ESORDIENTI IVREA
24 Dicembre 2024
Gli Esordienti 2012 del Bollengo raffigurati prima dell'ultima partita del campionato invernale
«Una scuola calcio che punta solo alla vittoria non è adatta all'educazione di un bambino. Pochi bambini diventeranno calciatori professionisti, ma tutti diventeranno uomini». Questo è il principio cardine a livello formativo e sportivo seguito dalla società del Bollengo nei confronti dei suoi giovanissimi calciatori. Focalizzando l'attenzione, infatti, proprio sulla scuola calcio, gli Esordienti 2012 nello scorso weekend hanno terminato il campionato eporediese e si preparano ad affrontare la seconda parte di stagione, prima del passaggio al settore giovanile.
In merito al processo di crescita di ogni bambino e alle basi decisionali della società, il direttore del settore giovanile Gianni Pellegrini si è così espresso: «Il nostro vuole essere un progetto che mira allo sviluppo del giovane calciatore e delle proprie capacità in un ambiente che trasmette fiducia; un percorso che porti verso obiettivi formativi in cui il bambino sia al centro del progetto come atleta e come futuro uomo, in un ambiente sereno e positivo. Lo sport sviluppa l'autostima, crea resilienza, migliora l'attenzione, la capacità di apprendimento, produce emozioni, gioia e divertimento, con particolare attenzione ai valori etici e morali».
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Su come bilanciare il divertimento e la crescita tecnica, fisica e mentale dei bambini durante gli allenamenti e in vista del prossimo futuro, il responsabile biancoverde dichiara così in merito: «Nel pianificare e programmare le attività, si cerca di raggiungere un concetto di equilibrio formativo che non miri alla sola vittoria sportiva, ma alla costruzione di un atleta con una base solida sotto tutti gli aspetti e con la continua voglia di migliorarsi. Con tutto lo staff cerchiamo di strutturare giochi, esercizi e proposte che favoriscano l'apprendimento e stimolino la creatività e la fantasia dei giovani con una partecipazione attiva e con la ricerca di una metodologia integrata a 360 gradi, avvalendosi di persone che posseggono conoscenze, competenze e capacità professionali».
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Lavorare con ragazzi molto giovani rappresenta una sfida complessa ma estremamente gratificante, soprattutto nelle difficoltà che si possono incontrare e sui corretti valori che si cerca di trasmettere, riguardo a ciò il coordinatore continua: «Il gioco del calcio è un importante mezzo sociale di integrazione e relazione. La sfida più grande è insegnare loro che questo sport non è solo competizione, ma un’occasione per crescere come persone».