Scuola Calcio
12 Settembre 2025
ESORDIENTI BARONA SP. 1971 • Michele Cioffi, fra i rossoblù dal 2024, destinato alla panchina dei 2013 per la prossima stagione
Vent'anni di esperienza nelle squadre di tutta Milano: Milan, Inter, oltre alle panchine di Segrate, Cimiano, Ausonia, Real Milano e, dall'anno scorso, Barona. Dove Michele Cioffi ha trovato un ambiente stimolante, che crede in lui: «Mi hanno detto che non mi avrebbero voluto perdere e mi hanno dato la possibilità di scegliere la categoria che volevo. Mi hanno lasciato la libertà che desideravo e li ringrazio per la fiducia». Risultato? Esordienti. «Perché è una categoria critica, dove si cerca di insegnare calcio». E dove i suoi anni in giro per i campi di tutta la Lombardia potranno fare la differenza.
Sono passati più di dodici anni dall'ultima esperienza dell'allenatore rossoblù su una panchina della scuola calcio. Era il 2013 e, a Segrate, coi 2000, c'era lui. Un gruppo forte, anzi, invincibile. E non è una metafora, bensì la cruda verità: «Fu un'annata straordinaria: riuscimmo a vincere il campionato primaverile da imbattuti, senza mai subire gol. Seguii poi l'annata nei Giovanissimi e anche in quel contesto riuscimmo a far molto bene». Il trucco? Lavorare come se si stesse giocando già a undici: «La chiave di volta sta nel lavorare con gli schemi e i movimenti del calcio dell'agonistica, applicandoli - momentaneamente - sui campi a nove. È qui che si fa la differenza, perché quando poi passi all'Under 14, la squadra è già rodata e si tratta solo di aggiungere due pedine. È ciò che farò anche quest'anno, cosicché chi prenderà in mano questa squadra nel 26/27 si debba limitare ad aggiustare il numero dei titolari, senza però che la natura della squadra cambi». Nel mezzo però, cosa c'è stato? Tanta agonistica. Tutta agonistica, in realtà: dal Cimiano, passando per la Casatese, l'Ausonia e la Real Milano.
E poi, nel 2024, l'arrivo in Via San Paolino. «Ho trovato un ambiente che mi è subito piaciuto, come le persone che lo compongono. Mi piace stare qui. E son contento che la società voglia che io rimanga». Un anno con l'Under 18, un cambiamento che sembra radicale, col il passaggio ai 2013: «Rispetto all'anno scorso, è chiaro che dovrà cambiare il mio modo di allenare e di comunicare. Sono ragazzini, bisogna capire il contesto, parlarci e cercare di comprendere le singole situazioni. Abbiamo già iniziato questo percorso e stiamo facendo molto bene. Loro mi dicono che io insegno calcio, che sono il loro maestro di calcio, ed è proprio questo che sto provando a fare: hanno bisogno di giocare con la palla, di divertirsi, ma sono un ottimo gruppo. Che impara molto e che ascolta molto. E questo lo si vede anche coi genitori: li vedi contenti, perché loro figlio apprende e applica, gioca e si diverte. Per me trovare un ambiente con collaboratori preparati, una squadra forte e genitori divertiti è il top». Ciò che rimarrà è il luogo, dove probabilmente l'ex neroverde si fermerà ancora un po': «Mi hanno proposto di seguire questa squadra per un biennio, ma le valutazioni si faranno a fine anno. Io faccio oltre settanta chilometri per venire qui, ma mi ci voglio rimanere».