Esordienti
27 Febbraio 2025
ESORDIENTI: Tomas Zanetti
«Per me non importa il cognome che hai. Per me tu sei Tomas, e basta». Così gli disse Tommi Polidori, suo primo allenatore quando arrivò in via Cilea dall’Accademia Como, e suo attuale istruttore negli Esordienti 2012 impegnati nel tostissimo Girone 1. E Tomas, Tomy per tutti, da quel momento si è guadagnato e conquistato con le sue gambe, con la sua testa e con il suo cuore ogni centimetro di quel campo che oggi lo vede protagonista. «Sta facendo il suo percorso un passo alla volta - prosegue il giovane tecnico italo finlandese - senza fretta, senza nessuna forzatura. La sua crescita però è evidente, nella tecnica e nella mentalità. Noi siamo felicissimi di averlo con noi, e nello spogliatoio è molto amato».
Parliamo di lui perché Tomas Zanetti è il vincitore dell’ultimo contest MVP, primo in volata - e per pochissimi voti - sull’ottimo Ettore Graziani del Franco Scarioni e davanti a Emanuele Remagni del Buccinasco. Anche questo riconoscimento - simbolico ma comunque importante - Tomi se l’è meritato tutto. Per quello che ha dimostrato, e non per il suo nome. Quattro erano stati i gol segnati in tutto il torneo invernale, lui che di ruolo fa il playmaker. Già cinque, invece, quelli messi a segno soltanto nelle prime tre giornate del torneo primaverile. Uno realizzato alla Barona, due nel derby contro la Masseroni in via Terzaghi, e un altro paio sabato a San Donato. Da centrocampista, teniamolo sempre a mente.
Miglior marcatore della squadra con il bomber Michelangelo Santoro, e insieme al compagno capocannoniere del girone. «È un giocatore di qualità, che fa girare la squadra - racconta di lui Tommi Polidori - che tiene insieme i compagni, molto intelligente dentro e fuori dal campo. Quando era più piccolo già aveva una buonissima base, il primo obiettivo che gli ho dato era stato quello di migliorare negli smarcamenti, nella ricerca della posizione. E ora questo è senz’altro il suo punto di forza. Leggere il gioco e l’azione, prevederli in anticipo per trarne un vantaggio diretto. Il suo tempismo gli ha permesso di essere sempre molto pericoloso negli inserimenti su palla inattiva, segnando in passato molti gol di testa. Ora incontriamo avversari a volte già molto precoci da un punto di vista fisico, lui non è un colosso e questo incide, ma nonostante ciò riesce sempre a farsi trovare ben posizionato». Come in occasione del primo gol all’FC Milanese, quando si impadronisce della palla sullo sviluppo di un corner, per poi metterla dentro. E ancora di più nel secondo: altra palla inattiva dalle parti dell’area di rigore, l’azione tuttavia sfuma e il gioco si sposta verso il centrocampo. Tomas però aspetta, rimane alto, l’ha già fiutata. La squadra infatti recupera e lo serve in profondità, e lui va a segnare il 2-0.
Dove potrà arrivare Tomas Zanetti? Non si sa ovviamente, ma non è importante chiederselo. Ciò che conta oggi è soltanto vivere il presente, aggiungere un altro mattone sulla strada che lo porterà a diventare la migliore versione di se stesso. Insieme ai compagni, insieme a una squadra che in inverno ha scritto la pagina più emozionante di tutta la preagonistica milanese: una rimonta concretizzata nel finale con la speciale vittoria ottenuta al Vismara. «Per il nostro lavoro come società la vittoria del campionato era secondaria rispetto al percorso di sviluppo, ma i ragazzi ovviamente ci tenevano molto, e sono stati bravi a crederci sempre, anche quando sembrava molto difficile pensare di poter recuperare. La vittoria in casa del Milan poi è stata speciale, era tanto che provavano a batterli…».
Tommi Polidori, istruttore Accademia Inter
E in quei momenti, a tifare per Tomas, in tribuna con gli altri genitori, c’era anche papà Javier. Più di un campione, un’icona sportiva apprezzata oltre i colori da ogni appassionato di calcio. Polidori racconta qualcosa anche della leggenda nerazzurra: «È chiaro che non è un papà normale, ma si comporta proprio come un papà normale. È esemplare nel modo di approcciarsi, conosce perfettamente come funziona il calcio ma ha un grande rispetto dei ruoli. Per noi è un onore averlo alle partite; parliamo spesso di calcio, ma mai della della squadra. Io gli chiedo del mio idolo Bielsa…»