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Il pungiglione

Insegnare soltanto la costruzione dal basso penalizza i calciatori del futuro

Bisogna rendere il menù d'allenamento più vario, lavorando anche sui palloni alti senza tralasciare mai il dribbling

Insegnare soltanto la costruzione dal basso penalizza i calciatori del futuro

Claudio Ranieri, allenatore di esperienza infinita che sul tema della costruzione dal basso la vede diversamente rispetto a tanti colleghi meno navigati

«Partire dal basso, è una prassi che non posso proprio digerire. La odio».
Claudio Ranieri


«Non fatemi parlare altrimenti passo per un Matusalemme. Ma come?! Che senso ha fare un torello dal basso con il portiere, poi appena in difficoltà gli si restituisce il pallone mandandolo nel panico con il rischio di subire gol».
Dino Zoff

Questa settimana sono voluto partire con queste due significative citazioni di personaggi importantissimi nella storia del calcio. In effetti, giro per i campi, e non è raro vedere squadre di bambini che giocano un'intera partita rinchiusi dentro la propria area,incapaci di uscirne pressati dalla formazione avversaria davanti allo sguardo smarrito di poveri portieri che hanno l'obbligo tassativo di non calciare lontano, comportandosi come soldatini in mano ad allenatori che vogliono dimostrare di essere preparati e orgogliosi di far parte della nuova era del calcio. Secondo il mio personale punto di vista, quando un allenatore impone di costruire un'azione partendo sempre e solo dal basso e ne incontra uno, che la inizia anche partendo dall’alto, quello dal basso si identifica in un allenatore limitato, e poco incline all'insegnamento dei giovani calciatori, a differenza di chi propone le due soluzioni a seconda dell'età e le circostanze della gara.

In effetti i docenti - “questi maestri" che rilasciano il patentino da allenatore, e che nei loro corsi, insegnano e caldeggiano fortemente la costruzione dal basso coinvolgendo la figura del portiere a trasformarsi (senza però dire la realtà) in un libero anni ’60/’70, chiamandolo tatticamente “l’uomo in più” - ebbene essi predicano che sia utile partire già dalle scuole calcio e dai settori giovanili per perfezionare i futuri calciatori ad interpretare questa evoluzione tattica studiata dai nostri professori del calcio, i quali vedendo e analizzando centinaia di partite di Barcellona e Manchester City, vorrebbero che tutti diventassero Guardiola.

UN'ALTRA VISIONE

Voglio per una volta vestire anch'io i panni di un professore qualunque, che condivide però la filosofia dell’allenatore del Cagliari Claudio Ranieri, ed evidenzio, per chi non se ne fosse accorto, che Guardiola furbescamente, senza dire niente, ha inserito nel suo attacco, “il salva risultato” Haaland. Un giocatore che tecnicamente non ha nulla a che vedere con il possesso palla offensivo della squadra. Sì, Erling Haaland, definito da Antonio Cassano come “un calciatore che gioca alla carlona”, una forza della natura che dà il meglio su verticalizzazioni lunghe e continue di fine partita che solitamente si concludono con un suo gol. Ecco che il partire dal basso, e il tiki taka che annoia tutti, viene sostituito dal gioco in profondità con palle lunghe negli spazi liberi dove si lotta atleticamente e tecnicamente, atteggiamento che entusiasma i tifosi e tutti i telespettatori sparsi nel mondo. Ma fatelo dall'inizio dico io!. Non fate i furbi per 80 minuti con il palleggio per poi cercare il gol con le giocate nelle posizioni di massima opportunità (zone POMO) dove tutto può succedere. Mi rivolgo ai responsabili e a chi studia nuove metodologie di allenamento tecnico e di comportamento tattico da introdurre nelle scuole calcio e nei settori giovanili.

COSTRUZIONE DALL'ALTO

Sì, i palloni provenienti dal cielo sono molto più difficili da gestire di quelli provenienti rasoterra. Bisogna partire dal calcio a 7, poi a 9, infine a 11 dove soltanto i calciatori che riescono a ricevere e domare palloni sospesi in area, con tutte le superfici possibili che possono entrare in contatto con essi, portandoseli poi sui piedi, e in giro nelle zone gol cercando di essere utili e pericolosi, dimostrano il proprio vero valore tecnico globale. Stacchi di testa offensivi, difensivi, deviazioni aeree, stop a seguire in tutte le direzioni, gli attacchi dove cade il pallone per difenderlo, aggredire i rimbalzi portando via la sfera in velocità, essere vincente sulle rimesse laterali alte, acrobazie in area di rigore con rovesciate di schiena, mezze rovesciate laterali… questo è il calcio che si dovrebbe insegnare insieme al possesso palla in tutte le zone del campo, inserendo poi sempre nel menù “Sua Maestà il Dribbling”, dando così ai bambini i mezzi per specializzarsi nel calcio a terra e in quello aereo. In conclusione, le mie personali esperienze mi dicono che iniziare solo e sempre con la costruzione dal basso non è un bene, ma un male: penalizza chi potrebbe fare davvero del calcio il suo mestiere.

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