seregno al quale è stato asportato un rene), bensì l’invito a non fare - con un pessimo e qualunquista esercizio di retorica - di tutta l’erba un fascio.
La strategia da attuare nei confronti dei genitori problematici, inoltre, non crediamo sia quella della rieducazione (che cosa si vuole “rieducare” in una persona di 40 o 50 anni?) o quella di una fin troppo generica sensibilizzazione (è necessario specificarlo che non bisognerebbe andare al campo a creare problemi?). Più utile probabilmente coinvolgere i genitori in attività che stimolino il loro senso di appartenenza al tessuto della società, o che gli permettano di empatizzare con quelle figure che possono diventare l’oggetto della contestazione. Allenatori, arbitri, avversari.
Quelli dei genitori intemperanti è un problema che non si può risolvere perché è specchio diretto delle dinamiche che accadono quotidianamente in ogni altro campo della nostra società. Prepotenza, maleducazione, bullismo inteso come prevaricazione sociale in senso più ampio, sono cose che tutti noi viviamo ogni giorno, e delle quali a volte siamo autori senza nemmeno rendercene conto. Nelle campagne e nei commenti di chi si erge a moralizzatore, inoltre, i genitori problematici sono sempre "gli altri", ma cosa succede quando l'entrataccia la subisce il nostro di ragazzo?
Non è dividendoci in buoni e cattivi, e puntando il dito contro le pecore nere, che si può fare qualcosa per una problematica con cui bisogna e bisognerà sempre convivere, ma che si può gestire, provando se possibile a trasformarla in una risorsa per le nostre società.