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PULCINI IVREA

Il percorso comincia a fruttare, il Montanaro è pronto a ripetersi

In vista della nuova metà di stagione, la scuola calcio gialloblù progredisce con euforia

Il percorso comincia a fruttare, i piccoli gialloblù son pronti a ripetersi

PULCINI IVREA • I ragazzi classe 2014 dell'allenatore Mattia Castrogiovanni

Ad inizio stagione si parlava di "operazione rinascita", ora, al giro di boa, la storica e radicata realtà presente sul territorio del Canavese, ovvero quella del Montanaro, ha raggiunto la seconda posizione nel girone C del torneo invernale Pulcini e si è laureata campione con la categoria Pulcini Misti. La sosta è terminata, adesso è nuovamente tempo di scendere in campo per crescere e migliorare mediante il divertimento.

PAUSA INVERNALE

Sull'intramezzo trascorso tra vecchio e nuovo anno dai piccoli gialloblù, l’allenatore Mattia Castrogiovanni si è così espresso: «La nostra pausa invernale è stata in realtà molto breve, limitandosi alla settimana che comprendeva Natale e Capodanno, dal 2 gennaio abbiamo ripreso le attività regolarmente. Dopo il termine dei campionati invernali, ogni fine settimana abbiamo partecipato a vari tornei prediligendo squadre al di fuori della nostra classica area e di un livello discretamente superiore al nostro. Tutto questo per abituare i ragazzi ad uscire dalla loro confort zone e ad essere pronti a confrontarsi con realtà sempre nuove e a non aver timore delle incognite».

BILANCIO ALL'ATTIVO

Il futuro è frutto del passato analizzato durante il processo presente, a cavallo tra le due metà di stagione, il tecnico dichiara: «Mi ritengo, anzi ci riteniamo, perché come dico e sottolineo sempre, non solo solo ma ho uno staff preparato e competente che mi aiuto in tutto e per tutto, molto soddisfatti del campionato invernale. Eravamo nel girone con Rivarolese, Valmalone, Orizzonti e Strambinese, siamo arrivati secondi, sconfitti solo dalla Rivarolese, che considero insieme all'Ivrea Calcio una delle migliori scuole calcio, infatti in delegazione Ivrea non hanno rivali. In questi due mesi di campionato invernale, ho cominciato a vedere i ragazzi giocare a calcio, avere idee in campo, giocare per la squadra e non solo per fare gol; ho visto i progressi a cui lavoro e ho lavorato oramai da più di un anno con loro. C'è chi è uscito in modo esponenziale e chi dimostra margini di miglioramento importanti. Posso quindi ritenermi soddisfatto della prima parte di stagione e il discorso vale sia per i Pulcini 2014, sia per i Pulcini Misti, ma anche per i Piccoli Amici. Non mi riferisco esclusivamente ai risultati, anzi principalmente il mio discorso è mirato a sottolineare l'attaccamento al gruppo che i ragazzi mi dimostrano settimana dopo settimana. Se da un lato il nostro limite può essere il non avere un bacino d'utenza ampio come la maggior parte delle altre società, dall'altro lato, forse, questo è il nostro punto forte. Siamo consapevoli di essere una realtà di paese e ne andiamo sinceramente orgogliosi. La maggiori parte dei ragazzi che ho a disposizione hanno iniziato qui quando avevano 5 anni e inoltre passano moltissimo tempo insieme anche al di fuori del calcio; vanno a scuola, si frequentano nel tempo libero, le famiglie si conoscono. Insomma, questo clima familiare si rispecchia poi nell'ambito sportivo».

ENTUSIASMO E DELUSIONE

L'aspetto mentale è bene costruirlo sin dall'inizio, stendendo un filo e assicurandogli equilibrio, relativamente a questo, il mister continua: «Nel corso della stagione tutti gli atleti vivono di alti e bassi e questo avviene a maggior ragione anche nei piccoli atleti. Io sto imparando insieme a loro come gestire i momenti di esaltazione e quelli di sconforto. Ricollegandomi al discorso precedente, sono aiutato dal fatto di conoscere personalmente questi ragazzi da anni e so che con ognuno di loro mi devo interfacciare in maniera diversa. Sto crescendo insieme a loro e insieme stiamo imparando a gestire i diversi stati d'animo che durante l'anno emergono. Non dobbiamo mai sottovalutare il ruolo sociale che ha lo sport, qualsiasi esso sia. Tralasciando la parte esclusivamente sportiva, bisogna ricordarsi che questi ragazzi hanno un carattere ancora non del tutto definito e la parte emotiva è una componente fondamentale».

VALORI PRINCIPALI

Ponendo l'attenzione su quali principi si cerca minuziosamente di infondere, il giovane tecnico pronuncia: «Dovessi descrivere in tre parole? Prima di tutto, divertimento. Troppo spesso ci dimentichiamo che il calcio è un gioco. Diamo a questo sport una connotazione troppo seriosa, troppo spesso parliamo di tecnica, tattica, risultati, senza chiederci effettivamente se i ragazzi si stiano divertendo. Ecco, i nostri piccoli devono divertirsi. Poi c'è il gruppo. Proprio come in un puzzle, ognuno dei miei ragazzi è un pezzettino fondamentale. Ognuno di loro è parte del gruppo in egual misura. Il compagno è un amico da difendere, aiutare, consolare e soprattutto si rimane gruppo anche fuori dal campo. Terza parola è obiettivo. Ogni fine stagione per gioco ci chiediamo quale traguardo dobbiamo raggiungere il prossimo anno, così da lavorarci su. Non deve diventare un'ossessione ma deve rimanere uno stimolo come un qualcosa a cui ambire. Se non ci riusciamo, non importa, continuiamo a lavorarci. Avere obiettivi nella vita come nello sport è un modo per crescere e per migliorarsi, ma anche per imparare a fare autocritica, una sorta di consapevolezza dei propri limiti».

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