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Ripartenza

Almeno noi non abbiamo certi problemi

Riecco i campionati della preagonistica, il vero termometro del nostro calcio

Almeno noi non abbiamo certi problemi

Ripartiti i campionati di Esordienti e Pulcini (foto Bardella)

Finalmente sono tornati anche i campionati Esordienti e Pulcini. Forse non la manifestazione più sentita dagli addetti ai lavoro di queste categorie e, per molte società che hanno fatto dell'attività di base un business, più una fastidiosa palla al piede che un’occasione di far giocare e divertire i propri tesserati in partite degne di questo nome. Per noi però, il campionato rimane l’unica manifestazione che ci consente davvero di arrivare a tutti. I cosiddetti “tornei federali”, prima quelli autunnali e poi quelli primaverili, sono gli unici che ci permettono di avere a che fare con tutto il mondo del calcio torinese, dalle blasonate Chisola, Lascaris, Volpiano, fino alle società più piccole, di tutti i quartieri e anche dei comitati di Ivrea e Pinerolo. Insomma l’unica via per captare, per quanto possibile, gli stati d’animo di tutto il movimento. Dall’orgoglio e le esultanze di chi vince sempre, alle lamentele e i problemi di chi neanche vuole sentirla la parola vincere. Ciascuno a suo modo, come l’opera di Luigi Pirandello che, anticipatore del “teatro dell’assurdo”, potremmo tranquillamente usare per raccontare il calcio dilettantistico per come si presenta oggi in alcune sue sfaccettature davvero ai limiti della follia. Ultimo esempio? Una lettere arrivataci da un lettore dopo una partita di qualificazioni ai campionati regionali Under 14, di cui riportiamo qui alcuni spezzoni.
LA LETTERA «Scrivo a nome di alcuni genitori, mossi non da spirito polemico, ma dal desiderio di tutelare ciò che per noi rappresenta il cuore del calcio giovanile: la crescita sana dei nostri figli, l’educazione al rispetto e il valore del gioco di squadra. In primo luogo, desideriamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza all’arbitra che ha diretto la gara. È apparso evidente che fosse alla sua prima esperienza, o quasi, e comprendiamo bene quanto non sia semplice trovarsi improvvisamente a gestire una partita in un contesto competitivo, tra genitori rumorosi e giocatori carichi di entusiasmo e aspettative. Tuttavia, non possiamo tacere la preoccupazione per quanto si è verificato in campo. Alcune evidenti sviste arbitrali, frutto dell’inesperienza, hanno contribuito ad accendere gli animi e a generare tensione crescente tra i ragazzi, che in più occasioni hanno rischiato di trascendere lo spirito sportivo e persino di farsi male. Ho visto bambini innervositi, confusi, talvolta scontrosi, e questa situazione ha coinvolto entrambe le squadre. Ed è proprio qui che desideriamo porre l’accento: non si tratta purtroppo di un caso isolato. Episodi simili si sono già verificati più volte nel corso della stagione, e proprio la loro ripetizione ci spinge oggi a scrivervi. È giusto ricordare che l’arbitraggio non è un semplice ruolo tecnico, ma anche una funzione educativa. Una direzione di gara equilibrata aiuta i ragazzi a comprendere il valore delle regole, del rispetto e della gestione delle emozioni. Quando invece un arbitro non è pronto ad affrontare il peso di una partita ufficiale, il rischio è di vanificare settimane di lavoro e sacrifici di bambini e allenatori, e soprattutto di trasmettere messaggi sbagliati. Per questo motivo, rivolgiamo un appello alla Federazione: la formazione dei giovani arbitri è fondamentale e va incoraggiata, ma forse il campo delle gare ufficiali, specie quando in palio ci sono qualificazioni regionali, non è il luogo adatto per fare la “gavetta”. Esistono amichevoli e contesti meno delicati dove l’inesperienza può trasformarsi in crescita senza conseguenze educative e sportive così rilevanti».

Ci sarebbero tanti aspetti sui cui concentrarci, ma vogliamo porre l’accento sull’ultima parte. Quelle “amichevoli e contesti meno delicati” di cui il genitore in questione parla, finirebbero per essere inevitabilmente le partite di Scuola Calcio, magari di Esordienti, in cui ancora non c’è l’obbligo di arbitri ufficiali. E grazie al cielo, aggiungiamo noi. Se così non fosse, sappiamo benissimo che il problema verrebbe semplicemente spostato di categoria, e tutti i genitori che la pensano come quello che ci ha scritto questa lettera - sappiamo che sono tantissimi - si lamenterebbero del fatto che certi arbitri non sono adatti a dirigere una partita di Esordienti. Perché è sicuro al mille per mille che andrebbe a finire così, le lamentele arriverebbero comunque. Allora, prima che anche il mondo della preagonistica finisca in pasto a certe polemiche, teniamoci i dirigenti-arbitri o l’autoarbitraggio integrale (purtroppo molto raro). Così almeno noi non possiamo dare colpe alla Federazione per una delle poche cose in colpe non ne ha proprio. Almeno noi non abbiamo certi problemi, per ora. In ogni caso, buon campionato a tutti!
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Commenti all'articolo

  • ita.2543

    13 Ottobre 2025 - 09:48

    Questa lettera, a mio avviso, nasconde, tra le righe, il vero problema: considerare una partita di 14enni importante. Il problema è solo uno, ovvero, l' ego dei genitori che vogliono vedere i propri figli primeggiare. Considerare il lavoro di una squadra dilettantistica, di una società o di mister legato al risultato finale di una partita o di una stagione è aberrante ma, purtroppo, è la norma.

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