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28 Febbraio 2025
ROZZANO • Il murales in memoria di Oscar presente nel centro di Monte Amiata
Rozzano ha scelto di non dimenticare. A distanza di due mesi dalla tragedia il Rozzano Calcio omaggia il suo piccolo campione prematuramente scomparso all'età di 8 anni: Oscar. Vengono infatti scelte 3 differenti fotografie della sua vita, affidate poi alla tecnica del writer rozzanese Yemsy, affinché possa confezionare il murales in memoria del piccolo fantasista biancoverde. Una volta quindi entrati all'interno del centro sportivo di viale Monte Amiata, il risultato a cui si assiste è di quelli impattanti. Rozzano, però, non ha solamente scelto di non dimenticare. Il racconto di Flavio Fiori - allenatore di Oscar nella stagione 2023/2024 - è la testimonianza di un legame indissolubile: quello fra Oscar e una comunità che, nel dolore più grande, si è stretta attorno ad un ricordo, un «ricordo indelebile».
Una volta superato l'ingresso principale bisogna svoltare a sinistra, costeggiando la segreteria. Pochi metri più avanti ecco che comincia la vita biancoverde. Sono le 17:07 e il via vai di persone è già cominciato nel centro sportivo di viale Monte Amiata. Alle spalle della tribuna principale una signora anziana osserva, con un sorriso malinconico, il murales in memoria di Oscar. Poco dopo le si unisce un gruppo di piccoli atleti della scuola calcio. L'opera è stata completata neanche due giorni fa e non tutti hanno ancora avuto modo di ammirarla. C'è chi si sofferma sulla scritta che svetta nella parte superiore, chi commenta in maniera buffa e innocente il dettaglio del cane e chi, invece, semplicemente rimane in silenzio.
Il murales per Oscar dietro la tribuna
«Oscar ha cominciato da noi nella stagione 22/23. Io l'ho allenato in quella successiva e quest'anno, invece, era seguito da Giacio». A parlare è Flavio Fiori, attuale allenatore della prima squadra e dei classe 2010 del Rozzano. Con Giacio, invece, Fiori fa riferimento a Giacinto Candito, suo vice in prima squadra e allenatore della juniores e dei classe 2016 biancoverdi. «Arrivava dall'USSA, squadra dell'oratorio di Rozzano Vecchio, dove lui abita. Abitava, scusa». Fiori scivola per un secondo, com'è giusto che sia. Una naturale risposta a un ricordo tremendamente pulsante. «Qui si è distinto da subito. Era il più bravo e il più monello, senza alcun dubbio. L'anno successivo - quello con Flavio - creiamo due squadrette con i 2016. Lui era nel primo gruppo. Un vero numero 10, mancino, sempre peperino».
«Quest'anno era stato confermato nel gruppo con Giacio e anche lì si stava distinguendo perché comunque il calcio ce l'ha nel sangue: tifoso interista, sempre con il pallone sotto al braccio e sotto al piede. Nell'anno della scuola calcio doveva sostenere un provino con il Monza, ma poi non si è proprio realizzato. L'anno scorso, invece, è andato 2 volte a Como, ma poi anche quella pista si è chiusa. Adesso si stava mettendo in mostra anche in questo gruppo ed è impossibile non notare come questa squadra stia giocando anche per lui».
«La scomparsa è avvenuta quasi durante la pausa natalizia. Lui va in ospedale il 12 dicembre e viene a mancare il 18. Quel weekend lì, il sabato 14, abbiamo giocato, mentre la domenica, vedendo la situazione, abbiamo deciso di fermarci tutti. I genitori del suo gruppo si erano anche accordati per far incontrare i bambini all'esterno del campo da calcio. Poi abbiamo dovuto interpellare Stefano Beccagli, il nostro psicologo sportivo della scuola calcio Élite, il quale ci ha mandato dei documenti con dei consigli su come dare questa notizia ai bambini. Fra di loro c'è anche un compagno di classe di Oscar. Le mamme e i papà ci dicono che, almeno una volta al giorno, il nome esce».
«La società voleva quindi ricordarlo. L'idea, però, è arrivata soprattutto dal fratello, un classe 2007. Anche lui ha giocato qui. Ci siamo chiesti 'Cosa potremmo fare?' Inizialmente si è pensato ad una statua o di dedicargli il nome del campo dove si allenava o dove giocava. Poi siamo arrivati al murales e, come tutte le cose belle, anche questa è stata un po' sofferta». La prima persona che viene incaricata, infatti, non si dimostra all'altezza del lavoro. «Stavo parlando al telefono con un altro writer, che avrebbe dovuto prendere in mano il compito. Poi arriva questo ragazzo che mi chiede 'Scusa, ma qua come funziona? No perché mi hanno chiamato per venire a vedere'».
Quel ragazzo è Yemsi, writer italo-peruviano con già diversi progetti all'attivo in buona parte del territorio meneghino e non solo. «Gli ho spiegato che stavamo già sentendo un'altra persona, ma non mi andava di dirgli di no a prescindere. Così gli ho chiesto di farmi vedere alcuni suoi lavori e quando me li ha mostrati non ci ho pensato un secondo a scegliere lui. Per giunta, è un ragazzo di Rozzano. Chi è di qua ha un po' un senso di appartenenza diverso, che ti porta a fare le cose in un altro modo quando le devi fare per Rozzano. Gli ho mostrato le foto, parlato dell'idea e ha tirato fuori quest'opera».
«La frase sulla parte superiore è della madre - Un sogno infranto, un ricordo indelebile. Ciao Oscar #10 piccolo angelo Biancoverde -, ed è la stessa che è apparsa sullo striscione dell'Inter». Fiori fa riferimento allo striscione esposto dalla Curva Nord il 15 gennaio in occasione di Inter-Bologna. «Lì, i ragazzi lo avevano modificato in 'piccolo cuore nerazzurro', ma lui è proprio un piccolo cuore biancoverde. Ero allo stadio quel giorno e ora lo striscione ce l'ho io a casa». Il tecnico continua poi spiegando gli altri dettagli del murales. «La foto a sinistra è del torneo a Siziano, dove abbiamo vinto. Quella coppa a fine anno la si sarebbe regalata ad Oscar, infatti, ora riposa con lui. La foto a destra è stata scattata a inizio anno, ed è fra le preferite della mamma. Dietro c'è il loro cane, venuto a mancare pochi mesi prima. Erano molto legati. Al centro, invece, c'è uno scatto della dirigente. Una foto bellissima, con un cielo rossissimo e assieme alla scritta 'Oscar 10' sarà il tema del torneo che organizzeremo in suo onore».
Che Rozzano si muova e agisca diversamente quando deve pensare ai membri della sua comunità lo si vede bene anche dai gesti della prima squadra. «Quando abbiamo raccontato chi fosse Oscar al capitano, è scoppiato a piangere, pur senza conoscerlo. I ragazzi, poi, si sono resi partecipi durante i funerali, trasportando la bara. Il ricordo di Oscar è già dentro di noi e adesso è visibile a tutti». Ecco quindi l'idea di organizzare un torneo, in memoria del piccolo diez biancoverde. «Si chiamerà proprio 'Torneo Oscar 10' e non mi sono mosso come in occasione degli altri eventi», spiega Fiori.
«Ho chiamato le società una ad una. Ho chiamato l'MFA perché ogni volta contro di loro perdevamo di misura e questo faceva infuriare Oscar. Ho chiamato il Club Milano perché diceva sempre ingenuamente e scherzosamente che ci 'rubavano' le partite. Ho chiamato la Canzese perché una volta eravamo andati a fare un torneo lì. Ho chiamato il San Fermo perché aveva fatto lì un campus. Ho chiamato il Monza e il Como per i provini che aveva fatto. Ho chiamato USSA, certamente. Lui era uno che faceva le cose in grande. L'organizzeremo per il 31 maggio, il giorno del suo compleanno. Inizialmente avevo pensato a dicembre, ma poi la mamma ci ha detto che per il suo compleanno avrebbe sicuramente voluto giocare a pallone».