PULCINI IVREA
25 Novembre 2024
I Pulcini 2014 dell'Ivrea istruiti dall'allenatore Stefano Marchetti
Nella zona storica e principe del Canavese, ai piedi del medievale castello eporediese, è nata la società sportiva Ivrea Calcio, riconosciuta, ammirata e quasi prossima al 125° anniversario: consolidata come Scuola Calcio Elite, una realtà impegnata al percorso formativo calcistico dei bambini anche grazie alla collaborazione con la Juventus National Academy. Concentrandosi sul settore precedentemente nominato, il gruppo dei Pulcini orange 2014, relativi al girone A, è in testa alla classifica senza aver perso alcun punto.
In merito alle principali aspirazioni dell'annata calcistica, l'allenatore Stefano Marchetti si è così espresso: «Ci tengo a fare una premessa doverosa perché gli obiettivi di quest'anno sono semplicemente la continuazione di quanto di buono si è fatto l'anno scorso. Da un paio d'anni a questa parte, sotto la guida di Patrick Reolfi, il nostro responsabile tecnico, nella sua attività di base, l'Ivrea è in assoluto il posto ideale per lavorare e insegnare calcio ai bambini: c'è tutto a disposizione per poterlo fare bene, ovvero una società forte con un'ottima organizzazione, uno staff di allenatori di alto livello con cui confrontarsi e in ultimo, ma non per importanza, una nuova e importante struttura che è diventata la nostra nuova casa. Detto questo, gli obiettivi che abbiamo, in termini di scuola calcio, sono ovviamente quelli che ogni società deve avere. Senza addentrarsi negli aspetti tecnici, il bambino deve potersi misurare e confrontarsi all'interno di un ambiente sano e coerente con le sue capacità, ma soprattutto gli si devono garantire più esperienze possibili, perché solo giocando tanto si può crescere: allenamenti di quasi due ore, gruppi a numeriche ridotte, doppi impegni nel weekend, tendenzialmente un fine settimana si e uno no, aggiuntivi allenamenti di futsal con allenatori di calcio a 5, area portieri due volte a settimana e molte altre cose che, sommate alla fine dell'anno, permettono al bambino di fare tantissime ore in più di attività e, di conseguenza, di migliorare molto di più rispetto a quanto si ottiene dai due canonici ritrovi settimanali e della singola partita alla domenica. Altro obiettivo che la società si è dato è quello di confrontarsi e competere con realtà importanti in tutto il Piemonte, questo perché le classifiche e i risultati non sono sicuramente una priorità adesso, tant'è che al di là delle attività federali, ovvero i campionati locali, si cercano impegni di livello alto allo scopo, non di vincere tornei e partite, ma di consentire ai bambini di misurarsi in contesti dove possano alzare il livello della competizione, proprio in ottica di un miglioramento continuo».
Relativamente all'incoraggiamento, alla partecipazione di tutti i bambini e alla loro metodologia d'allenamento, l'istruttore orange dichiara: «Io credo fortemente nel creare un ambiente sano in cui tutti si sentano coinvolti e consapevoli di quello che fanno in campo e della loro crescita: così facendo i miglioramenti avvengono in maniera più rapida e concreta. Dal punto di vista del divertimento e del coinvolgimento, adoperiamo giochi polivalenti come attivazione per farli entrare con il sorriso nel clima allenamento, variando le proposte e gli obiettivi di volta in volta, parlando in modo sincero con loro sia delle cose buone che di quelle meno, ponendo domande anziché fornire subito la soluzione: il tutto sicuramente incide sulla loro motivazione, sul loro rendimento e sul loro impegno. L'aspetto tecnico, poi, viene conciliato in quanto conseguenza di quanto appena detto: un bambino motivato e sereno si esprime al meglio e assorbe molto di più. Fermo restando, però, che non devono mancare la preparazione e le competenze di noi allenatori, perché se i contenuti che diamo ai bambini non sono validi, possono essere felici quanto vogliamo ma lo crescita tecnica non si manifesterà».
Riguardo alle difficoltà che si possono incontrare nel lavorare con ragazzi così giovani e a quali valori si cerca puntualmente di trasmettere, il tecnico continua: «Non c'è un metodo specifico, c'è sicuramente una predisposizione di noi adulti a voler trasmettere, non solo aspetti di campo, ma anche valori extra. Certamente, anche in questo ambito, la nostra società è presente: in quanto, ha fatto firmare, non solo a noi allenatori, ma anche ai genitori un codice etico da rispettare per poter essere un tesserato Ivrea, decisione che può sembrare scontata e banale, ma che non lo è affatto».