Tornei
08 Ottobre 2025
Spett.le Direttore Claudio Verretto,
mi permetto di contattarla in un momento particolarmente difficile e delicato per il nostro calcio dilettantistico giovanile in Lombardia. Mi presento come un appassionato sostenitore dei valori del nostro sport, ma anche come un cittadino preoccupato per la salute e la sicurezza dei nostri giovani atleti, che sono il futuro del calcio italiano.
Negli ultimi mesi, ho notato con crescente allarme una situazione di anarchia nel settore giovanile scolastico. Le società calcistiche, spingendo al limite la propria ambizione e spesso la propria irresponsabilità, stanno mettendo a rischio non solo la salute fisica dei ragazzi, ma anche il loro benessere psicologico. Sono ormai troppi i tornei e le amichevoli organizzati senza il minimo rispetto delle normative federali, privi di qualsiasi tipo di omologazione da parte della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).
Questo è un problema che va ben oltre l'organizzazione di eventi sportivi: si tratta di tutelare i diritti e la sicurezza dei nostri minori. Non possiamo ignorare il principio fondamentale enunciato nel Comunicato numero 1 della FIGC SGS, secondo cui i tornei devono essere a “RAPIDO SVOLGIMENTO”. Questo concetto è chiarissimo: un torneo dovrebbe durare al massimo uno o due giorni. Tuttavia, assistiamo a situazioni assurde in cui tornei omologati si protraggono per sei, nove o addirittura più mesi, creando una vera e propria giungla di competizioni.
Questi eventi, che si svolgono su più impianti e in molteplici categorie, sembrano piuttosto dei campionati paralleli a quelli ufficiali organizzati dal Comitato Regionale Lombardia (CRL). Questo comportamento non solo contraddice le linee guida stabilite, ma crea anche una mancanza di rispetto verso il lavoro e l’impegno delle società che operano secondo le regole. È una gara a chi riesce a sfruttare queste lacune per procacciarsi vantaggi, a scapito della filosofia che dovrebbe tener vivo il nostro sport: rispetto, fair play e sviluppo sano dei ragazzi.
Ho tentato più volte di attirare l'attenzione degli organi competenti, scrivendo e sollecitando interventi decisivi al Presidente del CRL, al Vicepresidente Vicario del CRL e al Coordinatore Regionale SGS Lombardia. Purtroppo, finora non ho visto risposte concrete né misure efficaci per risolvere questa situazione. L’impressione è che questi gravi problemi stiano cadendo nel dimenticatoio, mentre i nostri giovani continuano a essere esposti a rischi ingiustificati.
Mi rivolgo a Lei, caro Direttore, […] perché credo fermamente che Lei possa spingere affinché venga instaurato un controllo rigoroso sulle pratiche di omologazione dei tornei e che si ponga fine a questa situazione che nuoce al nostro sistema.
Voglio mettere in evidenza l’importanza della tutela dei minori, un tema che mi sta particolarmente a cuore e che sono certo sia al centro delle Sue preoccupazioni. L’inosservanza delle norme da parte di alcune società calcistiche rappresenta una forma di “negligenza” che non possiamo permettere. La sicurezza dei nostri ragazzi deve essere una priorità assoluta; non possiamo correre il rischio di compromettere la loro salute fisica e psicologica in nome di qualche vittoria inutile o di un’ambizione mal riposta.
In definitiva, La invito ad affiancarci affinché si possano adottare misure efficaci e tempestive per riportare ordine nel settore giovanile lombardo. Solo così potremo garantire un ambiente sicuro e sano per i nostri giovani atleti, permettendo loro di crescere non solo come sportivi, ma anche come persone responsabili e rispettose delle regole.
La ringrazio per l’attenzione e la disponibilità, sperando che le mie parole possano trovare ascolto e che insieme possiamo lavorare per un calcio dilettantistico più sano e giusto.
Con profonda stima, Mario Morella
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Caro Mario,
la sua lettera, densa di passione e di senso civico, tocca un tema reale e sempre più urgente: quello della deriva organizzativa nel calcio giovanile dilettantistico lombardo. La redazione accoglie con attenzione il suo grido d’allarme, che non nasce da sterile polemica ma da un autentico amore per i valori educativi dello sport.
Lei ha perfettamente ragione quando richiama il principio sancito dal Comunicato Ufficiale n. 1 della FIGC–SGS, che definisce i tornei giovanili come eventi “a rapido svolgimento”. È un punto cardine spesso dimenticato o, peggio, aggirato. La proliferazione di tornei “eterni”, spacciati per semplici manifestazioni ma di fatto strutturati come campionati paralleli, rappresenta una distorsione regolamentare e, soprattutto, un pericolo educativo.
Questa situazione genera confusione, esaspera la competitività e trascina ragazzi, famiglie e tecnici in un vortice di partite continue, talvolta senza tutele sanitarie adeguate né un controllo effettivo da parte delle istituzioni sportive. Non è più soltanto un tema burocratico: è un tema di responsabilità.
Aggiungo un passaggio di un'altra lettera che abbiamo ricevuto in settimana:
domenica in occasione del torneo “Primi Passi” per l’annata 2019 (parliamo quindi di bambini di 6 anni), mi sono trovato a pagare 6 euro di ingresso. Ora, considerando che una partita di Promozione costa 10 euro, vi sembra proporzionato far pagare una cifra simile per assistere a partite di bambini così piccoli?
La situazione appare quindi completamente fuori controllo anche sotto questo aspetto, la biglietteria.
Ci uniamo quindi alla sua richiesta di maggiore vigilanza da parte del Comitato Regionale Lombardia e del Coordinamento SGS, che dovrebbero esercitare un controllo più rigoroso sui criteri di omologazione dei tornei. Serve chiarezza, serve coraggio, serve un ritorno alla logica del buon senso.
Allo stesso tempo, è giusto ricordare che non tutte le società si muovono in modo scorretto. Molte, anzi, si impegnano nel rispetto delle regole, offrendo ai ragazzi un ambiente sano, formativo e sereno. A loro va il nostro riconoscimento e il nostro sostegno.
Come giornale, ci impegneremo a tenere alta l’attenzione su questo tema, dando spazio a testimonianze, dati e riflessioni che possano stimolare un confronto costruttivo con la Federazione e con gli operatori del settore.
Perché il calcio dei ragazzi non può e non deve diventare terreno di ambizioni personali o di abusi organizzativi. È, e deve restare, una scuola di vita, di rispetto e di regole.
La ringraziamo per la sua segnalazione e per la passione con cui difende i veri valori dello sport.