Esordienti
11 Gennaio 2025
Un gruppo di ventidue ragazzi, un gruppo di amici, due competizioni da affrontare, due successi. L'Arca, tra mille difficoltà, è riuscita, sia nella categoria Esordienti che in quella Esordienti Misti, a vincere il rispettivo girone. Tutto, sempre, sotto la sapiente guida di Chiara Vaiani, allenatrice da anni, in grado di sdoppiarsi e seguire entrambe le formazioni ogni weekend.
«Più di quattro anni fa si è aperta un'opportunità, la squadra di bambini che allenavo aveva deciso di non proseguire il progetto nell'ingresso alla categoria dei Pulcini, e mi sono ritrovata con un gruppo di giovanissimi calciatori senza una divisa» racconta Chiara, ricordando come fosse iniziata la sua avventura con i suoi ragazzi. L'Arca, che in quel periodo avrebbe voluto iscrivere una formazione nei Pulcini B ma non aveva giocatori a sufficienza, le va incontro e, insieme, danno vita alla prima versione del gruppo che oggi sta facendo così bene. Sì, Chiara Vaiani ha preso i ragazzi quattro stagioni fa e li ha guidati per tutto il percorso della Scuola Calcio. «Negli anni si sono aggiunti dei giocatori, altri magari hanno cambiato squadra, ma siamo rimasti sempre la stessa ossatura. Per questo sottolineo come prima che team loro siano amici, e come questo mi renda tutto più semplice. Loro si fidano di me, io mi fido di loro».
Ma come si gestiscono ventidue ragazzi su due competizioni? «Abbiamo due gruppi che consideriamo fissi, e altri giocatori che fanno a cambio tra i due gironi. Non si è mai creata competitività, ci alleniamo sempre tutti insieme e anzi siamo riusciti a mantenere sempre l'asticella alta su entrambi i fronti. Non ho mai lasciato pensare a nessuno che ci fosse un gruppo A e un gruppo B, anche perché così non è mai stato. Poi, spesso e volentieri, per motivi familiari, c'era chi la domenica non poteva giocare e giocava il sabato e viceversa, rendendo il passaggio tra le due formazioni più fluido».
Può sembrare banale, ma riuscire a trovare sempre nuovi stimoli in un ambiente "di casa", dove tutti si conoscono, non è semplicissimo. «Negli anni ho visto i loro cambiamenti fisici, siamo passati da un campo a 7 a uno a 9, sperimentando e crescendo insieme. Mi hanno sempre seguita, sono sempre stati tutti a disposizione. Abbiamo alzato l'asticella, anche a livello di gioco. Un punto di forza? Sicuramente l'unità del gruppo. Può sembrare banale, ma i ragazzi si aiutano molto in campo, anche emotivamente. Difficilmente ci facciamo buttare giù dalle situazioni».
Due gironi, due primi posti, ma anche non poche difficoltà lungo il percorso. La squadra, infatti, non ha mai avuto una vera e propria "casa" nell'arco della stagione, privi di un centro sportivo di uso esclusivo. E il campo in cui sono ospitati, purtroppo, venendo calcato da molte formazioni durante tutta la settimana, non presenta un manto erboso in buone condizioni.
«Non lo abbiamo mai visto come un deficit. Ai ragazzi ho sempre detto che su quel campo giochiamo tanto noi quanto gli avversari. Anzi, siamo riusciti a trarre qualche lato positivo dalla situazione. Abbiamo fatto un lavoro in più sulla tecnica, sul controllo di palla, ci siamo dovuto migliorare molto sul dosaggio nella forza dei passaggi. Tutti aspetti che su un sintetico sarebbero passati in secondo piano».
Lavorando molto con il solito gruppo diventa stimolante anche guardare alla programmazione a lungo termine. Alla fine della stagione ci sarà il grande salto, il calcio a 11, il calcio "vero", e Chiara si augura di poter proseguire con loro. «Sarebbe anche per me la prima volta come allenatrice di una squadra a undici. Quando ci alleniamo cerco già di immaginarli schierati, quali ruoli potrebbero ricoprire. Abbiamo ancora un girone primaverile da affrontare e ovviamente vogliamo ripeterci. Questo, ora, è il mio primo obbiettivo. Ma è inevitabile pensare anche al dopo».
La storia di questo gruppo è un esempio di programmazione ben riuscita, di impegno delle parti e di come si possa affidare alla stessa persona una squadra per un percorso più lungo dei canonici due anni di scuola calcio. Certo, vincere aiuta a tenere serenità nell'ambiente, ma anche le vittorie vanno costruite.