ESORDIENTI IVREA
06 Novembre 2024
Gli Esordienti 2013 della Rivarolese accompagnati dall'allenatore Luca Boggio
Dopo l'inizio di stagione caratterizzato dalla presentazione "all'americana" di tutte le squadre, per relativa annata, sul nuovo impianto sportivo, è tempo di focalizzarsi sulla scuola calcio della Rivarolese. In particolar modo, il focus è centrato sugli Esordienti classe 2012 che, al termine di questo anno calcistico, saranno prossimi al salto nel settore giovanile.
Sui traguardi da raggiungere prima del salto nelle categorie adolescenziali e in vista dei prossimi impegni di campionato, l'allenatore Luca Boggio si è così espresso: «Lo scorso anno eravamo solamente 14, ad oggi, invece, abbiamo un gruppo di 23 ragazzi e con molti innesti nella parentesi estiva abbiamo cercato di aumentare qualitativamente e quantitativamente il gruppo proprio in ottica di poter già lavorare in 11. Sicuramente in vista della prossima stagione, per il passaggio nel settore giovanile, l'obiettivo principale e fondamentale è la crescita singola di ogni ragazzo. I risultati non mi interessano, la cosa che più conta è vedere lo sviluppo durante la stagione in modo tale da un insieme di ragazzi pronti l'anno prossimo».
In merito al bilanciamento tra il divertimento e la crescita tecnica, tattica e mentale dei bambini durante gli allenamenti, l'istruttore granata dichiara: «Il divertimento è fondamentale se si vuole crescere, perché comunque non bisogna dimenticare che i ragazzi portano con sé parecchio stress e per loro il calcio è una passione ed uno svago. Sia nella parte atletica che nella parte tecnica e tattica, siamo soliti ad utilizzare molto il gioco. Durante i tre allenamenti settimanali, io e il mio staff dilazioniamo il carico di lavoro, strutturando il tutto per la maggior parte delle sedute con delle esercitazioni attive con palla e alternando una parte di preparazione fisica che, soprattutto in questa fascia d'età, si deve fare per andare a consolidare il lavoro coordinativo appreso negli anni di scuola calcio».
Riguardo alle difficoltà che si possono incontrare nel lavorare con ragazzi così giovani e a quali valori si cerca puntualmente di trasmettere, il giovane tecnico continua: «Probabilmente, in questo loro periodo così acerbo e data la mia esperienza, la difficoltà principale è la mentalità e la costanza sia durante gli appuntamenti settimanali che durante il weekend. Purtroppo, molte volte capita che i ragazzi sottovalutino gli impegni e gli appuntamenti. Per sopperire a queste mancanze, io e i miei dirigenti cerchiamo sempre di trasmettere loro il rispetto nei confronti degli avversari, dei compagni e dello staff: penso sia la qualità più importante nello sport, in particolar modo in un gioco di squadra come il calcio, dove, a malincuore, negli ultimi anni si è un po' perso».